ISOLA DEL GIGLIO
Sono tanti i gigliesi sparsi nel mondo, ognuno con una propria storia da raccontare.
Noi abbiamo deciso di raccontarvi ogni settimana la storia di Alessandro Bossini, un isolano partito dal Giglio verso l'Australia per esplorare il continente oceanico in un modo insolito: con un sacco a pelo, una bicicletta (fedele compagna di viaggio) e tanta voglia di esplorare il mondo.
Alessandro non è nuovo ad avventure stravaganti ed originali, ultima delle quali è il viaggio in bici da Valencia a Firenze attraversando in poche settimane i più variegati paesaggi pirenaici ed alpini.
Dunque, con cadenza settimanale, vogliamo rendere partecipi tutti coloro che ne sono interessati del suo "Australian Trip" attraverso i racconti che egli stesso ci fa pervenire riguardo le sue intriganti avventure che ogni giorno si trova a vivere.

CAPITOLO 15 (Buon San Valentino Sydney):
"15-02-06
E' tardi ma il sole ancora fa capolino sopra il colle.
Sydney e' una citta' grande e solo la sera, quando brilla di luci, ti accorgi che i palazzi in fondo non sono altro che l'anello piu' piccolo d'altri anelli maggiori.
Questa e' la storia di un incontro.
Questa e' la storia di Sydney che porta il nome di una ragazza.
Ho percorso veramente molti chilometri in questi tre giorni.
Il freddo, il caldo, la fame intorno ad un nocciolo sul bordo della strada.
Ma finalmente sono arrivato!
Il 16 Febbraio ho un ricevimento con un professore presso la Sydney University. Poi il Queensland.
In citta' non posso piantare la tenda nel primo campo che trovo ...cosi' sto' cercando un campeggio. Il cielo promette pioggia, brezze di freddo accapponano la pelle, ma di fronte ho il mare... nuovamente il mare ed una tiepida serenita' entra in circolo.
Lavare i vestiti, fare una doccia... stasera sono troppo stanco per girare la citta' e quei divani davanti alla TV danno l'impressione d'essere molto comodi...
Ci sono ragazzi ed adulti (compreso un vecchietto che per muoversi s'aggrappa ad un bastone cigolante).
Un ragazzo suona la chitarra.
Porta occhiali scuri ed un berretto che gli copre capelli nerissimi (probabilmente uno dei genitori e' di colore), alto e cosi' magro da far dubitare che possa reggersi in piedi, ma la voce...
...ha una voce cosi' profonda che fa tremare lo stomaco. Non so' come tanta forza possa nascere da un corpo cosi' esile...
Si chiama Eddy ed ha 22 anni.
Alla sua sinistra, gambe incrociate e sandali infradito, c'e' Chloe. E' una ragazza dai lunghi capelli biondi che scendono su d'un volto abbronzato. Ha un viso dolce e segue le note di Eddy con voce leggera e melodiosa. Mentre canta oscilla un po' la testa e guardandola non posso far altro che pensare che veramente carina.
Sono loro che si presentano e mi invitano a sedermi piu' vicino.
Qualche minuto di presentazioni e la chitarra riprende a suonare.
Poi una voce alle spalle:
-Ciao. Di dove sei?-
Fisso gli occhi della ragazza che mi sta' sorridendo... rimango in silenzio... che figura da ebete che devo aver fatto...
Ma vedete... ho incontrato molte ragazze durante il viaggio, splendide ragazze, per lo piu' bionde, occhi azzurri e sorriso che regala serenita'.
Adessi pero' mi trovavo difronte una "mora" (ma non e' questo il punto) che aveva nei lineamenti, nelle labbra, nella voce, aveva qualcosa d'inquietante e, mentre il cuore sbatteva nel completo panico, il mio sguardo si era impigliato nei suoi occhi.
Ecco, gli occhi... devo per forza aggiungere qualche particolare...
Gli occhi di Eddy sono neri, scuri come i finestrini di una limusin, lui dall'interno puo' vederti, tu invece fissandolo puoi vedere solo il tuo riflesso.
Chloe ha occhi azzurri.
E' un colore chiaro, limpido come l'acqua di Cala Smeralda.
E' un blue che attraversi in un istante, e ti rilassa come una bella giornata.
Gli occhi di questa ragazza invece erano enormi, nocciola, uno scoiattolo dalla coda arricciata ne percorreva la sfericita', ricci di mare rotolavano al loro interno, e sentivo profumo di rovi che si inarcano di grappoli di more.
Troppe parole, forse, per dire che il suo sguardo lasciava entrare ...ma non uscire.
Ed io ero dentro... in due celle d'infinito.
-Italy-
Rispondo. Eddy sorride.
-Io sono Claudia.-
[... Chi ben mi conosce nel leggere questo nome sara' scoppiato a ridere... che rida pure. E' solamente un caso, una coincidenza... che di certo non sono andato io a ricercare!]
Si inizia a parlare.
Il mio inglese non e' certo una strada asfaltata, ma a mio supporto il fatto che avesse origini italiane(la nonna paterna).
Beh, la stanchezza era improvvisamente passata e una parola dopo l'altra ci troviamo a passeggiare per la citta'. Non ricordo di preciso di cosa abbiamo parlato... ho raccontato storie sul Gigliio, sul mare, su questo viaggio per imparare sulla gente e sulla cultura...
Lei ha parlato di progetti di viaggio... i suoi occhi brillavano quando pronunciava il nome di qualche paese... India, Africa, Cile... attraverso vie non turistiche, condividendo esperienze con persone del posto.
In Australia c'e' molta richiesta di lavoro, sia qualificato che non, ed i giovani, finiti gli studi, hanno subito un impiego stabile, una casa, la macchina... La maggior parte dei ragazzi a 23-24 anni e' gia' sposata!!!
Quando Claudia parlava sentivo una forza che la spingeva ad allontanarsi da questa stabilita'.
La citta' e' un caos di traffico... le strade sono sono enormi, le macchine un torrente a malapena contenuto tra semaforo e semaforo.
Di motorini neanche l'ombra.
Cartelli stradali, insegne e pubbluicita' fioriscono tra le luci notturne.
Gli odori sono dita che suonano musica greca, araba, cinese e spesso anche italiana.
Claudia ha mani sottili e si muovono disegnando i racconti che le sue labbra pronunciano.
La passeggiata e' finita sulla spiaggia, rannicchiati dal freddo a contar le stelle che filtravano dal cielo grigio.
Che silenzio che c'era... anche con il traffico di una metropoli alle spalle.
Quando siamo tornati al campeggio era notte fonda. Un lungo abbraccio che voleva essere di piu' e una <<buona notte>> su d'un fil di voce.
Quanto pensate abbia dormito?
...non lo so, perche' talvolta pensiero e sogno si accavallano e tra i due mondi c'e' confusione.
Il mattino e' cominciato tardissimo con il sole alto delle 10:00. Le nuvole sono lontane a Sud... e' San Valentino e promette di essere una bella giornata!
Nella sala TV c'e' Eddy e Chloe che fanno colazione, accanto, nella cucina, Claudia.
-Buongiorno Principessa (in italiano)-
Le dico.
Lei fa un sorriso che sapeva del rosso delle ciliege... porta in mano due piatti con pane tostato, burro e marmellata... di ciliegie.
Uno per me, uno per lei.
Eddy non parla molto... anche stavolta fa un sorriso da dietro gli occhi scuri.
Chloe racconta una storia di quando lavorava in un ristorante... capisco si e no 10 parole.
Finito di mangiare Claudia si alza, si carica sulle spallel'enorme zaino appoggiato alla porta e salta Eddy e Chloe con un abbraccio...
Sta partendo!!!
Poi si avvicina a me. Non dice nulla e mi abbraccia stringendomi fortissimo.
Oggi e' piu' bella che mai.
Ha un vestito azzurro chiaro, dalle spalle scende fin sopra le ginocchia. I capelli sono raccolti in una treccia che profuma sulla schiena.
-Devo andare. Sono felice di averti incontrato...- Mi bacia la guancia e si avvia verso la porta.
<<Ogni cosa scorre, ogni cosa va... e' questo il viaggio...>>penso tristemente.
Poi d'improvviso alzo lo sguardo verso Eddy, gli passo la chitarra sdraiata sulla poltrona e dico rivolto a Claudia:
-Mica posso salutarti con un solo abbraccio...- Eddy aveva scaricato da internet alcune pagine con testi ed accordi.
Gli faccio cenno su di una... lui sorride e comincia ad arpeggiare.
Good-bye my lover...
Good-bye my friend...
...
Io sono terribilmente stonato e questa non e' certo una canzone facile, ma Eddy ha talento... canta con me aggiustando le mie stecche e la pronuncia, ma come voce di sottofondo, senza coprire la mia.
Grazie amico.
Lui continua ad arpeggiare il ritornello, io fisso Claudia, lei fissa me.
Poi Chloe le sussurra:
-Guarda che se non vai tu da lui ci vado io...- Claudia le sorride, si toglie le scarpe e corre verso di me.
Le ragazze che camminano scalze mi danno un senso di liberta'... e le sue gambe erano leggere come piume.
Mi abbraccia.
Mi bacia!
Un bacio lento, di quelli che senti le labbra avvolgersi con i pensieri, di quelli che non respiri mentre le dita scorrono lungo il viso, perdendosi tra i capelli... e le pupille sono dilatate come fosse buio fondo...
A questo punto tutto era perfetto.
...la musica ancora arpeggiava.
...era San Valentino e due ragazzi si stavano baciando.
Potevano salire i titoli di coda, la storia aveva avuto il suo lieto fine... e invece NO!!!
-Grazie Ale... ma devo andare ora...-
-Perche'? Resta...-
I suoi occhi sanno essere tristi, molto tristi...
Si allontana rimettendosi le scarpe... poi prima di uscire mi guarda e dice:
-Mi sta aspettando il mio fidanzato... devo andare...- Eddy sorride di nuovo... lui lo sapeva!!!
Al diavolo tutti.
Adesso sono in Biblioteca. Sto scrivendo questa storia per metterci un punto e chiudere questa pagina di viaggio.
Buon San Valentino Sydney
"

CAPITOLO 16 (I vetri sull'asfalto) :
"15-02-06
Sydney (Rockdale)
Domani ho il ricevimento all'Universita'... Il cielo e' un album bianco macchiato qua e la' con impronte di fumo.
Una signora pascola il cane, una maglia gialla ed una blue corrono insieme.
Poca gente qua in periferia, poca gente in questo parco. Sono seduto sotto un albero, a pochi minuti dal campeggio. Il signore sulla panchina mi guarda ed io guardo l'orologio che segna le 18:00.
Ho passato l'intera giornata nel centro della citta', come un turista: scarpe comode, cartina alla mano ed in 20 minuti di treno ero nel cuored i Sydney.
I palazzi sono altissimi, non basta alzare il mento per guardare il cielo, bisogna inarcarsi anche con la schiena.
Le persone procedono veloci, i ticchettii dei semafori, i tacchi delle signore, anche le carozzelle elettriche, tutto e' frenetico.
Macchine sfrecciano veloci, le luci lampeggiano e le ruote fischiano allo scattare d'ogni verde.
Mi fermo in qualche chiesa.
L'odore d'incenzo e di cera grava sul silenzio delle sacre rappresentazioni.
Cristo sembra avere capelli rasta e spalle da nuotatore.
Fuori di nuovo il caos. Piu' che passeggiare vago. Fisso gli occhi delle persone, qualcuno mi sorride, i piu' continuano indisturbati la marcia.
Sul marciapiede sfreccia uno skate serfando tra un'onda di gente.
Una chitarra nell'angolo del marciapiede. Sono stanco, mi siedo a terra ad ascoltare.
L'Australia ha due volti distinti. Si passa dal paese dove la gente si chiama per nome al traffico della metropoli che ti risucchia in una marea di negozzi, di saldi, di occasioni, di commesse vestite come modelle... Non ci sono vie di mezzo.
Il ragazzo con le sue canzoni e la musica mi rimanda ad una cittadella, Goulburn, che ho attraversato un pomeriggio...
Il paese era grande ma alternava palazzi a verdi parchi. Io sono arrivato nel bel mezzo di tre giorni di <<Country musical festival>>. Nel centro di ogni parco e in ogni piazza c'erano 3-4 ragazzi che suonavano. Fisarmonica, chitarre... e la gente si sedeva a cerchio, su panchine o all'ombra degli alberi per ascoltare. Qualcuno leggeva, altri parlavano...io ero sdraiato che quasi dormivo. La' ho incontrato un pittore vagabondo, Jerry, camminava scolzo ed i capelli eranotenuti fermi da una bandana con il simbolo della pace. Decisamente Hippi.
Dipingeva musicisti e pubblico seguendo l'ispirazione della musica. Alcuni quadri avevano linee mosse come fossero stati dipinti in groppa a un puledro, altri invece erano balli di ombre colorate.
Sono in un disegno anche io, con la bici, sdraiato a braccia aperte il verde si arrampica attorno al mio corpo.
Qua i ragazzi escono da scuola in divisa... camicia e cravatta, e quasi non si riconoscono quando minuti dopo invadono le strade con biciclette in miniatura, sellini bassi ed acrobazie da circo.
Loro non si fermavano... ascoltavano la musica saltando da alte rampe su d'una sola ruota.
Ma tornando al presente, tornando a Sydney...

16/02/06 Thurday

Sono nuovamente nel cuore di Sydney.
Ho lasciato il campeggiocon le luci dell'alba, lastazione del treno era ugualmente affollata, 20 minuti ed eccomi tra grattacieli e palazzi di vetro.
Per quanto caotica, Sydney e' una citta' bellissima. Ho camminato per ore, salendoe discendendo il dorso delle strade (non e' unacitta' piana) fino al mare. Il porto e' vasto, l'Opera House si apre in bianchi becchi che spalancano al cielo, attorno parchi, fontane ed il rauco parlare degli uccelli prende il posto deimotori. Un numero incredibile di persone corrono con bottiglie in mano e cuffie alle orecchia. Ci sono mamme che corrono coi i carrozzini, giocatori in divisa che fanno delle ripetute, ognuno al suo passo, correndo. Anche io avrei voglia di correre... ma le mie gambe non acconsentono e rimango seduto a guardare.
Un trenino rosso passa carico di turisti.
Poi la torre panoramica dove una scossa di vertigini accompagna il precipitare in lontananza dello sguardo.
Natalie e' una ragazza belga, capelli corti e viaggia in bici insieme al cugino.
Questo e' il mondo dei backpaker, di ragazzi che racchiudono le loro ali in enormi zaini e viaggiano di citta' in citta'... ognuno con una storia diversa, ognuno con un sogno di curiosita''nascosto nel marsupio.
Ero in cammino verso l'Universita' per un ricevimento quando una mountainbike carica di bagagli frena bruscamente sulle strisce pedonali...la ragazza sbanda e cade.
Ho conosciuto cosi' Natalie (e Paul). Cercavano un ostello e si e' fatto un tratto di strada assieme.
Poi arrivati ad un altro incrocio mi ha lasciatol'e-mail.
-Ci vediamo Brisbunetra un mese... altrimenti al prossimo viaggio passa a trovarmi in Begio.- Mi ha detto sorridendo.

17/02/06
Gocce di brina dormono sul telo impermiabile della tenda.
E' l'alba. Sistemo il bagaglio sulla bici. doccia fredda e sono pronto per partire.
Ho comprato uno zaino piu' grande, adesso posso portare anche del cibo!!!
Guardo quello vecchi, un piccolo Mc Kinley. <<Che ne faccio? Non posso portarlodietro. Devo lasciarlo qua>>.
Lo apro, controllo che all'interno non sia rimasto nulla. Nulla. Lo poso sul tavolo e faccio per uscire... ma qualche passo e torno indietro. Lo aprodi nuovo. Ricontrollo che sia vuoto.
Si... e' vuoto, perche' allora non riesco a lasciarlo?
Andrea, Ciccio, Dodo, Ben, Carina, Romano... sono dentro lo zaino! Mi torna in mente il giorno della laurea. Erano tutti la'... gli amici Erasmus. Francia, Germania, Austria, Genova, Bologna, La terza...
Incastro il Mc Kinley sulla bici e parto.
Oggi e' una bella giornata, azzurra e fresca, eppure questa e' una partenza priva del solito entusiasmo... ancorami risuonano nelle orecchia le parole del docente dell'Universita':<<La Sydney University e' la piu' prestigiosa d'Australia. Con il suo 109/110 e nessuna pubblicazione non ha possibilita' per un PHD. O pubblica minimo due articoli o la vedo difficile...>>.
Va beh... vedro' di scriverequalche critica letteraria...ho tempo fino a Settembre!
Il campeggio scompare alle spalle, il traffico e' intenso e qualcosa cigola...
Tre ore ed ancora non sono uscito dalla citta'... non so' dove mi trovo e le persone danno indicazioni opposte. Sto' girando a vuoto. Il cigolio si fa piu' forte, le spalle sono indolenzite e comprendo perche' lo zaino sia costato solo 20 A$.
Una ruota aterra.. NO!!! Non adesso!!!
Mi fermo pe sistemarla e cosa scopro?La canna e' spaccata a pochi centrimetri dal sellino!!! No!!!
Fa troppo caldo adessoed il mio umore e' atterra... voglio solo viaggiare, perche' e' cosi' difficile?
Un grande respiro ed una voce dentro mi dice:
-Hei viaggiatore,hai mille soluzioni davanti a te. Apri gli occhi e scegline una.-
OK.
Contollo la camera d'aria ed e' solo sgonfia... meno male!
Svuoto lo zaino e sistemo tutto in quello vecchio.
Purtroppo devolasciare il libro che stavo leggendo, un CD con foto e racconti ed il quaderno di viaggio di questo primo mese!!!
Salgo sulla bicisenza sedermi sul sellino... qualche pedalataeper poco non investo una signora.
-Ops! Scusi veramente.-
-Nessun problema- mi dice con un sorriso... in quel sorriso ho ritrovato fiducia.
-Posso chiederle un'informazione? Cerca la strada per...- Non ti preoccupare, seguimi.- Si entra in un ufficio a pochi metri e la' mobilita tutto lo staff per me.
Una segretaria fa un veloce giro di telefonate per trovare una strada percorribile in bici ed un saldatore, mentre io raccontodel mio viaggio a Lise.
Sara' perche' ha due figli ed un forte senso materno, sara' perche' il mondo e' pieno di persone generose, comunque mi lascia due indirizzi (a cui prima telefona) e mi dice:
-Questi amici abitano sulla strada per Brisbune. Passa da loro, ti aspettano.-
-Grazie...-
-e se hai bisogno questo e' il mio numero.- Un altro grazie era inutile. L'abbraccio e con lamappa in mano mi avvio verso il fabbro.
Sydney e' una citta' grande ed io sono veramente imbranato... mi sono perso di nuovo!
-Scusi- chiedo a due operai su un furgone -mi son perso. Sto cercando questo quartiere e questa via.- Provano a darmi indicazioni... gira a destra,poi il 2' semaforo a sinistra, dritto sotto il ponte...
Poi si guardano e dicono:
-Salta su che si passa li' vicino.-
WAW!!!
Gli lascio lo zaino nuovo.
Beh, un saluto a Sydney veramente pieno di incontri...sopratutto perche' non sono finiti qua.
All'officina mi dicono di tornare verso le 16:00. Ho quattro ore in cui girovagare a piedi.
Scarpe ed abbigliamento da ciclista, mi metto in cammino alla ricerca di un Supermarket.
-Scusi...-
Prima fermo un sordo... va beh... poi un Croato.
Con quest'ultimo mi fermo a parlare... Dopo 15 minuti fermi sotto al sole mi invita a prendere un caffe'... questa e' una zona industriale e c'e' solo un bar.
Lui e' un fotografo, 50 anni, ha un figlio ed un nome troppo strano da ricordare.
Gli occhi sono verde-grigio e li tiene spalancati mentre gli racconto il tipo di avventura che sto' affrontando: una manciata di spiccioli in tasca, senza una meta precisa ed un gran desiderio di imparare dal viaggio...
-E se ti si rompe la bici per la strada?
E se sei lontano dalla citta' senza cibo?- Mi domanda meravigliato.
-Chiedo aiuto, magari in una fattoria o la prima abitazione che trovo. Non ho soldi ma posso dare una mano lavorano.- -E la gente ti aiuta?- -Si... finora si...- Sorride. Qualche attimo di silenzio e poi mi dice:
-Ti voglio dare anche io qualcosa... parte della mia esperienza, della mia vita...-
Mi racconta dei sui viaggi per lavoro. Ha vissuto in Italia, in Germania, ma sopratutto in Bosnia e Sarajevo come fotografo di guerra. Arrestato con l'accusa di spionaggio, minacciato di non diffondere foto compromettenti per il governo...
Ha vissuto nei quartieri alti e in dormitori da trenta posti letto...
-Ale- mi dice -usa un filtro per guardare il mondo... come con una macchina fotografica. Non tutte le persone sono buone. Se hai un cuore generoso non e' detto che lo abbiano anche gli altri.- -Forse hai ragione... ma per questo viaggio, per imparare sulla gente e non posso a priori evitare le persone. Tu, per esempio, mi hai offerto da bere senza conoscere il mio nnome. E guardami- dico indicandomi sul riflesso della vetrata -sono sporco di polvere, capelli che si intrecciano come serpi e non mi faccio la barba da un mese (approposito, oggi e' un mese che sono in bici!).- Allora lui squote la testa e risponde:
-E' questo che voglio dirti. Attento alle apparenze. Io ho imparato a riconoscere la gente.Vestiti e capelli sono solo l'aspetto, non la persona.
Prima, quando ti ho incontrato, ho sentitouna fotza positiva in te, come una lucecheemanavi, ed hopensato <<questo e' un ragazzo speciale>>.-
Certi giornisono duri, e' dura far fronte alla fatica, agli ostacoli che quotidianamente si presentano. Se e' stato solo un caso incontrare ques'uomo ionon lo so, ma le sue parole sono state un raggio di sole in una giornatabuia.
-Ale, mi spiace ma ora devo propio andare. Buona fortuna.- Una stretta dimano elo vedo correre via... probabilmente aveva un appuntamento ed io gli ho fatto fare ritardo...
[...]
La bici e' sistemata, si riparte. Percorro luoghi bellissimi, colline di alberi verdi si specchiano in un immensolago. Le coste non sono regolari ma si aprono e chiudono in tortuose insenature. Attraverso ponti sospesi sfrecciando come una moto... poi una discesa... Bam!!!
Il rumore sordo dell'esplosiione di una lampadina.
La ruota dietro perde aderenza.
Tiro i freni con tutta la forza che ho... l'equilibrio e' precario... i camion questo non lo sanno e continuano a sfrecciarmi accanto alla massima velocita' consentita. 11o Km/h.
No. Non sono caduto. Tutto ok.
Sono le 18:00, il paese piu' vicino e' a 45 km ed il mio copertone ha fatto conoscenza con un cavo arrugginito.
Non ho piu' camere d'aria!
Ops...
Tiro fuori il kit di colla, toppe e rimetto in sesto la bici. Non so quanto reggera'... la ruota e' lacerata.
Il lago, gli alberi, le vibrazioni della natura si spengono... adesso ho occhi solo sulla strada... devo evitare ogni sasso, ogni vetro...
Non ho molta acqua ed i bordi dell'autostrada sono muri di roccia.
<<Forza bella mia. Portami al sicuro>>.

18/02/06
Ho compratoun nuovo copertone. Riparto con una giornata piena di luce.
Sono le 10:00 ed il termometro segna 36^."

CAPITOLO 17 (Attraversando i Grandi Laghi) :
" 19/02/06
Attraversando i Grandi Laghi... quante cose impressionanti.
Inizio questa mail con lo scusarmi. Mi scuso per l'incapacita' che sento nel descrivere lo scorrere della strada. Quello che provo a comunicare non e' solo un paesaggio, non un'immagine pittoresca o romantica, ma e' lo scorrere delle cose, lo stupore di continue trasformazioni.
Mi sto' avvicinando al Queensland ed il clima tropicale inizia a dare le prime lezioni.
Certo, alla parola <<tropico>> si abbina quella di <<umido>>,di <<vegetazione rigogliosa>>.
Ma sono parole... solo parole... Tutto inizia con il mattino, il telo impermiabile e' completamente bagnato, l'erba e' bagnata ed attorno nebbia...
Mi viene in mente Giglio Castello, spesso all'alba e' avvolto dalle nebbie come in pallidi veli, talvolta son densi talvolta lievi, lo nascondono dietro un vetro appannato.
Qua no, qua la nebbia non avvolge ne' nasconde. Tutto inizia dal mattino... quando una nuvola bianca inghiotte completamentela valle... e tutto scompare.
La maglia e' ancora bagnata del giorno avanti, attimo di gelo prima che riacquisti la temperaturacorporeae... poi pronto per partire.
Sui bordi delle strade ormai sono assenti i peri ed i meli che fin'ora avevano alietato le soste con i loro frutti. Anche i rovi sono solo un ricordo e di more neanche una pupilla. Ragnatele enormi arpeggiano lungo la strada, ciottoli bianchi ne flettono le corde ed al centro dorme il custode.
Per i sentieri del Giglio se ne possono vedere di simili, e' vero... ma qua e' l'Australia ed ogni cosa ha dimensioni gigantesche. Ragni come <<granchi polloni>>, ragnatele come vele che gonfiano la pancia al soffio di brezze.
Come accennavo all'inizio, sto' attraversando i Grandi Laghi, parchi naturali si espandono in tutte le direzioni, ed ogni ponte si riflette in magici specchi.
Ciascun torrente, lago o laguna ha un acqua differente, l'unica costante e' lo sguardo, lo sguardo resta sulla superficie come una foglia che non affonda.
Lungo la costa le immagini galleggiano, precise nei contorni e nei colori.
Diverse volte mi son fermato a lanciare sassi... un tonfo sordo, corone attorno, e subito riappariva l'immagine di un ragazzo e di una bici.
Il giorno e' un Dio che spreme arance ed il sudore cola cola cola. Non importa che tu stia pedalando o riposando all'ombra di un prato, l'aria e' una crema profumata che unge ogni cosa.
Foreste si alternano a casmpi, ed i prati sono tappezzati di cavalli e vacche.
Quando le ombre son corte le bestie si accalcano sotto i rami... oggi una ventina di mucche facevano salotto attorno ad un tronco... come cefali attorno al pane.
Un albero secolare sorreggeva il cielo con le braccia, e dallo sforzo gonfie vene risalivano la corteccia, come sul lucido collo di un culturista.
Poi l'azzurro che si inventa in nuove tonalita' mentre un auto rossa abbassa il finestrino:
-Forza ragazzo...-
Ed allora senza toccare il sellino finisco la salita in un sol fiato.
Gli uccelli mi sfrecciano avanti, le loro piume colorate... la corona di un Apach.
Qua non e' descrivere una fotografia, a colori si alternano odori, il TAM TAM sotto la pelle, poi e' gia' sera.
Volevo scrivere di cio' che mi era passato davanti, di sensazioni tra bianco e blue quando e' iniziato a piovere... dell'arcobaleno nato da un albero sulla destra e finito nel camino della fattoria...
Tante parole e non ho detto nulla. Ho finito questa giornata con le borracce vuote, non e' bene dormire senza dell'acqua accanto.

[...]

"Il nido dei ragni"
Un occhio della sera gia' era truccato di turchino, l'aria era fresca ed anche se lontano dal paese, fortunatamente, una luce brillava ancora in quella casa.
-Scusi signora. Potrei avere un po' d'acqua?- Chiedo ad una vecchia bendata in uno scialle nero. Lo sguardo era rugoso ma i denti, per quanto consumati, erano bianchissimi. Aveva una voce roca e sottol le grinze delle labbra quelle candide conchiglie bianche!
-Grazie signora-
Sorrido e mi siedo vicino la staccionata... Le ali di un corvo sbattono, gracchia e mi fissa dall'alto di un palo.
-GRA GRA GRA- Rispondo.
La porta si riapre. Improvvisamente. La vecchia esce di nuovo e nuovamente mostra il bianco dei denti...
-Non si risponde ai corvi. Non si risponde ai corvi, soprattutto quando non si conosce la loro lingua! Spesso fanno domande strane!- Mi guarda accigliata e richiude l'uscio.
Ma!?!
La sera camminava verso la notte...io cercavo un luogo per dormire...in mente il bianco di quei denti... e l'inquietudine dilagava.
Seguo la strada, qualche curva e quella boscaglia di radi arbusti sembra perfetta.
Calato il sole il buio si presenta puntuale, ma non e' un problema fissare la tenda.
Cicale squotono sistri d'argento, un camion passa... poi il sonno... ed uno strano sogno.
Mi ritrovo tra alberi altissimi, la nebbia a stento lascia trasparire il fogliame ed una voce mi chiama.
Alzo lo sguardo ed un bagliore (forse lunare) rivela una fitta trama di maglie metalliche... fili di ragno!
Molte foglie sono sospese nell'aria, un vento leggero le smuove, ma no, non cadono a terra.
Una voce, dicevo, una voce mi chiama. E' una foglia giallognola (credo).
-Fammi scendere, aiutami a scendere al suolo, ti prego- Nel marsupio ho un coltello, ma la ragnatela risulta elastica come gomma ed a nulla vale il filo della lama.
-Mi spiace, non riesco- Rispondo.
-Resta allora a farmi compagnia. Resta con me- Sussurra la voce.
-Ho un viaggio da finire, non posso, non posso restare...- ...e mi sveglio ripetendo queste parole.
L'Aurora tutto rischiara, e come l'acqua mostra cio' che la polvere nasconde.
Avevo dormito in un nido di ragni!!!
Ragnatele enormi ovunque, dalle radici salgono alle cime dei rami, anche sulla tenda.
Agito un bastone, ho la fobia dei ragni. Sistemata la bici mi faccio largo verso la strada.
Via il bastone ed in sella... via, via di qua!
L'ombra tutto rischiara... <<Raimond J.>> scritto in nero su una croce bianca. Ieri notte non l'avevo vista... ma era la', solitaria, dietro la cunetta, tra vecchi fiori di plastica.
Nello zaino ho due lunghe piume bianche come ali d'angelo, erano un regalo per le mie sorelle.
Le pianto a terra ...sperando che al prossimo soffio di brezza possano volare via.
"

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