Leggendo la lettera di ringraziamento del sig.Pretti, il famoso pontile delle discordie, nel quale elogia chi ha contribuito al rifacimento dello stesso, involontariamente ha messo a nudo l'incapacità del Comune di poter risolvere un problema che ha fatto la delizia di molti turisti e l'arrabbiatura di tanti diportisti in tanti anni; i primi che assistevano a discussioni molto colorite, i secondi che venivano spesso cacciati o trattati sempre in modi molto coloriti e fantasiosi, nonostante pagassero fior di denari sonanti la catenaria, spesso da chi elogia oggi.

In un commento successivo, il bel pontile del Campese (ironico al top) e altri post sempre di ringraziamento per altre piccole opere e regalie, una domanda viene naturale, quanto di tutto questo è senza secondi fini? Perché improvvisamente tutta questa generosità da parte di piccole ditte del Giglio, non sono persone che anche prima lavoravano sull'isola, questo escludendo chiaramente la Soc. Micoperi che ha fornito uomini e materiali gratuitamente, chiedendo soltanto che venisse applicata la loro sigla, giustamente, affinché nel tempo si potesse ricordare il loro lavoro. La diffidenza è umana, e personalmente ho sempre diffidato di chi anche senza chiedere dà! Il donare è silenzioso senza pubblicità, mentre spesso negli ultimi tempi si dà molto risalto alle cose.

Ho letto spesso avvisi ai gigliesi per il rischio della Concordia, io credo che siano ben altri i rischi che corre l'isola e i suoi abitanti.

Secondo la leggenda del Cavallo di Troia, dopo moltissime battaglie, Odisseo concepì un nuovo inganno, un gigantesco cavallo di legno, cavo, un animale sacro ai troiano. Vi fu scritto sopra: “I greci dedicano questa offerta di ringraziamento ad Atena per un buon ritorno” Il cavallo, cavo, venne riempito da soldati. Quando i Troiani scoprirono che i Greci se ne erano andati, credendo che la guerra fosse finita, trascinarono gioiosamente il cavallo nella città. Seguendo la piccola Iliade, dice che i troiani tirarono giù una parte del muro per fare passare il cavallo e passarono la notte fra i festeggiamenti. Sinone, una spia achea, diede segnale alla flotta, ferma a Tenedo, di partire. I soldati, usciti dal cavallo, uccisero le sentinelle. E così aprirono le porte ai compagni e Troia fu distrutta.

La storia insegna ma la gente non legge più libri di storia.

Angelo Boni

Una piccola aggiunta, ma le barche che la sera sostano sul pontile di chi sono? Ricordo chiaramente i miei arrivi notturni con la possibilità di attraccare per la notte, ora?