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I veri eroi: quelli della quotidianità
I veri eroi: quelli della quotidianità

La notizia della recente assoluzione dell'Ing. Giovanni Battisti, ex responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Isola del Giglio, dal reato di corruzione riportata dalla stampa e dai siti locali, forse perché comunicata in termini solo tecnici, non sembra sia stata percepita in tutta la sua importanza.

armando schiaffino isola del giglio giglionewsL'Ing. Battisti (che arrivò al Giglio come “geometra” e ne ripartì come “ingegnere”, avendo continuato a studiare per accrescere la propria competenza professionale, nonostante gli impegni lavorativi, cosa che, da sola, dovrebbe essere motivo di stima e di rispetto per la sua persona) fu assunto a tempo determinato durante l'amministrazione del sindaco Brothel. Oltre ai consueti e gravosi mille impegni quotidiani dell'ufficio tecnico, collaborò alla realizzazione di vari importanti progetti per poter accedere ai finanziamenti a fondo perduto (opportuno ricordare che “a fondo perduto” vuol dire “DI REGALO”, cioè senza che dal bilancio comunale uscisse un solo centesimo) del Ministero degli Interni per le Isole Minori, opportunità che era stata segnalata dall'ex Sindaco Giuseppe Ulivi. Su un progetto in particolare, denominato “Giglio Salute” si riuscì ad ottenere il cospicuo finanziamento di circa un miliardo e duecento milioni di vecchie lire per i lavori agli ambulatori di Giglio Porto, parte di quelli del Castello, per l'acquisto di una nuova ambulanza nonché di ulteriori trecento milioni, tuttora inutilizzati, per il progetto centro socio-sanitario “con vetrine archeologiche “ (ex scuole medie del Porto). L'enorme merito dell'Ing. Battisti fu non solo quello di aver collaborato al buon esito dell'assegnazione di tale contributo, ma soprattutto di essere riuscito a utilizzarlo quasi per intero per le opere per le quali era stato richiesto, in particolare per i lavori e per la messa a norma degli ambulatori del Porto, con il conseguente arricchimento patrimoniale e in servizi dell'intera comunità gigliese.

Il periodo che sta attraversando la nostra nazione, di crisi economica e, paradossalmente, con montagne di denaro pubblico inutilizzato, trova la sua preoccupante spiegazione proprio nel comportamento dei funzionari pubblici, che si dividono notoriamente in tre categorie:

1) I disonesti, che portano avanti le opere pubbliche solo grazie a laute tangenti e quindi non solo compiono atti illeciti ma, quando scoperti, provocano l'opportuno intervento della magistratura che finisce però per rallentare i lavori pubblici e il conseguente virtuoso utilizzo delle relative risorse economiche.

2) Gli “ignavi”, ovvero coloro i quali si guardano bene (per paura o per incapacità) dall'assumersi responsabilità che potrebbero comportare guai personali e, praticamente, non concretizzano mai niente, difendendosi in una “trincea” di legislazioni spesso farraginose o in pratiche amministrative che, comportando competenze di altri uffici dello Stato, consentono di poter agevolmente scaricare su altri la responsabilità di ogni ritardo. Illuminante e paradigmatico un articolo apparso in questi giorni su un quotidiano in difesa dei responsabili del polo museale di Firenze, accusati di aver stipulato una polizza assicurativa per proteggere alcune importanti opere d'arte con procedura difforme dalla normativa europea, articolo in cui il giornalista sottolinea, con ironia e sarcasmo, che sarebbe stato meglio per loro non aver fatto niente, dato che in Italia non esiste il reato di “scaldamento di seggiole”.

3) La terza categoria, cui ha dimostrato di appartenere l'Ing. Battisti, è quella dei professionisti seri che affrontano i loro compiti con coraggio e onestà, consapevoli che questo potrebbe comportare anche problemi giudiziari che dovranno semplicemente essere affrontati con la coscienza pulita (giova ricordare a questo proposito che i magistrati di solito sono molto più intelligenti di come qualcuno vorrebbe far credere e che il procedimento che ha visto come imputato l'Ing. Battisti non riguarda il progetto “Giglio Salute”).

Ma la cosa più sconcertante di tutta questa vicenda non è costituita dal doveroso intervento della magistratura ma dal fatto che l'attuale Giunta Comunale di Isola del Giglio si sia, a suo tempo, costituita parte civile nel giudizio, in forza di motivazioni di un ipotetico danno all'Ente, motivazioni che non conosciamo e che nemmeno ci interessa conoscere: costituzione di parte civile nei confronti di un dipendente comunale che non trova riscontro, a memoria d'uomo, nella storia recente e remota dell'isola.

Un danno economico oggettivo, allo stato attuale dei fatti, al bilancio del Comune lo ha provocato, in concreto, la Giunta Comunale stessa che dovrà pagare le spese legali relative alla costituzione in giudizio e rifondere, come previsto dalla legge, anche quelle, non indifferenti, sostenute dall'Ing.Giovanni Battisti.

Non volendo considerare attendibili voci secondo cui qualcuno avrebbe condizionato tale decisione (concretizzando così il fatto, gravissimo, di aver anteposto risentimenti personali alla doverosa gestione dell'interesse collettivo), rimane in ogni caso da prendere atto, per l'ennesima volta, della incapacità gestionale dell'attuale Giunta Comunale e della più grave incapacità di interpretazione degli altri consiglieri che la sostengono che ancora non chiedono le immediate dimissioni dell'intero organo esecutivo.

Dr. Armando Schiaffino – ex Sindaco dell'Isola del Giglio