Triste polemica quella sulla Concordia
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TRISTE POLEMICA QUELLA SULLA CONCORDIA

concordia rimozione isola del giglio giglionewsTriste polemica quella sulla destinazione della Concordia. Triste, soprattutto, perché è fatta su un “cadavere” da cui, comunque, qualcuno, se ci saprà fare, potrà ancora trarre cospicui profitti, trasformandolo in prezioso “concime”. Per questo, nonostante da ben due anni (questo sarà il terzo), paghi tasse “lievitate”, senza  per altro, riuscire, a  causa della Concordia (almeno così mi si dice), ad affittare due monolocali a Campese, non scendo in dispute personali o di campanile.

Sulla base di questa premessa, “strafottendomene” del fatto d’essere del tutto inesperto in materia  e nutrendo, per diffidenza strutturale, maturata in quasi sessantanni d’esperienza giornalistica, seri dubbi sull’obiettività delle opinioni di chi sostiene di trarle asetticamente dal parere degli esperti (spesso solo sedicenti), di cui la cronaca s’avvale e “sguazza”a sostegno delle diverse tesi, a volte letteralmente antitetiche le une rispetto alle altre, cercherò semplicemente di dire “cose di buon senso”, in un ottica di connotazione istituzionale.

Ebbene, per far questo, parto dal comunicato, sostanzialmente “ipocrita”, diffuso dal Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, non appena s’è diffusa la notizia che la Concordia verrà “mandata” a Genova, per essere demolita. Comunicato che, appunto, dopo aver “minacciato” di fare il “diavolo a quattro” se la destinazione preannunciata, difforme dagli interessi della Toscana, verrà confermata, pur tuttavia, alla fine – relata refero – dice testualmente “Per noi, al primo posto stanno le ragioni dell’ambiente [al riguardo, “non ci piove”, sono tutti d’accordo, n.d.r.] sulle quali è lo Stato che deve farsi sentire e deve farsi valere”.

Ed è in questa ventilata minaccia di fare “come si dice a Roma”, “sfracelli” (fatte salve – in cauda venum! –  le “blandizie”, che è, comunque, lo Stato ad evere l’ultima parola) che tanto mi ricordano quelle rivolte, dal padre della Monaca di Monza, alla giovane “sirocchia”, che non intendeva “prendere i voti”, acciocché si piegasse ai suoi desiderata, che sta tutta la “discrasia” istituzionale che, da tempo, s’è creata nel nostro Paese, con il “varo” delle Regioni (prima causa, tra l’altro, del “sesquipedale” debito pubblico), la non soppressione speculare delle Province, come la logica avrebbe imposto, ed una falsa interpretazione della Democrazia in termini localistici.

Democrazia  per la quale, in totale disdoro dell’interesse generale, ognuno accampa il diritto di decidere se una cosa si può fare o non fare e, comunque, nel caso la si debba fare, sempre in casa d’altri (vedasi al riguardo, anche solo il problema delle discariche e della “Variante ferroviaria di valico”), alimentando, anno dietro anno, “episodi” di vera e propria guerriglia impeditiva, con il risultato di portare a termine i lavori in tempi lunghissimi, costringendo in tal modo la Comunità a sostenere costi del tutto sperequati ed  impensabili rispetto al resto del mondo.

Nella fattispecie, infatti, il Presidente della Regione, avendo “le sue gatte da pelare” con la crisi economicpo-produttiva di Piombino, onde “intercettare” i tempi di trasferimento della Concordia, s’è affrettato a stanziare decine e decine di milioni di Euro, acciocché Piombino potesse allestire, a stretto giro d’una manciata di mesi, un bacino di ricovero, atto ad accogliare e smantellare il conteso relitto.

Ha pensato, insomma, senza, tra l’altro, por troppa attenzione a quanto sarebbe costato “disfare” colà la Concordia, di cogliere l’”attimo fuggente”, dotando Piombino d’un moderno ed adeguato bacino di carenaggio funzionale alle acciaierie.

E questo, senza che, preliminarmente, si siano fatti bene i conti di quanto sarebbe costato smantellare a Piombino la Concordia al cospetto di altre realtà imprenditoriali (nazionali ed internazionali), parimenti interessate all’operazione.

Tornando, alla vexata quaestio, quindi, per parte mia, ritengo che si debba tenere conto esclusivamente di alcuni fatti oggettivi:

1) che più è lungo il tragitto di trasferimento del relitto, più aumentano le probabilità che la “variabile” meteoriologica incida pericolosamente sull’operazione, aumentando (nell’ipotesi peggiore) i rischi d’inquinamento;

2) che non possano essere certo né la “Costa Crociere”, né tantomeno le società d’assicurazione, a decidere, dove e come debba essere smantellato il delitto (mentre, infatti, alla Costa Crociere, quale responsabile oggettiva del disastro, non può essere attribuito alcun diritto in merito, le assicurazioni, in base a quanto contrattualizzato con la società di navigazione, possono solo accampare potestà risarcitorie circa le “richieste” dei soggetti danneggiati);

3) che lo Stato e solo lo Stato, attraverso il Governo, una volta sentita, quantomeno per rispetto, la Municipalità gigliese, che fin’ora è la sola ad aver subito disagi e danni diretti ed indiretti dal naufragio, e che pure è la sola ad essersi “adoprata” operativamente e solidarmente a favore dei naufraghi e delle potestà civili di soccorso, deve decidere, in base ai pareri, “giurati” e vincolanti, formulati dagli esperti  all’uopo nominati, dove la “Concordia” debba essere portata per lo smantellamento e l’utilizzo del materiale di recupero.

Non altri hanno, a mio modesto parere, facoltà o diritto d’esprimersi o di far valere i propri punti di vista, se non in termini di semplici opinioni, neppure la Regione, neppure Piombino che avrebbe tutto da guadagnare dall’operazione, in quanto riceverebbe un buon viatico per la ripresa economica.

Per quel che attiene la Regione, poi, vorrei chiedere al Presidente Rossi semplicemente ed un po’ maliziosamente questo: al di là dall’aver comunque dato lavoro per l’allestimento d’un sito di carenaggio atto a ricevere relitti da smantellare, particolarmente “accogliente” e funzionale al futuro utilizzo del materiale di risulta per le acciierie di Piombino, letteralmente a due passi o come s’usa dire, in condizione d’avere, di fatto, in un unico contesto, “casa e bottega”, visto che i costi di smantellamento in quella località pare siano del tutto fuori mercato, quale progetto ha preliminarmente elaborato la Regione prima di deliberare le decine e decine di miliardi stanziati?

Gian Piero Calchetti