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La mancanza di senso del ridicolo di Renzi
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LA MANCANZA DI SENSO DEL RIDICOLO DI RENZI

Ci sono persone, nel corso della vita, che non sopporti, ma di cui, per forza di cose, non puoi fare a meno. Persone che non riesci a cancellare dalla mente nemmeno quando, logisticamente, la sorte te ne separa. Persone che, come avviene nei films sui “morti viventi”, a volte ritornano.

Nel mio caso, trattasi soprattutto d’un certo Proietti, giovane altezzoso ed ambizioso, funzionario di seconda fascia del Partito Comunista, cui, un anno, “L’Unita’” ebbe, addirittura, a delegare, traendone, per altro, “risultati” economicamente disastrosi, l’organizzazione del Festival della Capitale.

Proietti, in base al postulato marxista-leninista, tutt’ora praticamente vigente, secondo cui le supreme autorità dello Stato non sono rappresentate dai vertici istituzionali, bensì da quelli del partito, era uno di quelli cui piace dare la “linia”, anche quando si tratta di darla su cose di cui si è affatto ignoranti.

“Per Necessita’ Familiari”, siccome continuava a valere anche in tempi, irreversibilmente mutati, la regola ironicamente codificata nel distintivo, che, durante il “Ventennio”, gli Italiani dovevano portare all’occhiello della giacca, me lo dovetti tenere a lungo.

Ed un anno, dovetti pure portarmelo dietro, nel corso d’un viaggio-premio negli Stati Uniti d’America con cui la Lega intese gratificarmi, assieme ad altri dirigenti del settore della Produzione e Lavoro (prima dell’avvento del Repubblicano Italico Santoro alla Coopresidenza della Centrale cooperativa, le uniche mete consentite erano quelle dei Paesi dell’Europa Orientale, della Unione Sovietica e di Cuba).

Per un giorno e mezzo, facemmo tappa al “Flamenco” di Las Vegas, ove potei aggiungere, al “profilo” assai antipatico ed indisponente del Proietti, anche quello dell’azimato piccolo-borghese, che la sera, prima, di coricarsi, passando dalla “Reception”, in un’Inglese assai improbabile, ma a voce piuttosto alta, acciocché tutti lo sentissero, prenotava, per il mattino dopo, per sé e la sua donna, un’ora di campo da tennis per tenersi in forma.

Dopo decenni, quando credevo d’averlo ormai rimosso dai ricordi, ecco che d’improvviso, l’ho rivisto alla televisione, osservando Matteo Renzi, che, in visita, di due giorni, a Barack Obama, faceva del “jogging” mattutino, per le vie di Washington.