Alcuni anni or sono, sul giornale “Il Tirreno”, una agenzia di promozione pubblicitaria sponsorizzò una simpatica iniziativa (di sapore alquanto campanilistico) tesa  a stabilire se fossero più furbi i pisani o i lucchesi, all’epoca in polemica fra di loro per non so quale motivo. La conclusione dell’indagine portò alla constatazione che esistevano pisani cretini e pisani intelligenti, lucchesi cretini e lucchesi intelligenti. Insomma il problema vero non era se uno era pisano o lucchese, ma se apparteneva alla categoria degli imbecilli o a quella delle persone in grado di ragionare.

In questi giorni è uscito, nella rubrica “I borghi più belli” del noto settimanale FAMIGLIA CRISTIANA un lungo ed interessante servizio sull’isola del Giglio. Alcuni castellani si sono indignati nel vedere il loro dolce tradizionale natalizio (il panficato) reclamizzato da un operatore commerciale (per altro oriundo) del Porto. Alcuni hanno addirittura auspicato il ritorno ai bei tempi andati, quando i portolani che salivano al Castello per la vecchia mulattiera venivano accolti a sassate.
Ciò che dovrebbe indignare le persone con un minimo di intelligenza non è vedere che il panficato sia confezionato al Porto, ma che sia confezionato d’estate.
Il maestro di musica Cecchino, fedele custode delle migliori tradizioni isolane, non voleva assolutamente che si cantasse la nenia del Buon Capodanno in altri periodi dell’anno. Considerava un involgarimento di questa bella ed autentica tradizione il cantarla al di fuori della atmosfera unica e magica della notte di capodanno. Facilmente immaginabile la sua riprovazione se avesse visto vendere il panficato nel mese d’agosto, anteponendo una logica prettamente commerciale e turistica al rispetto di una tradizione che vuole quel dolce essere la massima espressione delle feste di Natale.
Il maestro Aldi Francesco apparteneva, notoriamente, alla categoria delle persone sagge ed intelligenti.
Che Dio l’abbia in gloria.

SIBILOT