Alle 22:30 circa, dal ponte di Comando della M/n Aegilium della Società Toremar si udivano le grida del Comandante Agnello Fiorentino, che allertava tutto l’equipaggio: “Ragazzi, ragazzi … presto, la Concordia è in difficoltà…”. Tutti, nel giro di pochi minuti, eravamo operativi. Lo spettacolo che avevamo davanti ai nostri occhi era allucinante. La Costa Concordia era sbandata sul lato dritto e le scialuppe iniziavano ad essere ammainate. Ricevuto l’ordine di poter uscire dal porto dell’Isola del Giglio, per dare assistenza ai naufraghi, ci siamo portati con la nave in prossimità della Costa Concordia.

Altre navi ed altre imbarcazioni, che erano in prossimità  della zona venivano allertate e inviate sul posto. Nel frattempo, la M/n Aegilium iniziava il recupero dei naufraghi dalle zattere autogonfiabili di salvataggio, portate sotto bordo dai mezzi della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza. Lo spettacolo nel recuperare i naufraghi era impressionante. Loro stessi erano spaventati, disorientati ed a fatica rispondevano ai comandi, per il recupero. Una volta imbarcati dai portelli laterali, venivano prontamente soccorsi dal nostro personale di bordo, dando loro coperte e bevande calde.

Il cuoco Prati Giuliano e il cameriere Ciminiello Cosimo provvedevano a distribuire pasti caldi agli 80 naufraghi che avevamo sulla nave. Dopo il recupero delle terza zattera di salvataggio, il Comandante Fiorentino dava l’ordine di ammainare il battello veloce della M/n Aegilium e il 1° Ufficiale Luigi Rossi chiamava la squadra per l’approntamento dello stesso per il recupero di altri naufraghi. L’equipaggio del battello era composto dal sottoscritto nostromo Bancalà Massimo e dall’operaio meccanico Sabatini Massimo; dopo aver indossato le tute termiche venivamo calati con l’imbarcazione, velocemente in acqua e rimanendo in contatto radio, ci siamo recati sul posto. Da lì, la scena sembrava quella di un film, ma quello a cui stavamo assistendo era realtà. Migliaia di persone, raccolte nei punti riunione, tentavano di scendere dalle scalette biscagline. Uno spettacolo che sicuramente non riusciremo mai a dimenticare.

Via radio, ci davano il comando di controllare il lato a dritta, affinché non ci fosse alcun naufrago, ma la Costa Concordia era già inclinata di 90°. Era buio e  la luce veniva usata nel lato dove si trovavano i naufraghi che dovevano scendere dalle scalette biscagline. Essendo nativo dell’isola, conosco a memoria la scogliera, pertanto, mi sono avventurato insieme al Sabatini, più vicino possibile alla costa. Sulla punta del Lazzaretto abbiamo trovato due naufraghi che sono stati imbarcati sul battello veloce e trasportati in porto. Successivamente, siamo tornati sul posto e abbiamo collaborato con due Sommozzatori dei Vigili del Fuoco, che nel frattempo, avevano rotto un vetro delle passeggiate superiori, per far uscire due membri dell’equipaggio che erano rimasti intrappolati all’interno della nave.

Abbiamo cercato ancora tra gli scogli e dopo ripetuti controlli essendoci assicurati che non c’era nessuno, siamo andati sulla fiancata sinistra della nave, ma purtroppo il nostro mezzo era troppo piccolo e non ci permetteva di operare. La notevole quantità dei mezzi di soccorso impegnati nel recupero, ci ha creato delle difficoltà di manovra. Dopo aver informato, via radio, il comando di bordo ci siamo diretti in porto, per dare una mano ai soccorritori sulla banchina. Al Giglio erano tutti mobilitati. Tutta l’isola era presente ad aiutare i naufraghi portando loro abiti, coperte ed accoglierli nelle proprie case. Dopo questa interminabile giornata possiamo, comunque, esprimere un elogio a tutta  l’organizzazione dei soccorsi: alle forze dell’ordine, ai volontari e a tutte le associazioni che hanno partecipato al recupero e all’accoglienza dei naufraghi. Ma, non per ultimo, vorrei ringraziare anche i miei compaesani per tutto quello che hanno fatto.