Gentilissima Redazione,
approfitto di questo spazio per rendere partecipi i lettori di questo giornale e gli abitanti dell’isola di un problema di estrema gravità.

Il 15 Maggio 2006 segnalai al Sindaco, con una lettera raccomandata che allego (VISUALIZZA SEGNALAZIONE), la probabile e massiccia presenza di lastre di Eternit a copertura dell’edificio di proprietà comunale ex-discoteca “Il Fracco”, sito in via delle Petraie nella frazione di Giglio Castello.

Eternit, come molti di voi sapranno, è il nome commerciale di un impasto di amianto e cemento, molto impiegato in edilizia nel passato recente.

Ma l'amianto (o asbesto) è ormai tristemente noto per la sua pericolosità.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sentenziato:
"Esso è causa o concausa di asbestosi, cancro ai polmoni e mesoteliomi, per le caratteristiche immunodepressive legate alla struttura fisica delle sue fibre. Queste sono come una sorta di sottilissimi spilli che, una volta respirati, si fissano negli alveoli polmonari. Non esiste una "soglia" di sicurezza al di sotto della quale il rischio di cancro sia nullo: ogni esposizione all'amianto produce un rischio di cancro. L'esposizione a qualunque tipo di fibra e a qualunque grado di concentrazione in aria va pertanto evitata" (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1986).

Alla mia segnalazione, a distanza di un anno, non è seguita NESSUNA RISPOSTA! Ho appreso ieri, dal Sindaco in persona, che le analisi fatte effettuare sul tetto dell’edificio hanno confermato la presenza di sostanze altamente cancerogene.

Ritengo vergognoso che nessuno si sia mosso per tutelare i cittadini che abitano nella zona ed i turisti che la frequentano, essendo essa stessa a ridosso della strada Mulattiera Giglio Castello – Giglio Porto.

Io personalmente, avendo perso mio padre per un mesotelioma quasi sicuramente riconducibile alla presenza di quell’amianto, mi muoverò attraverso la Procura della Repubblica. Invito pertanto tutti i cittadini a non rimanere in silenzio di fronte all’immobilità di chi dovrebbe agire, perché è in gioco la salute pubblica.

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Laura Stefanini