appena letta le lettera della sig.ra Mondolfi e la risposta del sindaco la voglia di scrivere mi era presa come una persona appena punta da una tarantola.
poi ho aspettato e trovo una risposta che coincide con il mio stesso pensiero, sono soddisfatta, quando subito dopo leggo un'altra lettera di quasi solidarietà a quella inviata dalla sig.ra Mondolfi.
non riesco francamente a capire cosa non sia chiaro in ciò che viene scritto, non trovo nessun codice segreto, parlo almeno per me e per altre persone di cui a volte leggo.
il sindaco ha un ruolo ben preciso, e non si tratta di pazienza o di altro, il primo cittadino ha il dovere di ascoltare chi si rivolge a lui, trovare le soluzioni del caso, chiunque sia che lo interpella, che provi simpatia o antipatia per la persona che in quel momento ricorre al suo mandato, quello è il suo dovere.
in queste microsocietà si cercano punti di riferimento più vicini, in una grande città l'avvicinarsi al sindaco è talmente difficile che solo dopo atti che portano alla ribalta si viene presi in considerazione.
sarebbe stato più carino e corretto se invece di autoincensarsi per la sua pazienza verso coloro che disturbano il suo mandato, avesse risposto che tutti di qualsiasi parte politica siano e con opinioni diverse e bisogni, sono uguali sotto il cielo del Giglio.
cosa dà tanto fastidio in dite la vostra, non si chiamerebbe così altrimenti.
vengono espressi pensieri a pro e contro con diritto di replica come non si può chiamare questo uno dei momenti di maggior DEMOCRAZIA, se al sindaco quello che viene scritto non piace, e questo è per chiunque, risponde non è che subisce senza diritto di replica.
per favore smettela di attaccare dite la vostra solo perchè non vi confà quando scrivono i contrari, in questo spazio cè posto per tutti, se non vi piacciono alcune firme saltatele non cè bisogno di leggere.
comunque rischiereste di perdervi delle parti di vita normale, perchè i problemi sono più o meno eguali per tutti.
qualcuno scriverà con più enfasi altri più tranquillamente ma almeno abbiamo smesso di parlare sotto i BASCHETTI.

franca melis