Riceviamo da Fiorella Colosi questo prezioso documento che di seguito pubblichiamo.
Abbiamo voluto concedere ad una lettrice la prima pagina per la particolarità del documento ma soprattutto per un rispettoso omaggio alla lingua latina, la lingua dei nostri antenati, molto spesso bistrattata e considerata morta ma che, se opportunamente studiata, consentirebbe una dialettica più fluida ricca ed armonica all'italiano delle nuove generazioni!

Quando la lontananza dall’isola si tinge di malinconia mi tornano in mente  i versi di un poeta antico, Rutilio Namaziano,
che così  descrive il Giglio nel suo viaggio di ritorno alla sua terra, la Gallia.
Era l’autunno del 415 d. C., quando il nobile viaggiatore si trovava  a solcare le acque del Tirreno proprio davanti al Giglio,
meraviglioso e sicuro rifugio per chi si era sottratto alle recenti invasioni gotiche.

L'Isola del Giglio

Eminus Igilii silvosa cacumina miror,
quam fraudare nefas laudis honore suae:
haec proprios nuper tutata est insula saltus 
sive loci ingenio seu domini genio,
gurgite cum modico victricibus obstitit armis
tamquam longinquo dissociata mari.
Haec multos lacera suscepit ab urbe fugatos,
hic fessis posito certa timore salus.
Plurima terreno populaverat aequora bello
contra naturam classe timendus eques;
unum mira fides vario discrimine portum
tam prope Romanis, tam procul esse Getis.


(da De reditu suo,libro I vv. 325-336, Rutilio Namaziano, V secolo – a cura di A. Fo, Einaudi
)

Ammiro da lontano le cime boscose del Giglio
che sarebbe empietà defraudare della sua gloria.
Quest’isola da poco ha difeso le sue selve
- sia stata la natura del luogo o il Genio
dell’imperatore -
quando si oppose alle armi vincenti col suo breve tratto
come se fosse staccata da un mare immenso.
Quest’isola ha accolto i molti fuggitivi dall’Urbe straziata:
qui per gli affranti, deposto il timore, sicura salvezza.
Molte zone di mare aveva distrutto con guerra di terra
una cavalleria, contro natura, tremenda per nave.
Sembra incredibile: un unico porto, con duplice sorte
è rimasto tanto vicino ai Romani, tanto lontano ai Goti.

Un abbraccio a tutti i Gigliesi
Fiorella  Colosi