Leggendo in questi ultimi giorni la rubrica Giglio news, non riesco francamente a capire il motivo per il quale in questo spazio, messo molto “democraticamente” a disposizione della collettività per i più disparati motivi, si debba per forza di cose scomodare personaggi storici o ideologie politiche, al solo fine di giustificare le proprie invettive, per carità, legittime ma pur sempre opinabili, specie quando queste, come nella fattispecie della sig.ra Arienti, finiscono quasi sempre con lo scadere nella volgarità e nell’insulto gratuito.
Non capisco altresì se, riportando alla lettera quanto scritto dalla sopraccitata, il messaggio : < Cara Signorina o Signora Stefannia Maschio, grazie a Dio Mussolini è stato fatto fuori e spero che lei non voglia prendere il suo posto.....>  sia da interpretare come un premuroso e disinteressato  consiglio elargito da una esperta di storia contemporanea o, verosimilmente, voglia invece rappresentare una sorta di velata minaccia nel qual caso a scanso di equivoci,  fossi nei panni della sig.na Maschio, anche se in verità qualunque lettore avrebbe facoltà di farlo, provvederei quanto prima a cautelarmi dandone  immediata notizia  all’autorità giudiziaria.
Il fatto che la buon’anima di Mussollini sia trascesa a miglior vita, non le da certo il diritto di aprir bocca per il solo gusto di dargli fiato né  tanto meno, ma qui sconfiniamo nel terreno dell’educazione personale, il potere di vilipendere una persona ormai defunta, buona o cattiva che sia stata (non dimentichi poi, se proprio non vogliamo fare torto a nessuno, che anche l’omologo ”Baffone” a suo tempo, ha chiuso diverse bocche …)
La libertà di parola  che tanto  sbandiera e di cui purtroppo spesso abusa, ha, anche se taciti, dei limiti ben definiti che coincidono o, quantomeno, interagiscono  con quelli delle altre persone che, pur potendo avere opinioni esattamente opposte alle sue, non devono per questo subire, proprio in virtù del principio di libertà da lei citato, insulti, minacce o essere feriti nella propria sensibilità o credo, specialmente da chi, pur sostenendo di avere le cosiddette “palle” per affrontare determinate tematiche, chissà perché, non rinuncia al riparo offertogli dal proprio PC.
Nei suoi interventi, cara sig.ra Arienti, traspare talvolta  un non so chè di altezzosità nei confronti della comunità Gigliese come se si ritenesse  in  condizione di poter salire in cattedra con la pretesa di catechizzare questa sorta di Mao Mao dell’arcipelago Toscano. Niente di più sbagliato!!! Primo perché così facendo, non si attira di certo la simpatia degli indigeni o degli autoctoni e tantomeno li predispone favorevolmente al dialogo, secondo, perche le posso tranquillamente garantire che quelli che lei definisce  “Arretrati”, non sono poi così sprovveduti“ visto che, tra loro, c’è gente, nata molto prima di me e di lei, che ha fatto il giro del mondo magari anche più di una volta…..
Io non sono Gigliese e quindi non dovrei sentirmi parte in causa, però, venendo al Giglio ormai da molti anni e vivendo in prima persona la gran parte dei  disagi da lei stessa denunciati, posso assicurarle, avendo girato anch’io la mia fetta di mondo, che la comunità in questione, facendo le debite proporzioni, non ha nulla di così diverso rispetto  a tutte le altre  comunità sparse sul suolo Italiano.
Tutto  è perfettibile, siamo ben d’accordo, ma non perda  di vista il fatto che stia parlando di un isola piuttosto piccola, la quale, a causa della sua stessa natura, ha delle problematiche congenite certamente più marcate rispetto alla terra ferma  a cui, nel corso degli anni, e di questo bisogna dargliene atto, gli enti locali han comunque cercato di porre rimedio con esiti più o meno soddisfacenti: non so lei, ma io ho ancora memoria di quando, a causa delle avverse condizioni meteo-marine, la nave cisterna che riforniva l’isola di acqua per uso domestico non riusciva ad attraccare e si era costretti a rinunciare all’igiene personale o, ancor peggio, ad azionare lo scarico del WC….. Questo almeno, ora non succede più. (tocchiamo ferro!)
Un capitolo a parte è poi la mentalità dei Gigliesi che, da buoni isolani che si rispettino, potranno pure non essere il massimo in fatto di apertura specie nei confronti delle innovazioni e di chi, come lei dice, gli da da mangiare ma ciò, anche se, per esperienza personale, non posso, salvo qualche eccezione, far altro che parlarne bene testimoniando l’ospitalità e la cordialità di cui ho beneficiato, non è assolutamente da confondere con l’atteggiamento di chi, pur trovandosi nella condizione di  trarre profitto e sostentamento dalle proprie attività prevalentemente in quei pochi  mesi estivi, sfrutta impunemente la vocazione turistica dell’isola per praticare ricarichi degni di uno strozzino finendo, alla fine della fiera, con lo spremere indiscriminatamente il villeggiante come il residente.
Lei ha diritto di trascorrere le proprie vacanze dove e come meglio crede, ci mancherebbe altro, però, stando al vecchio adagio: paese che vai, usanze che trovi…, non può nemmeno pretendere di rivoluzionare una realtà piuttosto cristallizzata come quella del Giglio con lo schiocco delle dita, ma può, anzi, possiamo  invece adoperarci in modo tale da favorire un qualche cambiamento,  cominciando, per rimanere in tema di costi della vita, dalle piccole cose quotidiane come il caffè, la bottiglietta d’acqua minerale, la pizza o la spesa, evitando  di ingrassare con il nostro tanto amato euro,  tutti quei esercizi che sappiamo essere  oltremodo esosi, anche se  questo significa fare qualche passo in più o andare di tanto in tanto a Porto S. Stefano per fare provviste. Chissà se così facendo, non si riesce a ridimensionare ll rapporto domanda/offerta???.
In ogni modo, lunga ed impervia è la strada che dall’inferno si snoda verso la luce, diceva un tizio… se  poi ognuno, pretende pure di percorrerla a modo suo, ma quando s’arriva cara sig. Arienti,? Perché non seppellisce per un attimo l’ascia di guerra e, con termini più pacati e costruttivi, prova a convogliare il proprio impeto esclusivamente per  confrontarsi civilmente con coloro che  scrivono su questa rubrica e, come lei, anche se in maniera diversa, in fondo, desiderano migliorare l’isola su cui vivono o villeggiano? Tentar non nuoce, non crede?!?

Saluti.
Giorgio Fanizza