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A Barattolo, il Padre del Palio
IL PADRE DEL PALIO 

Nessuno prima di lui, e pochissimi in seguito sono stati così vicini e innamorati del mondo remiero gigliese. Nessuno è stato così a lungo accanto alle lance che hanno corso il Palio Marinaro del Giglio, la tradizione più bella del suo piccolo Porto. Per questo e per quello che vi racconterò, per me, Costanzo Basini detto “Barattolo” rimarrà il Padre del Palio.

Troviamo il suo nome addirittura nella corsa del 1955, quando le barche erano una diversa dall’altra, di proprietà di pescatori portolani, e avevano un nome, un’anima. A quei tempi si diceva “Ha vinto l’Agnese”, o “l’Emilia”, “la Lia”, “il Norge”, “lo Spunciao” e non il Saraceno, il Moletto o la Chiesa. Barattolo è stato più di ogni altro in simbiosi con i timoni, i remi, gli stropoli, il sego; fu nominato anche Capitano del Palio. Nessuno ha vestito più quel riconoscimento.

Poi nel 1968 giunsero sull’Isola le tre lance gemelle in legno di mogano, e sopra a queste barche il Padre del Palio cominciò a vincere: non molto per la verità, due regate soltanto. Una con chi vi scrive, indimenticabile. Mi ripeto, però, nessuno ha vinto quanto lui nell’amore, nella passione, nell’insegnamento che trasmise a tutti noi, allora ragazzi.

il padre del palio isola del giglio giglionewsNegli anni, si trasferì a Livorno per motivi di lavoro, ma in estate era sempre sull’Isola, e sull’Isola portò nuove tecniche di voga che aveva appreso nella città labronica. Laggiù si cimentò in altrettante numerose regate, e anche io, figlio di marinaio che per le stesse motivazioni si era spostato a Livorno, regatavo e seguivo il Padre del Palio. L’uno era orgoglioso dell’altro per i risultati ottenuti; anche i livornesi dell’ambiente remiero notavano le nostre prestazioni. Barattolo, tutt’oggi, viene ricordato proprio per quelle tecniche di voga cittadine, differenti dalle tecniche isolane che erano molto più vicine a quelle dei pescatori: nel tempo, era riuscito ad avvicinare queste ultime a quelle del canottaggio classico. 

Oggi il Palio viene corso su lance simili a canoe, e gli insegnamenti introdotti da Costanzo molti anni prima sono la sua preziosa eredità, il dono che lui ha lasciato alle future generazioni di giovani vogatori. Ma si sa, le abitudini sono dure a morire, e al tempo la sua personale rivoluzione non fu ben vista dagli Isolani, fedeli alla voga gigliese. 

Giuseppina Ferraro, “martire sportiva” e moglie di Barattolo si trovava spesso a dover sopportare le sue liti con il resto del panorama remiero dell’Isola. Lei stessa voleva bonariamente allontanarlo da quel mondo, pur sapendo che mai ci sarebbe riuscita: sarebbe stato come allontanare il Padre dai propri Figli. E i suoi Figli, e i Figli dei Figli, ancor oggi gareggiano forti dei suoi insegnamenti. 

Avrei molti ricordi condivisi con lui di cui parlarvi. Non so descrivere la gioia che provavamo quando la mattina alle 7, in quelle lontane, calme giornate di Luglio sopra le lance di legno giungevamo alla spiaggia delle Cannelle. Una volta arrivati, “per fare fiato” (come diceva lui) giocavamo a pallone sulla spiaggia e il perdente, tornati al Porto, avrebbe pagato la colazione al vincente. Era molto astuto come timoniere, scaltro. Lungimirante, come quando capì che lo spazio tra le scogliere di Cala di Mezzo era simile allo spazio della girata di boa nel Porto. Ogni sera di quel 1979 tornavamo là, per provare le virate, per “farsi l’occhio alla boa” (espressione a lui cara). 

Per la Storia, quell’anno vinse il Saraceno, con il Padre del Palio al timone, e me come capovoga. 

Fra le sue ultime parole, gladiatore esausto per il peggiorare della sua malattia e costretto su una sedia a rotelle, mi disse tra le lacrime di entrambi che ero stato il suo preferito sulla prima panca di voga.

Un giorno ti incontrerò di nuovo, tu stretto alla barra e io là, su quella panca, ad ascoltare la tua voce che mi urla "Cerca l’acqua di prua, lunga la passata in acqua, e sotto il pesce! Finale!"

Buon viaggio nel mare del Cielo, Amico mio, Maestro e Padre del Palio. 

Il Tuo Tonino, il Barbottone