Non ci sono ragioni scientifiche e non ci sono studi appropriati che dimostrano la validità del progetto di Area Marina Protetta proposta dal Comune di Isola del Giglio. Molti adesso sostengono quanto noi affermiamo da molto tempo. Perfino gli studiosi del mare, oggi fautori di un revisionismo critico, sono polemici nei confronti di questo tipo di misure che per assurdo potrebbero andare nella direzione opposta al fine che si vuole perseguire.

Sono circa diciotto anni che, in ogni dibattito sull’ambiente, sentiamo dissertare sulla tutela di specie rare, di protezione della posidonia o del gabbiano corso, della salvaguardia di una piantina particolare che si trova solamente in questo o in quel posto, ma l’uomo, e soprattutto il tormentato e perseguitato abitante delle isole, da chi viene difeso? La sua cultura, le sue tradizioni e soprattutto la sua economia, ossia l’entità essenziale per la sua sopravvivenza, da chi viene garantita? Forse gli abitanti delle isole se ne devono andare per meglio insediare i parchi? Antonino Zichichi, scienziato di chiara fama mondiale, ha recentemente dichiarato, su un noto quotidiano nazionale, che “l’uomo è l’unica forma di materia vivente cui è stato dato il privilegio di essere dotato di Ragione”. Questa è la vera “ragione” che stiamo perdendo con il trascorrere del tempo.

Sono state invece attribuite ad alcuni esimi integralisti dell’ambiente, espressioni tese a violare anche l’inattaccabile principio dello Sviluppo Sostenibile (*), riconosciuto ed acclamato in tutti i forum mondiali ed in tutte le convenzioni internazionali. Sono state rese dichiarazioni allucinanti. Si tratta di progetti di tutela che devono essere adottati anche se non compatibili con lo sviluppo. Un’espressione che rovescia completamente decenni di studi e di filosofie di pensiero. Come intendono rispondere i nostri rappresentanti istituzionali della Provincia e della Regione, a proposito di queste strampalate e antidemocratiche esternazioni? Quale futuro per la nautica da diporto che riceve dalla Regione Toscana, in contrasto con le probabili misure di tutela del mare, ingenti finanziamenti per il suo sviluppo? Quale scenario sta maturando per l’economia turistica delle isole minori?

Il Sindaco del Giglio è un incosciente ed un irresponsabile che non ha la visione del panorama economico che si sta delineando per il futuro. Dietro di lui si nascondono ben altri condottieri che rincorrono un sogno che non corrisponde ai veri bisogni della gente che vive nelle isole. La Giunta Comunale ha deciso in modo monopolistico, senza tenere conto del livello comprensoriale nel quale è inserito il nostro territorio. Le decisioni, ahimé, sono state già prese, checché se ne dica tra le popolazioni limitrofe. I tavoli tecnici, i cosiddetti tavoli della concertazione sono solo mezzi, da annoverarsi alla prassi, nei quali solo una parte ascolta, che permettono, ha chi ha già deciso, di approdare prima possibile ed in maniera “democratica” all’obiettivo prefissato. Non si possono stabilire le regole del mare senza avere il consenso del compartimento territoriale o delle località limitrofe che sono strettamente collegate con l’entità marina. L’ambito marino è diverso dalla questione del territorio. Noi facciamo parte di un comprensorio sociale, economico, geografico, politico e ambientale che vede le due isole del Comune di Isola del Giglio strettamente correlate alle realtà costiere. Decidere in maniera assolutistica genera uno scontro fra comunità limitrofe. Se passerà il progetto di chiusura delle isole (numero chiuso o AMP, si tratta dello stesso problema), tra la popolazione dell’Isola del Giglio e le popolazioni della Costa d’Argento si profilerà per il prossimo futuro un conflitto politico e sociale non certamente sanabile che si tradurrà sicuramente in uno svantaggio pesante per la comunità gigliese. In questo senso, esprimiamo la nostra forte solidarietà alla gente di Monte Argentario, perché il principio di libertà, in generale, e quello di fruibilità del mare, nello specifico, non vengano violati da strumenti vessatori imposti solamente per fare il gioco di pochi politici estranei alla nostra cultura e al nostro rispetto per l’ambiente. Un ambiente da salvaguardare e non da mercificare.

Sergio Ortelli

(*) Per sviluppo sostenibile, secondo le più accreditate definizioni sul tema, s’intendono tutte quelle azioni, pubbliche e private, che non compromettono la possibilità delle future generazioni di crescere, mantenersi e proseguire nel miglioramento economico, sociale e culturale. Anche il Rapporto Bruntland spiega che deve essere “uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.