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Alla faccia del "sasso" de Le Scole
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ALLA FACCIA DEL "SASSO" DE "LE SCOLE"
ORA CHE CAPITAN SCHETTINO, UN TAPINO E’ DVENTATO, CHE’, IN DONO, IL SUO DESTINO SEDIC’ ANNI GLI HA PORTATO, SEDIC’ ANNI DI DURA GALERA, QUELLA LUNGA, QUELLA VERA, CHE’, FIN’ORA AVEA "CELIATO", ANCORCHE’, GIA’ PREPARATO, TANTO CHE, DALLA PRE SERA, AVANTI AL CARCERE LUI ERA, CREDO CHE SI DEBBA DIRE, SENZA TEMA DI SMENTIRE, CIO’ CH’E STATO PROCURATO, (E SBAGLIANDO BEN S’IMPARA), DAL “PREFATO”, CONDANNATO, DALLO SCOGLIO DE LE “SCOLE”, PER FINIRE AL “GABBIANARA”, DEL “CONCORDIA" DALLA MOLE, CHE LE COLPE CHE GLI HAN DATO, PER CUI L’HANNO CONDANNATO, SE, PUR, NON FURONO LE SOLE, PERCHE’ S’ E’ ANCH’ AZZARDATO, STRAVAGANTE E IMPOMATATO, NONCHE’ LUSTRO ED AZZIMATO, AGLI STUDENTI D’OGNI ETA’, D’INSEGNAR QUEL CHE SI FA, QUAND’ OCCORRE DI SALVA’, PIU’ PERSONE IN QUANTITA’, ONDE, TOSTO, SCONGIURARE, CH’ESSE POSSANO AFFOGARE, CHE’, PURE ALTRI, COME LUI, QUELLA NOTTE, SCIAGURATA, D’UNA STRAGE PERPETRATA, PREDISPOSTA E CONSUMATA, QUASI FOSS’APPARECCHIATA, MANTENENDO GLI OCCHI BUI, E L’UDIR TUTT' ASSORDATO, FURONO REI DI QUEL REATO, CUI SOL LUI HA "STRAPAGATO", BEN SALVANDO L’ARMATORE, CHE L’INCHINO, A TUTTE L’ORE, PRESSO IL SASSO DELLE SCOLE, GIUSTO AVEVA AUTORIZZATO. TANTO CREDO E PURE PENSO, E SICCOME UN PO’ MELENSO, HO SOLTO QUELL’ “ATTREZZO” CHE SERVIVA, SICCOME VEZZO, DI TENER TESTA A CHI AMAVO, DA INSAZIABILE E, MAI, IGNAVO, GIA’ SPERANDO CHE, A SENTIRE, CIO’ CHE HO, OR,OR, DA’ DIRE, CI SIA PUR CHI S’APPIA AUDIRE, COSI’ COME ANCHE ASSENTIRE, PERCHE’ POSSA PRESTO AGIRE. S’E’ PUR CERTO CHE “MENATE” SU MANOVRE, ASSAI ERRATE, PER PIU’ FIATE, “RIMPALLATE”, SONO STATE, POI, SPIEGATE, QUALI ORDINI, CHE, BEN DATI, FURON, INVECE, MAL’ INTESI DA UNA CIURMA D’AUDIOLESI, O, CHE, COMPOSITA DI RAZZA, DOPO L’URTO AL FATAL SASSO, NON UDI', NE' CAPI’ UN "CASSO", E’ PUR VERO CHE QUEL SASSO, EMERGENTE, APPEN, APPENA, DA FAR DANNI DI GRAN LENA, ANCHE SE, PER L’ECOSISTEMA, SE SI ABBATTE, NIUNO FREMA, MENTRE, SE RESTA O DURA, SARA’ SEMPRE UNA IATTURA, PER LE BARCHE E I BASTIMENTI, DA TREMARE I POLSI E I DENTI, ANCHE SE, SOLTANTO I VENTI, TI COSTRINGONO AD ANDARE APPO IL SASSO A MEZZO MARE. QUINDI, PER SALVAGUARDARE, DA ALTRI RISCHI, IL NAVIGARE, QUEL CHE SERVE, TOSTO, FARE, MENTRE VEGGO SFORACCHIARE MONTI E COLLI PE' ACCORCIARE, GRAN DISTANZE DA SFIANCARE, MENTRE S’INONDANO LE VALLI, CON BEI PAESI E LE LOR CALLI, TRAMITE DIGHE A NON FINIRE, PER PIU' ENERGIA DA FORNIRE, COSA MAI POSSO ANCOR DIRE, SE NON URLARE A PERDIFIATO RISCHIANDO D’ESSER' INTESO, SE NON PAZZO E SCATENATO, QUANTOMENO CEREBROLESO CHE S’ANNULLI ‘STO PERICOLO, CO’ UN “BOTTO” A NON FINIRE, DA FA’ “IL GIGLIO” SBALORDIRE, PRIA CHE APPAIA IPERIDICOLO!