De Minimis
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DE MINIMIS

Due notizie mi hanno colpito, nel “leggere”, in questi giorni, “Giglionews”: l’informativa circa la contingentazione delle “visite” all’Isola di Giannutri;  la constatazione che anche ad Isola del Giglio, come si diceva una volta (al riguardo uso però un eufemismo personale) le donne che “generano sprovvedutii” sono sempre in stato interessante.

Per quanto riguarda la prima questione, così come mi compiaccio con chi ha fatto arrivare nell’isola il “cutter”, a vela e motore, di 23 metri, della Marina Militare, ad usum discipulorum, memore di tempi recenti in cui m’è capitato di constatare, rispetto ad un passato remoto degli anni cinquanta,  veri e propri scempi all’ambiente ed alla, una volta splendida, villa romana, ritengo assai meritoria l’iniziativa d’incentivare le visite guidate all’Isola di Giannutri, facendo anche pagare un biglietto di 3 Euro, che, da parte mia, quantomeno raddoppierei  se l’importo aggiuntivo fosse espressamente destinato, d’intesa con un progetto di specifico restauro e ripristino architettonico dell’antica residenza latina, patrocinato e finanziato dal Ministero per i Beni  Culturali, ovvero con qualche mecenate, tipo i fratelli Della Valle, ancorché già impegnati al Colosseo, o con qualche Fondazione bancaria.

vota antonio programmi elettorali isola del giglio giglionewsPassando alla seconda questione, quale vecchio “Mazziniano” e, come tale, da tanti lustri, fortemente impegnato, in ossequio agli auspici del primo propugnatore moderno (con la Giovine Europa), dell’unità politico-economica dei popoli del Continente, quale fu l’Apostolo dell’Unità d’Italia, sono rimasto letteralmente basito nel constatare che, ad Isola del Giglio, ovvero un toponimo socio-economico che, in un contesto d’economia pressoché globalizzata, alla faccia di qualsivoglia pulsione o proclamazione separatistica, dipende, in toto e di fatto, quantomeno dal resto della Nazione, la lista della Lega Nord abbia ricevuto addirittura 45 consensi, ossia pari ad una percentuale, sul totale del “suffragio”, del 5,4%.

Non solo!

Infatti, questo risultato, seppure già di per sé, estremamente sgradevole, almeno secondo il mio modesto parere di Repubblicano, “costretto”,  per mancanza d’una lista ideologicamente affine, a votare per il Partito Democratico, assume connotazioni sostanzialmente repulsive, se solo, specularmente, lo si confronta con i modestissimi consensi (appena 8 voti, pari allo 0,89% sul totale del “suffragio”), ricevuti dalla Lista “Tsipras”, che, tra i suoi promotori, aveva addirittura la figlia di Altiero Spinelli, ovvero l’erede diretta di colui che, sulla traccia di Giuseppe Mazzini, insieme ad E. Colorni ed E. Rossi, mise letteralmente, per, iscritto l’ambizioso disegno d’un’Europa Unita.

Al riguardo, vale la pena riportare quanto l’Enciclopedia Biografica “Treccani”, scrive su Spinelli e sugli altri due: Politico antifascista ed europeista, durante il confino scrisse con E. Colorni ed E. Rossi, il Manifesto di Ventotene (1941), nucleo del programma del Movimento federalista europeo,  che Spinelli fondò (1943) e presiedette (1947-63). Partecipò alla Resistenza ed, in seguito, si impegnò nel progetto di unificazione europea: fu membro della Commissione delle Comunità europee (1970-76), deputato indipendente del P.C.I. (1976-83) e parlamentare europeo.

Quale ultimissima considerazione, ma questo riguarda la pubblicità istituzionale che, attraverso i diversi canali televisivi nazionali, lo Stato, in fase pre-elettoralistica, ha prodotto, allo scopo d’incentivare il voto degli elettori italiani, non mi resta che stigmatizzare il fatto che, con un’interpretazione, quantomeno errata, della consuetudine di mantenersi, rispetto alle varie liste in competizione, in posizione di par condicio, allorché ci si è riferiti (onde dare merito d’assoluta “primazialità” europeistica all’Italia), a chi, appunto, confinato dal Fascismo a Ventotene (a fare gratuito turismo com’ebbe l’ardire d’affermare qualche tempo fa l’improvvido Berlusconi), ci si è ben guardati da specificare i nomi ed i cognomi dei giovani (appunto Spinelli, Colorni e Rossi) che scrissero quel “Manifesto”  fondativo dell’Europa.

Gian Piero Calchetti