''Capraia vuole eolico, sole e maree'', così si intitola un pezzo recentemente pubblicato sulla stampa (La Nazione del 17 marzo), nel quale si dà notizia che Sindaco e maggioranza al governo dell'isola, hanno previsto un accordo con Greenpower di ENEL, per l'installazione d'impianti per la produzione d'energia elettrica da fonti alternative, non solo poco impattanti come il solare, ma anche ad alto impatto ambientale e paesaggistico, come le torri eoliche.

Gli amministratori di Capraia non sono nuovi a iniziative provocatorie - vedi la proposta di un anno fa per l'impianto di un bruciatore di immondizia in una delle cale più belle dell'isola - ma non possono affatto essere presi alla leggera, come semplici burloni in vena di scherzi, stante l'asserito coinvolgimento nell'iniziativa di ENEL, non nuova a proposte d'impianto di paloni eolici nelle isole del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.

Con la scusa del fatto che il Parco ha nominato Capraia "isola no-oil", evidentemente qualcuno spera di poter tornare alla carica e di riuscire ad aggirare gli ostacoli che sono stati accortamente frapposti dalla Regione Toscana, con l'esclusione delle isole del Parco, dall'elenco dei siti adatti all'eolico, e dalla legge 394/91, la quale prevede, all'interno dei Parchi Nazionali, una rigorosa salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio.

Ambiente e paesaggio che sarebbero irreversibilmente compromessi dalla messa in opera d'impianti industriali come le torri eoliche, che il Sindaco di Capraia vorrebbe addirittura fossero collocate nella zona più alta dell'isola (tra il Monte Castello e il Monte delle Penne), quella più in vista, e più dominante sul porto e sul paese.

Nessuno può ignorare che l'integrità dell'ambiente naturale e del paesaggio sono il tesoro vero della Capraia; nessuno può ignorare che quanto più intatto resta il suo aspetto, tanto più garantito sarà lo sviluppo di quel turismo di qualità al quale l'isola da sempre aspira e nel quale gli isolani ripongono le loro uniche speranze di benessere.

Come è possibile, allora, che lo ignorino gli amministratori isolani e che, questi si propongano addirittura di facilitare quanti questo tesoro vogliono sciattare?

E non sono poi i cittadini di Capraia, a volere l'eolico, ma solo la maggioranza al potere in comune, mentre la minoranza e varie associazioni attive sull'isola, pur d'accordo sul ricorso alle fonti alternative, hanno sempre sostenuto il solo ricorso al solare, da progettare con accortezza, da allocare in aree selezionate da esperti, le più mimetizzate, per limitare al massimo l'impatto visivo su chi all'isola arriva dal mare, su chi l'isola gode per le sue vacanze e su chi nell'isola vive tutto l'anno.

Italia Nostra, preoccupata per il percorso che l'amministrazione comunale di Capraia ha irresponsabilmente intrapreso, chiede alle competenti Autorità Regionali e alla amministrazione del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano di fare prontamente chiarezza sull'argomento e di confermare, una volta per tutte, la assoluta indisponibilità del territorio di Capraia alla messa in opera di impianti industrali ad alto impatto, come le torri eoliche.