Le 81 vittime della strage di Ustica
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Le 81 vittime della strage di Ustica

CHI HA SULLA COSCIENZA LE 81 VITTIME DELLA TRAGEDIA DI USTICA?

strage ustica isola del giglio giglionewsUn paio di settimane fa, a commento di un mio “contributo”, sostanzialmente tecnico, che, centrato sul “sistema” delle procedure d’intercettazione-radar, di identificazione e di eventuale attacco, da parte di caccia intercettori o di postazioni missilistiche, soffermandosi sull’abbattimento dell’aereo Malese, s’occupava anche del “Caso Ustica”, il signor Maurizio Scholl (che ho visto dire spesso e con competenza, la sua in merito alla Concordia), nel complimentarsi per come “trattavo” i problemi di cui “Giglio News” mi consentiva d’occuparmi, senza che, al momento, me ne avvedessi, dando per scontato che su Ustica, anche se non ancora, per così dire, “certificata”, la verità la si conosceva da anni, non solo mi ha offerto un “appoggio” importante, per tornare sull’argomento, ma mi ha dato anche lo spunto per riparlarne.

Per riparlare, non tanto e non solo della verità, sospettata ma non ancora rivelata (non ostante Matteo Renzi, si sia, appena ieri, vantato d’aver “desecretato” i cosiddetti “Segreti di Stato”), ma di quello che, invece, non ostante, dall’Autunno del 2008, sia stato autorevolmente “testimoniato”, non è stato ancora “recepito” da nessuno, fatta eccezione per  il “bollettino” della Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo, e per la “La Voce Repubblicana” che pubblicò, in prima pagina, la notizia “choccante”, che, appena trapelata, il sottoscritto “decrittò” nella sua “mostruosa” valenza politico-istituzionale.

Notizia che getta (ancorchè, attraverso le lungaggini delle indagini e dei processi, in ultima istanza, siano usciti ampiamente assolti, dall’accusa di collusi con i responsabili dell’abbattimento dell’aereo, i massimi esponenti dell’Aeronautica Militare Italiana, ivi compreso l’allora Capo di Stato Maggiore Generale Bartolucci d’Orberello) un disonore senza limiti sui Servizi Segreti Italiani, autori d’una doppiezza comportamentale che ha dell’inaudito.

Ebbene, perché si sappia, non ciò che si suppone, ma ciò che è veramente successo, signor Scholl (che ringrazio ancora per avermi dato l’assist per tornare sull’argomento), basta andarsi a rileggere il Comunicato-stampa che, appunto, la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo (L.I.D.U.), fece pervenire ai “media” ed alla agenzie, in data 8 Novembre 2008 (Comunicato, pubblicato, in seguito, sul volume “TESTIMONIANZA: REPORT 2008-2009”, edito, nel Marzo 2010, a cura di G.P.Calchetti e Sara Lorenzelli,  dalla L.I.D.U. – membro della Federation Internationale des Ligues des Droits de l’Homme –, attraverso i “tipi” della Litotipografia Fratelli Begliomini e la grafica di Gererdo Spera).

Ebbene, dopo un “cappello” che asseriva “Alla luce delle gravi dichiarazioni, pronunciate dal Ministro degli Esteri libico, Abdel Rahma, e confermate dal Senatore a vita Giulio Andreotti, circa gli oscuri eventi che “contornarono” la “Tragedia di Ustica”, la L.I.D.U. chiede la riapertura dell’inchiesta su quell’evento, mai pienamente chiarito, né nella dinamica, né nelle cause. E questo, soprattutto perché, da quanto riferito dai due esponenti politici, mentre si evince che il Colonnello Gheddafi, preavvertito del fatto che, ai suoi danni, si stava programmando un agguato, potè essere dirottato, per tempo, alla volta di un aeroporto straniero, nessuno, tra coloro che “sapevano”, si peritò di “dirottare” l’aereo passeggeri italiano, partito in ritardo da Bologna, su altra aerovia che non fosse quella in cui la tragedia venne, poi, a compiersi.”, in modo, estremamente dettagliato, il Comunicato-Stampa, riportava, quanto segue:  Le cose che ha, nei giorni scorsi, detto il Ministro degli Esteri libico, Abdel Rahman Shalgam, ha dell’inaudito.

Ancor più inaudito che, subito dopo, l’esimio senatore a vita, Giulio Andreotti, gli abbia fatto da controvoce, acclarando la veridicità dei gravi fatti rammemorati.

Questo, non tanto e non solo perché il governo italiano, ha tradito, per l’ennesima volta, un alleato, alla faccia del famoso detto latino, pacta servanda sunt (nella fattispecie, la nazione che, più di ogni altra, ha aiutato l’Italia a liberarsi dal Nazifascismo ed a restituirci la Democrazia, dopo decenni di dittatura), quanto perché la rivelazione potrebbe finalmente chiarire la tragedia di Ustica. Una tragedia le cui cause non sono mai state “veramente” accertate. Una tragedia che, oltre alle 81 vittime ….ha contato uno stillicidio di altre morti sospette, ultima delle quali quella del Generale pilota di Divisione aerea, Roberto Boemio, detto “pappolo”, ucciso con una stilettata al cuore, infertagli, nottetempo, da due Magrebini, a Bruxelles, dove si trovava, dopo essersi congedato, in veste di rappresentante dell’ I.R.I. presso la Comunità Europea.

Perché ci siamo sentiti punti nel vivo al momento di apprendere le dichiarazioni del Ministro libico ed, ancor più, la validazione fornitagli dal Senatore Andreotti?

Semplicemente perché la vicenda di Ustica rimane, tutt’ora, avvolta nei misteri per una serie di ragioni che cercheremo di spiegare:

1° perché, a suo tempo, parlando a sporposito di radar che non funzionavano o si trovavano in manutenzione, si è affermato che (cosa assolutamente impossibile) nessun radar, né della costa, né dell’entroterra, né, tantomeno, quelli delle grosse navi da guerra americane, alla fonda nel porto di Napoli, avevano potuto rilevare alcunché di anomalo;

2° perché, sempre a suo tempo, corsero voci di un dirottamento di “salvaguardia” di un aereo, su cui si sarebbe trovato Gheddafi, alla volta di un aeroporto greco o slavo;

3° perché ci sono versioni e perizie medico-legali e dell’Aeronautica militare discordanti sul mig libico, precipitato sulla Sila con il pilota a bordo (in un primo tempo, si disse che fosse caduto, senza che i radar  se ne fossero avveduti – altro mistero – pressoché in concomitanza con la caduta in mare dell’aereo di linea italiano; questa versione venne poi modificata, anticipando di una decina di giorni l’impatto del mig sui primi contrafforti delle montagne calabresi);

4° perché nessuno ha ancora definitivamente accertato se l’aereo Bologna-Palermo, fosse rimasto vittima di un attentato (mai rivendicato), ovvero dell’esplosione esterna d’un missile, avvenuta pressoché a ridosso della coda (missile eventualmente indirizzato da un aereo sconosciuto verso altro aero sconosciuto  – forse il mig libico caduto in Sila? –,  che, nel corso di una vera e propria battaglia aerea, avrebbe cercato scampo e copertura sotto l’aereo di linea italiano);

5° una versione, non tanto romanzata, dei fatti, anzi, dal punto di vista tecnico, assai verosimile, riferiva che mentre l’aereo di Gheddafi aveva cambiato rotta verso la Grecia o verso la Jugoslavia, gli aerei di scorta avevano proseguito per la loro rotta, allo scopo di depistare un agguato, di cui erano venuti a conoscenza, predisposto da caccia americani e/o francesi partiti da una base corsa.

Ebbene, a questo punto, la cosa per la quale siamo estremamente indignati riguarda, non tanto e non solo il “tradimento” degli alleati, quanto il fatto che, se l’eventuale agguato a Gheddafi era stato adeguatamente studiato e programmato, per forza di cose, l’attacco, di cui i nostri “Servizi” sarebbero venuti a conoscenza, non avrebbe potuto non prevedere il punto e l’ora precisi in cui sarebbe avvenuto.

Ovvero, il luogo e l’ora in cui sarebbe, sfortunatamente, transitato, pressoché all’altezza della verticale di Ustica, l’aereo di linea italiano, partito con grave ritardo da Bologna.

Aereo di linea che, per negligenza o fatalità, mentre si provvedeva ad avvertire callidamente il “mandante” della strage di Lokerby, nessuno pensò di dirottare, chiamando, via radio, il pilota con l’ordine di modificare, in corso d’opera, il piano di volo, magari adducendo qualche plausibile scusa meteorologica.

Se così è stato, a nostro parere, varrebbe la pena di riaprire le indagini per verificare …. chi mai, a conoscenza di quanto stava per accadere, a livello di Governo o d’Arma aeronautica, debba essere ritenuto complice preterintenzionale della strage per aver omesso d’ordinare o di far ordinare al pilota di linea italiano la modifica della rotta per Palermo.

A questo punto, sic rebus stantibus, ed alla luce della riapertura dell’inchiesta sulla morte di Pantani, che non sarebbe stata provocata da un suicidio, come pure delle sollecitazioni rivolte al Governo perché si riaprano le indagini sulla strage di Bologna (dalla quale, tra l’altro, ebbi a scampare fortunosamente grazie al fatto che, rispetto all’orario stabilito del previsto rientro a Roma, riuscii ad anticipare la mia partenza), mi farebbe piacere se venisse riaperta l’inchiesta su Ustica, anche solo per la parte relativa all’ordine di deviare dalla consueta aerovia, che nessuno si peritò di trasmettere al pilota del “Volo-Itavia” Bologna-Palermo.

Ci sono ancora i familiari di ben 81 vittime che vorrebbero sapere chi mai sono gli scellerati che, pur potendo salvare i loro cari, si sono astenuti dal farlo, in base a chi sa mai quale disumana “Ragione di Stato”!