Ormai da molti anni sono una frequentatrice estiva dell'Isola del Giglio, della quale sempre di più apprezzo le bellezze naturali e le "spigolature del carattere di alcuni suoi abitanti".
Ho seguito con attenzione la questione relativa al "Taglio degli alberi" e questa volta non sono riuscita a leggere la questione in maniera distaccata, come il solito "battibecco" sempre però costruttivo in un ottica di scambio di opinioni.
L'isola è bellissima, con delle caratteristiche uniche e irripetibili dal punto di vista naturalistico. Gli unici nei devo dire sono, come sempre, legati ad alcuni interventi "UMANI".
Una cosa che mi ha colpito è il mutamento di Campese negli ultimi anni oggetto di una selvaggia cementificazione che ha modificato in negativo l'aspetto e la vivibilità di tale località dell'isola.
Ogni estate, purtroppo, i cambiamento che trovo al Campese sono sempre peggiorativi rispetto all'anno precedente.
Per tale motivo mi ha profondamente colpito sapere che sono stati tagliati i pochi alberi presenti (per esempio quelli nella piazzetta dove partono i bus e quello davanti alla chiesa).
La cosa mi è sembrata strana perché sono a conoscenza del fatto che, in alcune località del nostro paese, per tagliare un albero si deve essere in possesso di appositi permessi e, nel caso qualcuno proceda in tal senso, vengono applicate pesanti sanzioni.
Non davano noia a nessuno, rappresentavano dei punti di riferimento ed offrivano ombra e refrigerio nelle assolate giornate estive.
La cosa mi ha colpito ancora di più in quanto mi è sembrato di capire che su questo argomento regni una totale "anarchia"; chiunque può decidere di far tagliare alberi vecchi di decenni tanto più su di un territorio non ricco di vegetazione.
Lo stesso discorso vale per i poveri cipressi secolari del Cimitero del Castello: ho visivamente presente il piccolo camposanto con i suoi alberi.
Mi sono chiesta quale potesse essere il motivo del loro taglio.
Manca spazio anche al Giglio come nelle grandi città dove l'espandersi dei cimiteri sta diventando un problema urbano? Anche al Camposanto ci sono problemi di cementificazione e i cipressi rappresentano un intralcio all'edilizia locale?
Forse la locale Confraternita vende loculi per autofinanziarsi?
Oppure, e questa mi è sembrata la risposta più esaustiva, qualcuno all'interno di una piccola comunità come quella del Giglio, crede di essere "omnipotente" e non gradisce di essere ripreso da nessuno specialmente in relazione alla propria attività di costruttore e quindi di "cementificatore"?
Un'ultima riflessione: riferendomi agli scambi epistolari in merito alla questione mi viene da dire: chi lavora con la natura di solito la difende, chi la modifica, di solito, l'offende.

RITA CASELLA
Fabrizio Di Paco