Sabato 18 Novembre, il Coro della Costa d’Argento con 51 elementi,  purtroppo mancavano 5 coristi, diretto dal maestro Giovanni Segato, era presente a Praga, (la città d’oro),   per rendere omaggio  al grande maestro salisburghese  Mozart, il “Timpano di Dio”,   in occasione del  250° anno della  Sua nascita, nella sala prestigiosa Hudebni  fakulta AMU del palazzo di Liechtenstein , un’avvenimento unico ed indimenticabile. Il Coro della Costa d’Argento,  formato da coristi dell’Isola del Giglio, P.S.Stefano,  Porto Ercole, Orbetello, Albinia e Capalbio, era accompagnato da parenti ed amici in totale di 143 persone di cui oltre la metà del Giglio. La trasferta è stata possibile grazie alla collaborazione della soc. “music & friends” la quale cura in tutto il mondo manifestazioni a carattere musicale. Chi Vi scrive è uno dei 51 coristi fortunati che ha partecipato a questa rassegna.

Sapevamo che nella serata dovevamo esibirsi  uno dopo l’altro, con i cori californiano Mayflower Community Chorus (USA)  e quello di casa  Ceco,  Kolinsky pévecky sbor (CZ) . Inizia la rassegna, noi canteremo per ultimi, forse è meglio, ci accomodiamo sulle gonfie e colorate  poltrone  del teatro. Sfilano sul palco i coristi Cechi, li conto uno per uno, non arrivano a trenta, l’età media supera ampiamente la nostra , il numero degli uomini è molto esiguo ed il maestro è una signora. Iniziano a cantare, vanno  bene, il pezzo non è difficile, è molto orecchiabile, in sala nascono i primi sussurri ed inevitabilmente la serata di rassegna sembra trasformarsi  in competizione, con un pizzico malcelato di nazionalismo. I Cechi, finiscono di esibirsi contenti,  con un grande e giusto applauso del pubblico che aveva riempito la sala del teatro. Diamo un’occhiata espressiva, d’intesa al nostro maestro, il quale subito la interpreta e con la Sua consueta e proverbiale gentilezza, ci apostrofa dicendoci di aver sentito le prove del coro californiano, quindi di restare sempre concentrati  perché erano molto bravi. Tocca ad un altro coro, arrivano gli americani, uno dopo l’altro sfilano come mannequin,  non finiscono mai, sono vestiti casual,  hanno tutti una sciarpetta  al collo dal colore acceso diverso l’uno dall’altro, sono sorridenti  e baldanzosi, qualità che nel nostro coro difettano un poco , hanno anche un  maestro di bella presenza, giovane ed alto, per fortuna finiscono di sfilare, sono  qualche elemento in meno di noi, anche in questo coro le voci maschili non mi sembrano proporzionate e  la media dell’età  sempre un po’ sopra la nostra. Iniziano, sono bravi,  abbracciano varie tipologie canore dal natalizio allo spiritual - gospel , il pubblico ascolta divertito, è un successo, l’applauso è più forte e duraturo che per l’altro coro. Riguadagnano l’uscita con l’aria soddisfatta  di chi sa di aver fatto bene, l’applauso sempre fragoroso continua fino all’uscita del l’ultimo corista, 1 a 0 per l’America.. Tocca a noi, le mani sono sudate, lo spartito con la fodera in plastica scivola, la tensione è molto alta, anche noi, uno per uno ci mettiamo in posizione accompagnati dal solito caloroso applauso. Siamo vestiti molto bene,  più eleganti degli altri, specialmente le nostre donne con l’abito lungo nero e la sciarpa bianca. La nostra è un’immagine elegante in bianco e nero come nei vecchi films. Entra Aurelio il nostro pianista , al contrario nostro è sorridente, è un piacere solamente guardarlo, Lui è un professionista. Ed ecco  il nostro maestro,  accenna il solito inchino al pubblico per girarsi poi verso di noi, è molto teso anche Lui, ma lo maschera bene,  allarga le labbra a mo’ di sorriso per suggerirci un’espressione non dico più allegra ma più tranquilla, lo accontentiamo. Iniziamo, l’acustica del teatro è perfetta,  incominciamo a scioglierci, cantiamo bene, lo leggiamo sulle facce del pubblico, acquistiamo sempre più sicurezza in noi stessi, iniziamo autonomamente a sorridere anche senza il suggerimento del maestro. L’applauso dopo il primo brano di J. Eybler “Omnes de Saba Venient” è molto forte, siamo contenti, il maestro è soddisfatto a tal punto da non riuscire come fa di solito a celare il proprio stato d’animo e questo per noi è motivo di sicurezza e di  propulsione positiva.  Anche il secondo brano di Ignaz Ritter von Seyfried “Fest - chor”  va bene, l’involucro infrangibile della tenzione viene occupato da dei brividi strani, piacevoli, sono quelle sensazioni che non riesci  a tenere e alle quali fanno inevitabilmente da spia gli occhi, stiamo bene,  ammicchiamo l’un con l’altro occhiatine di compiacimento  ed incrociandoci mi accordo che anche  l’altre pupille brillano. Anche il terzo brano di Cimarosa “Magnificat” va bene ormai siamo sciolti, ma sempre concentrati. L’ultimo pezzo di Mozart “ Himne n°3 ” è il più difficile, per di più in tedesco. Iniziamo molto bene e continuamo sempre bene è un motivo di grande effetto,  io sbaglio una nota di mezzo tono “un peccato veniale” che neanche il mio collega accanto se ne accorge, ma a Lui,  al nostro maestro non scappa, se ne accorge, eccome,  vuole il massimo, la perfezione, mi punta con il Suo consueto sguardo intimidatorio e minaccioso,  seguito immediatamente da un accenno di sorriso di incoraggiamento, riacquisto fiducia, andiamo bene come prima, finiamo in crescendo. L’applauso non aspetta neppure l’ultima nota, scoppia, è fragoroso,  forte, sentito, lungo, misto a qualche complimento,  il pubblico si alza perfino in piedi, fatto non ancora accaduto prima, abbiamo la sensazione di aver fatto una bella prestazione,  le piacevoli sensazioni di prima ritornano più forti, più invadenti  fino a farci nuovamente luccicare gli occhi. Ci congediamo sempre con il fragore degli applausi che sentiamo fin dallo spogliatoio. Mentre ci rivestiamo,  nel mezzo dei nostri commenti, veniamo interrotti dal nostro maestro per esprimerci le Sue sensazioni, cosa per noi rara per non dire unica, inizia, noi siamo più che attenti, curiosi, aspettiamo il verdetto,  per noi quello vero, ammicca qualche parola, si interrompe, anche per Lui gli occhi sono galeotti,  non riesce a guardarci in faccia, ad esprimersi, si scusa e si gira dall’altra parte.  Noi ci guardiamo soddisfatti e compiaciuti , e solo in quel momento  abbiamo la certezza di avercela fatta, 3 a 1 per l’Italia.

                                                                                                                             Pietro Baffigi

Isola del Giglio GRANDE SODDISFAZIONE A PRAGA PER IL CORO 1

Isola del Giglio GRANDE SODDISFAZIONE A PRAGA PER IL CORO 2

Isola del Giglio GRANDE SODDISFAZIONE A PRAGA PER IL CORO 3

Isola del Giglio GRANDE SODDISFAZIONE A PRAGA PER IL CORO 4