FIRENZE - Dopo i ripetuti tagli operati dalle Leggi Finanziarie, l'eventuale abrogazione dell'Ici sarebbe la condanna a morte dei Piccoli Comuni - la denuncia arriva da Legambiente, UNCEM, e Consulta dei Piccoli Comuni che hanno indetto una conferenza stampa alla quale hanno preso parte Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, Agostino Fragai assessore regionale con delega ai piccoli comuni, Renzo Mascherini vice- presidente nazionale di Uncem (Unione Nazionale Comuni Montani) Tiziano Lanzini sindaco di Londa e coordinatore della Consulta dei piccoli Comuni dell'Anci Toscana.
L' Ici rappresenta per i comuni italiani circa il 35% delle entrate, ma per i piccoli comuni questa tassa arriva a coprire fino alla metà dei soldi in entrata.
Tagliare l' Ici, come annunciato in modo populista da Berlusconi, vorrebbe dire condannare a morte tante piccole realtà municipali italiane.
Solo in Toscana, sono 141 i comuni al di sotto dei 5000 abitanti che già sono stati costretti a tagliare i servizi, come l'assistenza agli anziani, i pulmini scolastici ed il trasporto pubblico, i presidi sanitari, le scuole, gli uffici postali. Con il taglio dell'Ici ed i conseguenti decurtamenti dei servizi comunali i cittadini che vivono nei migliaia di piccoli centri italiani si vedrebbero costretti a pagare di più per usufruire degli stessi servizi offerti da soggetti privati, creando così una disparità tra i cittaini più ricchi e quelli più poveri, cittadini di serie A e di serie B.
Questo ci fa capire quanto il proclamare certe misure come il taglio dell'Ici un vantaggio per le tasche degli italiani sia pura e semplice demagogia. Secondo Uncem ed Anci toscane dal 2003 ad oggi c'è stato un taglio medio del 50% , ovvero di 5, 5 milioni di euro, per quanto rigurada gli investimenti per la montagna. Il taglio del Fondo sociale per la nostra regione è stato di 3,5 milioni di euro ed il fondo per la montagna è passato a livello nazionale da 65 milioni di euro a 20 ed in Toscana da 6 a 1,5 milioni di euro. Secondo Massimo Zazzeri dei Ds in totale, sono 15 i milioni di euro che non sono entrati nelle casse dei comuni toscani.