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Massimo: violato il suo diritto alla vita
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MASSIMO: VIOLATO IL SUO DIRITTO ALLA VITA

Non è facile rassegnarsi alla condizione che io e la mia famiglia stiamo vivendo: il dolore. Ti devasta e la rabbia aumenta di giorno in giorno. Massimo purtroppo è stato vittima di un sistema nel quale l’indifferenza e la leggerezza prendono il sopravvento visto che, nonostante le continue rassicurazioni delle RSA su controlli ed attenzioni particolari verso i più fragili, non sono riusciti a proteggerli e salvaguardarli da questo “nemico” che non perdona ma uccide e questa è una vera vergogna.

Anche nella RSA dove risiedeva Massimo ai parenti degli ospiti non era consentito far visita ai propri cari, fatta eccezione dei mesi estivi quando era calata la diffusione dei contagi da Covid-19; per questo l’ultima volta che ho potuto vedere mio fratello è stato nel mese di Luglio. L’ingresso alla struttura era consentito soltanto al personale addetto.

Allora cosa è successo?

Forse il sistema dei tamponi ogni 10/15 giorni al personale e agli ospiti (come la ASL mi ha riferito) è inefficace? O forse potrebbero creare delle “bolle” di qualche giorno per essere poi in sicurezza, del resto gli ospiti pagano per essere assistiti e tutelati da coloro a cui vengono affidati, pure perché non venga portato il virus nelle strutture evitando una strage come invece è successo.

E’ pure vero che il virus non si può vedere ma proprio per questo dovrebbe essere cambiata l’organizzazione dei controlli che così come impostata adesso, evidentemente, non funziona. Maggiori accortezze e misure più efficaci avrebbero potuto evitare tragiche conseguenze. C’è stata una grande leggerezza, oltretutto alle porte dell’arrivo dei vaccini, Massimo poteva essere già vaccinato, stava bene, non aveva patologie particolari oltre la Sindrome di Down ma aveva comunque bisogno di assistenza per una sua forma depressiva iniziata con la perdita improvvisa di nostra madre.

Purtroppo la sua condizione, il suo essere disabile, non gli è stata di aiuto, anzi il ritrovarsi solo in un reparto ospedaliero dove il personale sanitario era vestito da “alieno” lo ha sicuramente spaventato e disorientato, non potendo capire quello che gli stava succedendo e non conoscendo i motivi per i quali si trovasse in ospedale. Senza parlare del trauma di non vederci, lui aveva bisogno di noi, come è sempre stato, ma questa volta non è stato possibile. Non voglio nemmeno immaginare la sua sofferenza, per la paura rifiutava perfino di essere curato peggiorando così la sua situazione.

Ho saputo che nel reparto Covid ha incontrato una persona che lo già conosceva, un OSS che aveva lavorato per lui in passato e gli voleva bene, ha cercato di aiutarlo, coccolarlo e rassicurarlo nei momenti più duri della sua degenza e per questo lo voglio ringraziare dal profondo del cuore. GRAZIE MARIO!

Purtroppo non è andata come speravamo, Massimo adesso non c’è più. Proprio oggi, a distanza di un mese da quando ci ha lasciato, io la rassegnazione la vedo come un concetto irreale perché sono sempre più convinta che è stato violato il suo diritto alla vita.

Spero che un giorno riuscirò a trovare la pace, intanto mi mancano i suoi calorosi abbracci ed i suoi baci pieni di affetto, mi manca la sua persona di animo puro, la sua dolcezza e la sua sensibilità ed è dura convincermi che non vedrò mai più.

Adesso però lo immagino in un luogo migliore dove sta bene e non soffre tra le braccia dei miei, sereno e felice insieme a loro e questo mi dà un po’ di tranquillità.

Ciao Massimino, angelo mio, ti voglio bene.