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Sarà impossibile scordarti Grande Tarcio!

Sarà impossibile scordarti Grande Tarcio!

Il Giglio questa mattina si è svegliato con una di quelle notizie che non vorresti mai sentire, di quelle che lacerano l’anima e rendono tristi perché la scomparsa di Tarcisio, oltre al dolore, lascia un senso di vuoto profondo come quando si chiude un libro prezioso le cui pagine hai letto con passione e vorresti non finisse mai.

Si è spento questa notte presso l’ospedale Misericordia di Grosseto, in cui era ricoverato da qualche giorno, Tarcisio Solari, 69 anni, gigliese verace delle famiglie Solari e Rum, colonna portante del tessuto sociale della nostra isola.

Impegnato in tantissimi ambiti della vita gigliese, Tarcisio aveva numerose passioni tra le quali la voga ed il “suo” Palio Marinaro, la Vela, il Calcio e lo sport in genere, tutto ciò che creava aggregazione e soprattutto coinvolgeva i giovani che lo avevano eletto come loro maestro.

Spiegare qui in poche righe chi era il “Tarcio” sarebbe riduttivo ed ingeneroso, non lo faremo e lasceremo che ognuno lo faccia attraverso i suoi pensieri e i suoi ricordi.

GiovanniConsiderando che le persone che stanno dietro questo giornale sono le stesse che hanno condiviso con Tarcisio l'esperienza del Comitato San Lorenzo, vogliamo raccontarvi un episodio, tra i tanti che gelosamente conserviamo, che la dice lunga sulla nobiltà d’animo e l’onestà intellettuale del personaggio di cui oggi piangiamo la scomparsa.

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Era il lontano 2001 e chi scrive, insieme ad altri sprovveduti 20enni, si era ritrovato sulle spalle l’onore ed onere di prendersi cura dei festeggiamenti di San Lorenzo. C’era da organizzare il Palio Marinaro di cui il Comitato era responsabile ma che andava avanti comunque da sé, governato con saggezza ed esperienza da personaggi storici della regata tra i quali Tarcisio.

Ci venne, quell’anno, la “folle” idea di cambiare il percorso di regata spostando le virate a terra, che nel 1988, per evitare abbordaggi e discussioni, erano state collocate fuori l’imboccatura del porto. Volevamo ricollocarle, come nel passato, all’interno del bacino portuale privilegiando quindi lo spettacolo rispetto alla tranquillità di una gara senza contestazioni.

Potevamo farlo e basta invece ci venne la malsana idea di discuterne in un’assemblea. A nulla servì spiegare, in quella sede, che avevamo disegnato il percorso con un tecnico e che “poteva funzionare”. Potete facilmente immaginare, e chi c’era ricorderà, i “pacati toni” di quella discussione, possiamo tranquillamente affermare che quasi nessuno era d’accordo con noi e “bimbetti presuntuosi” fu forse una delle più tenere tra le imprecazioni che ci furono rivolte.

Tanti urlavano nascondendosi tra il pubblico, Tarcisio no, lui si alzò in piedi, ci venne incontro e ci urlò in faccia tutta la sua contrarietà. Restammo impassibili per paura, lo ammetto, non scorreva sangue nelle nostre vene, quelle urla potevano essere scambiate per un’aggressione ed invece dopo qualche giorno, mese, anno ed oggi più che mai, mi sono reso conto che la rabbia del Tarcio era AMORE, sì, di quegli amori che scuotono l’anima e generano passione, una prepotente ed invidiabile passione che lo portava in quel momento a difendere con tutta la sua forza il “suo” Palio, la “sua creatura”.

Decidemmo, folli, di andare avanti comunque e Tarcisio, da vero signore, accettò la nostra decisione e prese parte alla gara. Apportammo quella modifica che fortunatamente ebbe successo, la regata ne guadagnò di spettacolarità e le virate nel porto sono ancora oggi una delle cose più belle del Palio Marinaro.

Alla fine di quel palio, più che soddisfatti eravamo sollevati. Non era successo niente e la gara si era svolta regolarmente. Non avevamo vinto noi, non volevamo rinfacciare nulla a nessuno perché eravamo consapevoli che chi aveva espresso la sua contrarietà non lo aveva fatto contro di noi ma solo per amore di quella tradizione, perciò per noi … era finita così, il 10 Agosto sera con abbracci e strette di mano sotto le stelle della notte di San Lorenzo.

Il giorno 11 Agosto, al mattino, incrociai Tarcisio sul porto, non l’avevo più affrontato faccia a faccia da quell’infuocata assemblea. Lo vidi da lontano e non vi nascondo che avrei volentieri cambiato strada ma non potevo. Avevamo fatto la scelta giusta ma la sola idea che fosse stata una scelta diversa da quella che avrebbe voluto lui, mi creava imbarazzo e quindi decisi “Ok, lo saluto come sempre e passo oltre”. Fu lui però a venirmi incontro. Il suo sguardo serio e fisso nei miei occhi (e chi se lo scorda?), mi appoggiò una mano sulla spalla e sentenziò: “Che spettacolo le virate nel porto!”. Mentre uno straordinario sorriso illuminò il suo volto ed i suoi occhi, io vi giuro che non seppi dire niente. Mormorai un timido “Dici?”. Lui annuì con la testa e se ne andò sorridendo.

Da quel giorno penso e ripenso che erano tanti i contrari a quella nostra decisione ma SOLO LUI, mettendo da parte l’orgoglio, ebbe la voglia e l’onestà di darci ragione. Da allora conservo una stima nei suoi confronti che mi ha confermato negli anni discutendo serenamente di ogni argomento e che spero vivamente sia stata reciproca.

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Ci mancherai grande Tarcio e ti cercheremo ogni volta che ci servirà un consiglio osservando il cielo nelle notti di San Lorenzo. A Rosella, Gabriele e tutta la tua numerosa famiglia un abbraccio sincero.