La statua della Stella Maris è stata posta nella grotticina sopra la scogliera nord delle Cannelle nel 1925 a protezione degli scalpellini del granito che lavoravano nella cava. Il proprietario della cava, Eugenio Efrati, era un imprenditore, il quale, nonostante fosse di un’altra religione, aveva fatto dono agli operai di un luogo di ristoro e culto cristiano e al quale il Porto è grato anche per la donazione dell’asilo infantile.

Da allora è stata celebrata alle Cannelle una messa ogni 8 settembre.

Ogni anno, una processione di barche partiva dal Porto, con il sacerdote e i fedeli, per andare a celebrare la Madonnina delle Cannelle.

I miei ricordi arrivano fino a quando Angiolino il Napoletano (Angelo Cataldo) allestiva un pavese sul suo gozzo, sul quale accoglieva il sacerdote, e guidava il corteo di barche, talvolta trainandone qualcuna che non era dotata di motore. Lentamente le barche raggiungevano la splendida baia e venivano incagliate sul bagnasciuga.

Oggi non si può più.

Alle Cannelle arrivavano a piedi altri fedeli attraverso lo stradello. Un gruppo di ragazzi e chierichetti andava poi a prelevare la statua delle Madonna dalla grotticina, passando sullo stesso sentiero appena accennato sopra gli scogli. In processione e con delicatezza, come se fosse persona viva, la statua della Madonna veniva portata a Porto Arturo, il porticciolo di sassi ad uso della cava, dove veniva celebrata la messa. Nessuno osava indossare il costume da bagno; le donne portavano fazzoletto sulla testa; la spiaggia, dopo il passaggio del corteo composto, rimaneva deserta e silenziosa. Solo qualche ragazzo un po’ più monello non resisteva al richiamo delle acque cristalline e ancora calde delle Cannelle, subito sgridato dalla madre.

Oggi la grotticina della Madonna è in un terreno privato, la spiaggia è uno stabilimento balneare, lo stradello che portava alla Madonna non esiste più, Porto Arturo è un parcheggio (?).

La messa avviene in mezzo alle automobili.

La spiaggia è gremita e i bagnanti, che non hanno saputo niente della festa della Stella Maris, neanche se ne accorgono: il tutto avviene quasi di nascosto.

Non si vede quando la Madonnina viene prelevata dal suo sito, ne’ quando vi viene riposta.

Non sono una praticante, ma mi sono trovata comunque a disagio nell’assistere allo squallore e alla totale  mancanza di partecipazione, di emozione, di atmosfera della cerimonia – se si può ancora chiamare così – di quest’ anno.

Non c’era spazio, l’altare è stato sistemato in una rimessa concessa forse dai proprietari dell’adiacente villetta. Intorno, decine di auto parcheggiate. Durante la funzione, bagnanti ignari, e probabilmente in imbarazzo di trovarsi seminudi nel mezzo di una funzione religiosa, andavano e venivano per prendere la loro auto e poi andarsene sollevando un nuvolo di polvere.

È vero, siamo in pochi.  E ancora meno quelli che hanno voglia di fare.

Ma forse il Comune o la Capitaneria possono, almeno per qualche ora, vietare il transito alle auto. Forse i Comitati dei vari festeggiamenti possono organizzare una “visibilità”, che renda maggiormente partecipi Gigliesi e villeggianti. Forse la Parrocchia può stabilire un breve percorso per un corteo sulla spiaggia.

Certamente non si può tornare alla dolcezza del vecchio rito; è vero che non si può tornare indietro, ma è comunque possibile fare qualcosa di meglio.