Tra le mille suggestioni che ti invitano a salire al Castello, quest'anno ve n'è una in più: la mostra mercato dell'artigianato locale. 
Salutato il tramonto, finché si spegne in mare, conviene entrare nelle mura dalla bella porta di pietra per trovarsi immersi in una realtà del passato. Per l'occasione i partecipanti alla mostra hanno fatto a gara a tirar fuori dalle cantine e dai ripostigli, cose che testimoniano il passato di una civiltà contadina. Così ogni anfratto si è fatto bottega segnalato da candele e fiammelle di citronelle. Sono comparsi attrezzi ormai introvabili, superati dal progresso: mazze e pennate, gangheri e ferracchioni, stadere e crivelli, cocci per il mangime dei polli, scaldini che venivano riempiti da carboni accesi. Anche qualche lampada ad acetilene s'è vista ma questa è reperto di una parentesi che segnò nell'isola l'avvento della miniera di pirite durata circa venti anni. E poi tanti bei lavori di maglia e ricamo, lenzuolini, copertine e giacchine per i più piccoli; centrini e presine: una nuvola di bianco che stemperava la durezza del lavoro espressa da alcuni attrezzi. E poi bellissime foto a documentare il Giglio che fu. Che dire?
Augurarsi che queste manifestazioni così genuine si ripetano. Io ho apprezzato tutto e tutti, ma permettetemi, come nonna, di segnalare i lavori di Annunziata Baffigi Bartoletti che mi hanno commosso con la loro morbida bellezza.

Caterina Baffigi Ulivi