Oggi la stampa riporta l'intenzione del Consigliere regionale toscano di Alleanza Nazionale Andrea Agresti di chiedere al prossimo ministro dell'Ambiente Altero Matteoli di bocciare un Piano del Parco dell'Arcipelago Toscano definito «impopolare e pieno di vincoli». Il Consigliere Agresti ha evidentemente preso una terribile cantonata, perché quel piano è in gran parte frutto del lavoro di uomini del suo partito sostenuti proprio da Matteoli.
E' veramente sconsolante che un Consigliere regionale che fa parte della Commissione territorio e ambiente sia così disinformato e disinformante. La discussione sul Piano del parco che Agresti dice di non esserci stata è durata 7 lunghi anni, ma quel che è davvero divertente è che quel Piano e quella zonazione che il Consigliere regionale definisce penalizzante e inaccettabile è il frutto di un lavoro (secondo noi buono) svolto dall'ex commissario del parco Ruggero Barbetti, imposto dal Ministro Altero Matteoli, lo stesso al quale ora Agresti chiede di non ratificare il frutto del lavoro svolto da un esponente di Alleanza Nazionale rinominato come commissario del parco nazionale più volte ignorando le sentenze della Corte costituzionale e la contrarietà della regione. Quel piano è stato approvato dalla Comunità del parco (anche dai Comuni elbani dove AN governa) e sta procedendo lungo l'iter previsto dalle leggi dello stato. La cosa sarebbe umoristica se non fosse sconsolante. E' incredibile che un Consigliere regionale scopra oggi quali sono le norme che regolano i parchi nazionali e contenuti in una legge, la 394/91, che risale a 17 anni fa! Ma evidentemente Agresti ha dato un fugace sguardo e si è informato o è stato informato malissimo: la discussione sull'Area marina protetta con quel piano non c'entra nulla. Il piano non contiene, e non può contenere, nessuna zonazione a mare, perché l'Area marina protetta che è prevista dalla legge 979 del 1982 non è stata ancora istituita. Agresti pare aver scoperto oggi che nel decreto del Presidente della Repubblica che istituisce il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano nel 1996 (da 12 anni!) ci sono aree marine istituite con decreti del governo pentapartito negli anni 80 e nel 1990 (Gorgona, Capraia, Giannutri), un ampliamento della riserva integrale (dal 1971!) di Montecristo con una zona 2, mentre il mare di Pianosa è stato assegnato al Parco con un decreto ministeriale del 1997 ed è un leggero ampliamento dell'area già vietata integralmente. Informiamo Agresti che le Formiche di Grosseto non fanno parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano come lui crede e asserisce e che l'iter per l'istituzione dell'Area marina protetta (che non c'è ancora) è stata riavviata proprio dal Governo Berlusconi e dal Ministro Matteoli nel 2005. Per quanto riguarda i vincoli per Giannutri sono esattamente quelli previsti dalla legge 394/91, dal Dpr istitutivo del Parco del luglio 2006 e dalle direttive Habitat e Uccelli dell'Unione Europea, visto che Giannutri è compresa in una Zona di protezione speciale riconfermata dal ministro Altero Matteoli. Il fatto che la legge finora non sia stata rispettata non significa che non dovesse mai essere rispettata.
In quanto all'azzeramento della pianificazione territoriale dei comuni, è evidente che Agresti non sa che praticamente tutte le zone urbanizzate, urbanizzabili e agricole sono fuori dal parco che comprende solo il 57% dell'Elba, il 70% di Capraia e il 40% del Giglio e non sa nemmeno che le politiche per lo sviluppo economico spettano ad un altro strumento: il Piano pluriennale di sviluppo economico e sociale che la Comunità del Parco (Comuni, province e regione) non ha ancora prodotto. 
Quel che ci si chiede è, con l'evidente ed esibita confusione normativa che ha in testa, cosa abbia capito Agresti del Piano del Parco e dove fosse in tutti questi anni mentre un suo collega di partito nominato da un ministro del suo partito, rivedeva il Piano proposto dall'ex presidente Tanelli riavviando una defatigante e meritoria opera di concertazione con i comuni e le associazioni di categoria, un lavoro che l'attuale presidente Mario Tozzi ha solo accolto con modifiche minime. Agresti avrebbe fatto bene a risparmiarsi questa figuraccia, ad informarsi prima di partire lancia in resta contro un piano del Parco che all'Elba è condiviso dalle istituzioni. Che almeno dia ad An quel che è di An.