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MAMMA LI TURCHI! (Assalto all'Isola del Giglio)
MAMMA LI TURCHI! (Assalto all'Isola del Giglio)

Col piacere della storia, affetto e riconoscenza cittadina, pubblico il pensiero che don Pietro Fanciulli, su quella storia lontana - da noi gigliesi tanto sentita come festa isolana radicata nella propria identità - scrisse un bel po’ di anni fa.

Una fotocopia su di un foglio formato A4 forse passatami dall’amica Wilma Baffigi e ritrovata fra le tante carte e appunti raccolti nel tempo che parlano dell’isola del Giglio; una fotocopia che oggi trascrivo su GiglioNews per evidenziare come il nostro "San Mamiliano dei turchi - 18 novembre 1799" sia un punto fermo da non trascurare sabato prossimo … 18 novembre partecipando alla processione che gira intorno - fuori - le mura del Paese.

Mamma li turchi! era l’interiezione sorta quando nel Mediterraneo imperversava l’Impero ottomano, tra saccheggi e deportazione di schiavi. A subirne le tragiche conseguenze era l’Italia. Sulle sue spiagge, come sul nostro litorale, risuonava quel grido: mamma li turchi! Ma risuonò più allarmante e preoccupato tra le granitiche coste del Giglio in un lontano, brumale giorno di novembre,{…} Sbucata dagli anfratti della costa isolana, ove di notte s’era nascosta con le barche, un’orda furiosa armata di scimitarre lucenti saliva verso gli erti declivi dell’isola, fino alle sommità per depredare gli isolani racchiusi entro la cinta muraria del Castello. Questi erano già pronti a difendere con coraggio la loro terra, la libertà e la tradizione religiosa sotto la protezione del Santo Patrono Mamiliano. I corsari, che non si aspettavano una reazione così forte, furono messi in fuga precipitosa fino alla riva, e con le loro barche scomparvero oltre l’orizzonte. Era il 18 novembre del 1799: e un piccolo popolo, memore di tanti fratelli del passato ridotti in schiavitù, seppe difenderne la libertà. Da allora, ogni anno i gigliesi commemorano l’evento di quel giorno glorioso. Lo chiamano con devozione il giorno di San Mamiliano dei Turchi. In verità non erano turchi ma tunisini: I pescatori gigliesi conoscevano bene i pirati tunisini e le loro scorrerie. Li incontravano spesso, quando con fragili Tartane andavano a pescare in Barberia e lungo le coste settentrionali dell’Africa. Il termine turco, in effetti, fin dal medioevo aveva acquistato un valore semantico improprio.{…} L’annuale processione di San Mamiliano dei turchi, così detto per distinguerla dalla festa patronale del 15 settembre - ha sempre avuto un forte valore religioso oltre che storico. Ne è testimonianza una supplica al santo padre Gregorio XVI, scritta dal sacerdote Giuseppe Aldi arciprete della chiesa di san Pietro apostolo del Castello nel 1838 in cui ricorre supplichevole - affinché conceda l’indulgenza plenaria da lucrarsi in quel giorno da chiunque visiterà…etc Il Santo Padre accolse la supplica concedendo l’indulgenza per sette anni. L’abate, card, Costantino Patrizi spedì il relativo decreto in latino, che traduco così:

“Dall’udienza di S. S. Santità Gregorio XVI a tutti i fedeli cristiani d’ ambo i sessi, veramente penitenti confessati e comunicati che visitano detta chiesa nella festa di cui nella supplica {…} ha concesso l’indulgenza plenaria da acquistarsi dai primi vespri fino al tramonto del sole del giorno di festa, valida per un settennio…

Roma, 30 giugno 1838. Card. Castracane, presidente.”

Don Pietro Fanciulli - (archivio abbaziale d’Orbetello)

… E allora, buon San Mamiliano dei Turchi e buona memoria storica locale a tutti noi.

Palma Silvestri

Per chi volesse saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Fanciulli