E’ bello, è bello..
Che a noi il Castello ci piaceva di più com’era prima..
Per favore, togliete ‘ste schifo di bandiere e riavrete la nostra stima.

Ci siamo presentati così, con un biglietto scritto con lettere ritagliate dai giornali, che burlescamente rivendicava il motivo ed il fine del nostro gesto.
Vorrei essere breve ma per raccontare la nostra storia dobbiamo partire dal principio.
Il borgo di Giglio Castello è un antico paesello medievale incastonato in mura del tredicesimo secolo, costruito in cima ad una ripida collina che sovrasta e domina dall’alto l’Isola del Giglio.
Per la sua particolarità di essere borgo medioevale su un isola e la sua bellezza architettonica è stato inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia.
In questo paese vi sono regole di conservazione ambientale ed architettonica estremamente ferree tanto che neanche il più semplice e piccolo dei chiodi può essere in nessun modo piantato dentro le mura perimetrali o quelle di qualsiasi edificio e che vi sia la necessità della richiesta di permessi(con relativa estenuante attesa) solo per riverniciare(dello stesso colore) le proprie finestre.
Da un giorno all’altro sono apparse sulle nostre medioevali mura perimetrali svariate (quindici) bandiere.
Cosa c’è di strano...?
Nulla a meno che le bandiere non siano sorrette da lunghissime e molto spesse aste in alluminio, non siano fissate alle mura(sì, le stesse mura di prima) con otto vigorose viti, e non siano bandiere araldiche o relative all’Isola ma bensì (le più evidenti)bandiere di stati nazionali con i loro fluorescenti colori come la Germania, l’Argentina, il Brasile e via discorrendo.
Credo che ogni commento sulla pertinenza, sui colori, sulle aste (raggiungono anche i 5 metri) o sull’impatto generale che tale installazione ha sull’aspetto dell’antico borgo siano superflue.
Forse però noi stiamo sbagliando, il nostro non è un antico borgo medioevale ma, data la nuova installazione, il più classico degli hotel di terza categoria.
Come ormai molti già sapranno siamo gli autori di due sequestri di bandiera (le aste vuote) avvenuti nelle scorse notti.
Come già puntualmente precisato nella nostra seconda lettera di rivendicazione il nostro scopo non è compiere furti o dispetti (le bandiere saranno tutte restituite) bensì di far capire agli autori di tale scempio che vi è una grandissima parte della popolazione contraria alla loro opera sia per la bruttezza di tali bandiere sia per il modo in cui due o tre persone hanno preso coattamente il possesso della facoltà di decidere a loro piacimento il destino delle Nostre mura perimetrali.
Vorremmo inoltre chiedere, in quanto documento pubblico, che il sindaco mostri alla popolazione, con la modalità che riterrà più opportuna, l’autorizzazione che il comune ha ottenuto dalla soprintendenza ai beni culturali di Siena.
Siamo di fronte all’ennesimo caso in cui poche persone decidono alle spalle di molti solo grazie all’autorità che essi hanno o ritengono di avere ricevuto da chi sa chi o che cosa senza interpellare neanche minimamente quei molti su una cosa DI TUTTI come le mura di cinta di un paese.
Le bandiere, come da tempo promesso, sono state restituite
Speriamo che tutto ciò possa davvero instaurare un clima costruttivo per poter decidere comunemente un’ altra degna sistemazione per tali bandiere e non che tutto ciò porti all’avvio di una “caccia all’untore” anche perché, signori miei, gli untori sono già stati trovati...e siete VOI.
Ci ritiriamo così dall’attività sperando che, come giusto che sia, la situazione si calmi e si allinei alla portata di tale evento.

Arrivederci e Grazie

Quelli delle Mura