Il punto sulla questione piattaforme
Il punto sulla questione piattaforme

Mentre sull'isola è iniziato il conto alla rovescia per il rigalleggiamento e la rimozione della Concordia, tra i vari argomenti di cui i gigliesi discutono e che il nostro giornale ha più volte affrontato c'è l'ormai nota "questione piattaforme".

piattaforma 2 rimozione costa concordia isola del giglio giglionewsLa collega de Il Tirreno Francesca Gori ha affrontato per 2 giorni il dibattuto tema sul suo giornale. Vi proponiamo di seguito il testo del 4 Luglio scorso con cui si parla della questione e la foto dell'articolo del 5 Luglio con cui la Minoranza consiliare isolana chiede al Sindaco Ortelli di insistere presso il Ministero dell'Ambiente al momento propenso alla rimozione delle strutture dai fondali.

Articolo del 4 Luglio - ISOLA DEL GIGLIO. Il ministero dell’Ambiente è irremovibile: le piattaforme sulle quali è appoggiata la Concordia dovranno essere smantellate una volta che la nave avrà lasciato l’isola. Ma gli abitanti del Giglio non ci stanno. E per tenere sott’acqua quelle strutture sono pronti a protestare. Non fa una piega il ragionamento dei gigliesi. C’è uno studio dell’Università La Sapienza di Roma che spiega come ormai le piattaforme siano diventate parte della costa gigliese: lì hanno trovato casa colonie di pesci e di piante che si sono abituate a quelle strutture in acciaio e cemento che si trovano a una profondità di oltre diciotto metri e sono sostenute da grossi piloni. «Quello che vorrebbero gli abitanti dell’isola - dice il sindaco Sergio Ortelli - è il mantenimento di quelle strutture per dare la possibilità ai sub di immergersi là dove ancora oggi poggia il relitto della Concordia». Una sorta di volano per il turismo - sostengono gli abitanti del Giglio - ma anche una specie di luogo della memoria per non dimenticare chi il mare ha preso e purtroppo, come nel caso di Russell Rebello, non ha ancora restituito. Ma il ministero dell’Ambiente alla richiesta dei gigliesi ha deciso di rispondere picche. E proprio ieri mattina ha comunicato al sindaco che una volta che la Concordia avrà lasciato l’isola, si comincerà a buttare giù il progetto di rimozione delle piattaforme. Il motivo è semplice: c’è una causa per danno ambientale nei confronti di Costa Crociere e nella Conferenza dei servizi del maggio 2012, il ministero ha prescritto alla società il ripristino dello stato dei luoghi. Insomma, la costa dovrà tornare così com’era. Intanto giovedì 3 luglio è stato installato l’ultimo cassone per il rigalleggiamento della Concordia, mentre oggi Costa chiederà al tribunale il dissequestro del relitto. E ora che cominceranno le manovre per portare via la nave dall’isola, i gigliesi dovranno dire addio anche alle piattaforme. Il Comune non può giocare questa partita perché non ha competenza in materia. Lasciando lì le piattaforme, il danno ambientale calcolato dai periti del ministero avrebbe infatti un valore minore rispetto a quello stabilito quando le strutture verranno rimosse. Una ragione, questa, che potrebbe pesare per qualche milione di euro sulle casse dello Stato, ma che non va giù agli abitanti dell’isola.

Articolo del 5 Luglio

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