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Schettino: "Io, il Giglio e l'atteggiamento dei media"

“Ho ritenuto opportuno scrivere nei giorni scorsi poche righe – ci dice Schettino al telefono - perché non mi è sembrato giusto leggere alcuni commenti riportati dalla cronaca, che non rispecchiano il comportamento educato e disponibile dei gigliesi, rappresentando un caso isolato come l’atteggiamento di molti. Non credo sia utile a nessuno, né alla comunità dei Gigliesi né a chi segue il caso a livello nazionale ed internazionale offrire un’immagine degli isolani astiosa, che nella realtà non corrisponde a quanto da me percepito, durante la mia breve permanenza sull’isola.”

schettino colloquio giglionews isola del giglio concordia“Considerato che l’incidente che ha distrutto la vita alle famiglie delle 32 vittime non è occorso né con intenzione, né con dolo, non fa onore a nessuno continuare ad avere poco rispetto della gravità stessa dell’incidente, raccontandolo in modo superficiale e distorto, creando eroi inesistenti e fazioni che offendono l’intelligenza ed il comune buon senso.”

Ed è proprio lo “show” creato dai media il nodo della questione: uno “show” che noi stessi avevamo denunciato e che in questi anni sta circondando la vicenda con particolare morbosità riguardo all’aspetto processuale ed alla figura del Comandante. La maggior parte della popolazione isolana è convinta che se non ci fosse stata sull’isola la presenza della stampa nella giornata del 27 febbraio scorso, la permanenza di Schettino sarebbe trascorsa all’insegna della calma e senza particolare clamore, come del resto era avvenuto nei 2 giorni precedenti.

Su questo aspetto Schettino spiega: “Di sicuro non ho voluto io la telecamera nel teatro a Grosseto, tanto è vero che ho richiesto di non essere ripreso, diversamente sarebbe stato un show per pochi interessati. Non sono io a volere le telecamere ad ogni udienza. Obiettivi puntati che puntualmente aspettano il mio arrivo e la mia uscita dal teatro. Il presunto “show sul porto”, come voi stessi avete titolato, non vede me come protagonista, ma il circo mediatico che l’ha provocato e coloro che lo hanno voluto e assecondato. In questo tritacarne siete finiti voi gigliesi assieme a me con l’unico scopo di soddisfare o valorizzare cosa? Un’immagine dell’Italia positiva? Un’immagine dei Gigliesi degna di nota? Un’immagine della Costa Crociere dignitosa, un’immagine del corpo delle Capitanerie di Porto competente con quella ridicola telefonata? Chi ha avuto beneficio nel tramutare una tragedia in uno show? E’ solo una trappola in cui siamo caduti assieme, un’inutile battaglia che non vedrà mai né vincitori, né vinti. Usando a pretesto anche la navigazione turistica, una prassi consolidata e nota all’azienda. Sul ponte di Comando erano presenti due Ufficiali Capi Guardia di cui uno in sovrapposizione ed un Ufficiale in Sottordine… e non aggiungo altri commenti.”

Ribadendo il concetto di un sistema informativo con il solo scopo di fomentare l’odio, inventando fatti ed intervistando, come è capitato al Giglio, personaggi estranei all’isola, Schettino prosegue: “Certo è preoccupante leggere sul Corriere della Sera, in un articolo firmato da Marco Imarisio, di  una conversazione mai avvenuta tra me ed una fantomatica signora Gigliola, vostra concittadina, oppure che io abbia passeggiato di notte sul porto e che io abbia coordinato i lavori di recupero dal molo la notte dell’incidente. Il quotidiano La Repubblica millanta una mia intervista mai concessa al cronista  Corrado Zunino che telefonicamente, in data 3 Marzo 2014,  ammette di non aver mai parlato con me. Altra autorevole firma del giornalismo italiano, lo scrittore Cesare Lanza, mi riferisce telefonicamente che non avendo mai seguito il caso Concordia si è avvalso delle impressioni  ricevute dai suoi “Colleghi” per veicolare la sua opinione sul caso mettendo a confronto la tragedia  della Concordia con scandalo delle baby squillo.  Questo per farvi comprendere che la morbosità legata alla mia persona lascia percepire a chi non mi conosce dei tratti che non mi appartengono e che invece di accomunarci in un dolore comune ci hanno divisi”.

E a proposito dei motivi che l’hanno portato al Giglio, Schettino ribadisce: “Sono salito sulla nave per motivazioni tecniche al fine di raccogliere elementi utili alla mia strategia difensiva ma anche per completare un doloroso percorso che dal momento del rovesciamento della nave in quella tragica notte avevo bisogno di riprendere. Credo che in questa tragica vicenda qualche beneficio possa giungere soltanto quando saranno comprese le dinamiche dei fatti e le azioni a monte che l’hanno determinate. Chi ha la competenza ha già capito ed ha posto in essere le dovute azioni correttive”.

“Ora è necessario – ha concluso il Comandante - che vi sia un clima di serenità e di onestà che accompagni metaforicamente sul ponte di Comando le parti che hanno il gravoso onere di comprendere e giudicare”.