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Anche il Giglio partecipa ad "Orgoglio Comune"
Anche il Giglio partecipa ad "Orgoglio Comune"

Dando seguito all'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale lo scorso 29 febbraio, un rappresentante del Comune di Isola del Giglio parteciperà all'iniziativa Orgoglio Comune, che si terrà a Volterra sabato 12 marzo p.v., con la partecipazione dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani, a cui l'Isola del Giglio ha aderito nel corso dello stesso Consiglio Comunale. Tale iniziativa ha l'obiettivo di far sentir la voce dei sindaci dei piccoli comuni contro la proposta di legge di fusione obbligatoria per i comuni al di sotto dei 5.000 abitanti.

Purtroppo i cittadini dei piccoli comuni sono giustamente arrabbiati a causa di servizi pubblici spesso inesistenti, mancanza di posti di lavoro e tassazione eccessiva. Pochi di loro però sono al corrente che l'aumento della tassazione e il peggioramento dei servizi sono frutto diretto dei continui tagli, dei continui cambi di legislazione e dei divieti di spesa imposti dal Governo Monti e dai suoi successori. Sicuramente esistono inefficienze in tutti i comuni, ma non si risolvono certo chiudendoli. Se il problema lamentato da tanti e sbattuto sui media è l'inefficienza di alcuni dipendenti, che si assumano valutatori esterni e si conceda il turnover al 100% per sostituire coloro che non dovessero passare la selezione. Sarebbe una scelta discutibile, ma almeno avrebbe un senso. Sarebbe una scelta su cui si potrebbe discutere.

Ma come si può discutere una tesi fondata su ipotesi confutate dai dati reali?

L'ipotesi, costantemente rilanciata da taluni autorevoli sostenitori delle fusioni obbligatorie, è che il problema dell'Italia siano gli sprechi dei comuni, soprattutto di quelli di piccole dimensioni. Purtroppo basta dare un'occhiata alle statistiche ufficiali e agli studi degli organi dello Stato ad esso deputati per capire come la spesa dei comuni, compresa quelle delle grandi megalopoli, non raggiunga neanche un decimo della spesa statale.

Per cui, ammesso e non concesso che l'unico obiettivo di uno stato sia il rispetto di parametri contabili decisi in modo casuale, non è eliminando i piccoli comuni che si otterrebbero i risparmi necessari, né continuando a tagliare loro risorse. Se motivazioni per sostenere le fusioni esistono, e in certi casi esistono, non sono certo i presunti risparmi ottenuti dallo Stato italiano. Anche perché non verrebbero eliminate tutte le spese comunali, ma solo gli organi di governo, il cui costo è una percentuale irrisoria dei costi comunali, che come detto sono a loro volta irrisori rispetto alla spesa pubblica italiana. E questo senza voler parlare di ulteriori argomenti, come i futuri licenziamenti dei dipendenti e la graduale chiusura degli uffici negli ex-comuni divenuti ex-lege frazioni periferiche di grandi comuni.

Concludendo, occorre rimarcare l'aspetto forse più grave della vicenda: non si vuole il minimo dibattito sulla questione. Il Partito al Governo formula un postulato inconfutabile e tutti vi si devono uniformare. Non esattamente quello che dovrebbe essere il metodo democratico del dibattito, in cui tesi ed antitesi si scontrano con un arbitro neutro.

Perché in fondo i Piccoli Comuni questo chiedono: confronto su un terreno neutro.

Forse la colpa è stata attendere troppo ed accettare troppe decisioni discutibili prima di protestare, ma partendo da Volterra cercheremo di rimediare.

Gruppo Consiliare Orgoglio Gigliese