L'Albero della Vita abbandona l'isola

Alcuni ferri sporgenti dal cassone di un camion sul porto ci avevano incuriosito, poi la conferma è arrivata in questi giorni sul contenuto del mezzo. Si trattava dell’Albero della Vita, la scultura che l’artista Teodosio Campanelli aveva creato e collocato in forma anonima, con un blitz sugli scogli del Lazzaretto antistanti al relitto della Costa Concordia nei primi giorni di Ottobre, allo scopo di donarla gratuitamente alla memoria della tragedia.

albero vita campanelli concordia isola del giglio giglionewsL’opera d’arte, la cui improvvisa comparsa aveva provocato clamore ed una piccola polemica, è stata dunque portata via lo scorso sabato dall’isola per essere restaurata e forse ricollocata in altri luoghi.

Si trattava di una struttura arborea in ferro, alta circa 6 metri con 32 rami spezzati in ricordo delle altrettante vittime del naufragio. Un “monumento del mistero con il suo carico di emozioni e pensieri volti alla memoria di coloro che non sono più – lo definiva l’autore in una lettera aperta al nostro giornale -, un’opera  maestosa che si ergeva nel suo colore verde speranza per confondersi col mare e la natura, guardando verso il cielo dritta e fiera ad indicare la via, la strada, la direzione”. VISUALIZZA LETTERA APERTA DELL’AUTORE

Il Sindaco del Giglio, in accordo con il proprietario del terreno su cui l’opera era stata “abusivamente” collocata, ne aveva ordinata la rimozione replicando all’artista con un messaggio pubblicato sulle nostre pagine. VISUALIZZA REPLICA DEL SINDACO

Oggi, trascorsi diversi mesi dalla rocambolesca collocazione, possiamo ragionare in maniera più tranquilla e serena sulla vicenda e concludere che, forse, è un peccato lasciar andar via dall’isola un’opera d’arte dedicata alle sfortunate vittime del naufragio ma anche al Giglio ed ai suoi abitanti, un monumento che, pur considerando la sua concitata ed irrituale comparsa e collocazione, merita comunque, secondo il nostro parere, di rimanere sull’isola.

Da qui l’appello all’autore, alle istituzioni locali e a tutti gli enti preposti per le opportune fasi autorizzative, a sedersi ad un tavolo per studiare, insieme alla popolazione gigliese, la migliore collocazione di quest’opera sull’isola, a perenne ricordo di una tragedia che il Giglio non potrà mai dimenticare.

A tutti i nostri lettori l’invito ad esprimere, attraverso un commento, la propria opinione: l’opera deve o non deve tornare sull’isola per essere ricollocata? E se si, quale sarebbe la migliore collocazione?