Nell'ultimo comunicato del PD elbano si accusa il Presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano di essere chiuso alla concertazione con popolazione e istituzioni e di essere latitante. Entrambe le osservazioni sono prive di fondamento nei fatti: se si escludono la nomina del vicepresidente e della giunta, ogni singolo atto del presente Consiglio Direttivo e del suo Presidente è stato preso all'unanimità e i più importanti sono stati approvati con il parere favorevole di popolazione residente, amministrazioni comunali, province e regione. Per tutti valgano l'esempio della nuova regolamentazione approvata per la fruizione dell'isola di Giannutri e quelle già in atto per Pianosa e Montecristo. Lo stesso piano del Parco è stato frutto di un paziente lavoro di concertazione (merito dei precedenti organismi) che è stato solo portato a termine dall'attuale Presidenza che ha, anzi, insistito perchè non andasse perduto, pur rinunciando a possibili miglioramenti. Per quanto riguarda la seconda affermazione, non essendovi ancora obbligo di firma, essa viene smentita semplicemente dalla mole di lavoro fino qui svolta, tra le difficoltà evidenti di un Parco che usciva dal commissariamento. Per non parlare delle decine di incontri con politici, istituzioni, e anche con la popolazione, non solo nell'Arcipelago, ma anche al Ministero, in Regione e nelle altre sedi istituzionali. Solo con un'opera di concertazione guidata dal Parco si è ottenuto, inoltre, il risultato di evitare il guasto paesaggistico di un nuovo elettrodotto fuori misura, si è cominciato a impiantare energia pulita a Capraia e si è a buon punto per una sede adeguata che tenga conto anche delle esigenze delle scuole elbane. Certo, il Parco ha anche dovuto agire da solo, ma non per colpa sua, come nel caso del controllo sulla popolazione di cinghiali e mufloni attraverso abbattimenti selettivi e catture che sarebbero stati più efficaci se alle parole di molti amministratori avessero fatto seguito atti concreti di supporto.
Come Presidente del Parco mi auguro di poter essere giudicato per i fatti al termine del mio mandato e non per le opinioni espresse sugli organi di stampa o nei colloqui di carattere privato (dei quali, in quanto tali, non intendo riferire) o per le presenze al tavolo. A meno che con il termine "concertazione" non si intenda che anche le opinioni in materia di politica ambientale debbano essere concertate con i sindaci e magari con i partiti. A questo proposito si ricorda che la natura tecnico -scientifica della mia nomina è predominante su quella politica, visto che non indosso per scelta casacche di partito, ed è giustificata dal mio curriculum  e dalla mia esperienza lavorativa  e di comunicazione in campo ambientale. Da questo punto di vista esiste una differenza fra ambientalismo, attività nobile che richiede, però, forte passione politica e mobilitazione, e ecologia, disciplina scientifica che si studia negli atenei e sul campo e che è, per definizione, avulsa da contesti di partito. A questa seconda mi attengo, visto anche il principale mandato indicato dalla legge nazionale sui parchi nazionali che è quello di conservare e proteggere l'ambiente naturale.

MARIO TOZZI