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Considerazioni dei coltivatori gigliesi sulla fauna nociva
CONSIDERAZIONI dei coltivatori del Giglio In merito a recenti polemiche sulla fauna selvatica Con un brevissimo resoconto e cronologia degli avvenimenti essenziali

Le prime considerazioni da fare a nostro avviso sono queste:

  1. Le vigne, i vignaioli e le vignaiole sono specie in via di estinzione, i mufloni sono una specie floridissima. Dannosa e invasiva e diffusa in un territorio immenso. Specie cacciabile tra l’altro.
  2. I mufloni al Giglio non ci sono mai stati finché non ce li hanno portati qualche decennio fa. (vedi FAUNA NOCIVA)
  3. La poca agricoltura superstite, per fortuna oggi in via di lenta ripresa, ha un enorme valore materiale e sociale che va salvaguardato. (vedi AGRICOLTURA)

AGRICOLTURA E’ universalmente noto come per decine di secoli l’agricoltura abbia rappresentato qui sull’isola una preziosissima fonte di sostentamento orgoglio e ricchezza. Centinaia di ettari coltivati. L’isola un giardino pieno di frutti. Uno spettacolo! Finché l’avvento di una nuova ricchezza, commerciale immobiliare e turistica non ne ha decretato il progressivo inesorabile declino, con la superficie vitata in costante diminuzione nel corso dei decenni fino a raggiungere un minimo assoluto negli anni ’90, sopravvivendo orgogliosamente solo grazie a quei pochissimi “irriducibili” che non avevano mai abbandonato e a cui tutti dobbiamo essere grati. Proprio allora (1999) una famiglia di residenti, con sincera convinzione, investe nell’agricoltura ed avvia un’esile ma tenace rinascita che ha portato ad oggi sia alla cessazione degli abbandoni sia ad un nuovo concreto interesse per la tradizione agricola che ha coinvolto anche nuovi soggetti coltivatori. Questa agricoltura cosiddetta “eroica” è riconosciuta e tenuta in grande considerazione (anche con leggi dedicate) sia a livello nazionale che internazionale proprio perché costituisce una fortissima azione di mantenimento ricostruzione e difesa del paesaggio, di salvaguardia ambientale e sociale contro spopolamento e degrado, di risveglio per nuovi estimatori e di amore per il luogo dove si vive e per il lavoro che si fa. Pur tra mille vicissitudini dunque una crescita materiale c’è stata, ma più importante è quella spirituale, la conquista di una nuova coscienza, il riconoscimento del valore enorme che tuttora l’atto agricolo riveste non solo come risorsa materiale ma soprattutto come fonte di un migliore equilibrio nell’assetto generale dell’isola, che, “mutatis mutandis”, ritorna così ad essere un po’ più se stessa. E non possiamo fare qui a meno di notare che di questa maggiore consapevolezza, o nuova coscienza, partecipino in parte anche gli organismi di controllo, che ci pare di capire vedano ora l’agricoltura non più come il nemico da abbattere, ma come un valore di arricchimento e appunto di maggiore equilibrio per il territorio, che, d’altra parte, è stato agricolo “da sempre”.

FAUNA NOCIVA All’inizio fu il coniglio selvatico. Incerta la data del suo arrivo al Giglio, ma certamente già documentato come flagello per l’agricoltura in un articolo sul “Tirreno”, a firma Scipione Modesti, addirittura del 9 Luglio 1946 !! E da allora ha ininterrottamente continuato a svolgere la sua attività distruttiva. In tempi più recenti (forse gli anni ‘60) la famiglia Baldacci introdusse i mufloni al Giglio, sistemandoli nella loro proprietà del Franco, allo scopo di allevarli per la vendita dei capi. E così fecero per diversi anni. Con personale addetto adeguato che manteneva le recinzioni efficienti, provvedeva a tutto il necessario per l’allevamento, manteneva il controllo degli animali e li prelevava periodicamente spedendoli via via ai compratori. Funzionava. Nel corso degli anni novanta però l’azienda fu abbandonata a se stessa. Non ci furono più né manutenzione né prelievi. La proprietà (e il personale di conseguenza) si disinteressarono di ogni cosa e i mufloni senza più alcun controllo iniziarono a spandersi per l’isola. Comincia così un nuovo Calvario per i vignaioli e una nuova distruzione del loro lavoro. Da allora questi animali si sono moltiplicati e diffusi ampiamente un po’ dovunque sull’isola e stanno arrecando danni di un’entità mai vista prima.

ALTRE CONSIDERAZIONI Come ben si vede dai resoconti precedenti il momento peggiore per le vigne coincide esattamente col momento in cui i mufloni, lasciato il Franco, hanno cominciato a spandersi per l’isola. La ricchezza di contenuti di ogni genere che questa onesta e sincera agricoltura può dare (prodotti, accoglienza, presenza sul territorio, attrattiva speciale per appassionati, storie da raccontare, apertura di nuovi orizzonti, contatti umani, giardino) è a nostro avviso incomparabilmente superiore a un muflone che intravedi laggiù e che può essere tranquillamente trasferito altrove. Chi desidera un muflone potrebbe portarselo a casa, o metterlo nel proprio giardino. Ecco. Tornando a noi potremmo dire: qualcuno ha riempito il nostro giardino di mufloni. Ben venga dunque se qualcuno ce li porta via.

Sappiate che il nostro racconto è veritiero e non dà adito a dubbi né desidera confutare opinioni. Solamente presenta dati di fatto.

Salve

FIRME IN DATA 15 FEBBRAIO 2021

DOMENICO CENTURIONI (GHEGO) MILENA DANEI MASSIMO PICCIN BIBI GRAETZ FRANCESCO R. CARFAGNA IRENE CARFAGNA MARIO PELLEGRINI GIOVANNI ROSSI SIMONE ROSSI VITTORIO DANEI (PANZA) SIMONE GHELLI SETTIMO BUTELLI ALDO BARTOLETTI GERVASIO BARTOLETTI VITTORIO CENTURIONI GIORGIO STAGNO ILVA DANEI FRANCESCO ONIDA WALTER ROSSI