ISOLA DEL GIGLIO
Sono tanti i gigliesi sparsi nel mondo, ognuno con una propria storia da raccontare.
Noi abbiamo deciso di raccontarvi ogni settimana la storia di Alessandro Bossini, un isolano partito dal Giglio verso l'Australia per esplorare il continente oceanico in un modo insolito: con un sacco a pelo, una bicicletta (fedele compagna di viaggio) e tanta voglia di esplorare il mondo.
Alessandro non è nuovo ad avventure stravaganti ed originali, ultima delle quali è il viaggio in bici da Valencia a Firenze attraversando in poche settimane i più variegati paesaggi pirenaici ed alpini.
Dunque, con cadenza settimanale, vogliamo rendere partecipi tutti coloro che ne sono interessati del suo "Australian Trip" attraverso i racconti che egli stesso ci fa pervenire riguardo le sue intriganti avventure che ogni giorno si trova a vivere.

CAPITOLO 18 (Meloni e copertoni):
"20/02/06
Scalare l'asfalto fin la', dove le orecchia pinzute degl'alberi grattano il cielo. Scalare, scalare, scalare... per poi trovarsi di fronte ad altre foreste, altre salite, ed un cielo lontano da raggiungere.
Devo essere a Sawtell (Coffs Harbour) prima di sera. Lise si e' raccomandata di telefonare a Neville e Ann una volta arrivato... ed io sogno gia' una doccia ed un letto morbido...
Per questo non mi fermo neanche con il Sol leone... l'acqua e' finita, il sudore negl'occhibrucia il suo sale. Sulla destra alberi, sulla sinistra alberi, sono altissimi tuttavia in questa ora non regalano ombra alcuna. Le cime oscillano... <<sarerbbe bellissimo poter bere questi colori>>. E mentre penso queste parole una lbero si muove... un albero di barca a vela naviga lungo la foresta!!!
Strofino gli occhi, mi guardo attorno e, senza cercar conferma in quello che ho visto, mi dirigo velocissimo verso un casolare.
Non c'e' cancello ed appena entro un mastino dal pelo grigio si avventa contro.
-Buono bello...-
Il cane mi ruota attorno ed io di volta in volta frappongo la bici tra me ed il suo ringhiare.
Un signore esce dalla casa, carezza la bestia e sorridendo lo assicura ad un palo.
-Solo acqua... signore-
Lui sorride di nuovo e mi invita a sedere sotto il pergolato di legno.
Si chiama Gus. Pochi istanti dopo esce la moglie, Bev, una signora dai capelli grigi e dal volto rotondo... tra le braccia stringe un'anguria enorme... ho ancora il palato intriso di quel dolce sapore.
Parlando mi mostrano il loro orto, i poponi che ingrassano sotto il sole... poi con una mappa distesa sul tavolo mi indicano i luoghi piu' belli da visitare.
-Adesso se qua- indica Gus con il suo grosso indice -in Jones Island.- -Questa e' un'isola!?!- Esclamo io.
-Certo. Dietro quei sentieri alberati ci sono dei canali... talvolta vi passano anche le barche...- Sorrido squotendo la testa. <<Non ho le allucinazioni allora...>>.
Prima di andare via Bev mi da un panino e dice:
-Nel Queensland non fermarti accanto ai fiumi. Ci sono Coccodrilli e serpenti... Sai, vero, cosa devi fare se ti morde un serpente?-
-Certo- esclamo io. -Ho anche il coltello!- Gus arruga la fronte, cosi' io lo prendo per mostrarglielo.
E' un buon coltello. Lo comprai prima di partire, lo ricordo bene... Volevo una lama affilata e per provarla la passai sul palmo della mano.
La pelle mi si apri' in due come se fosse burro...serrai subito il pugno ed esclamai: <<Lo prendo!>>.
Adesso e' sporco... spesso ci apro lo scatolame o ci affetto la frutta...
-Facciamo finta che un serpente ti morda qua- e gus mi tocca un polpaccio.
-Cosa faresti?-
Molte volte mi sono immaginato questa scena... come in un film.
-Beh, disinfetto il coltello con il fuoco, poi un taglio deciso e faccio uscire il veleno...- Il vecchi signore scuote la testa, mi da due pacche sulla spalla ed ancora divertito dal mio racconto dice:
-Se incidi la pelle i vasi sanguigni si aprono ed il veleno entra in circolo piu' velocemente. Tu devi solo fasciarti stretto dal morso in giu'.
Rallentare la circolazione che va verso il cuore e, stando calmo, chiedere aiuto. Ricordati anche della forma del serpe.- -Non lo sapevo... Grazie!- Rispondo.
Scrivono il loro indirizzo, se avessi bisogno, e ci salutiamo.
Che strano... talvolta si incontrano persone, per caso, poche parole e forse quei volti non si rivedranno piu'.
Che strano... forse saranno proprio quelle poche parole che, se mi morde un serpente, mi salveranno la vita.
Adesso e' veramente tardi. Ci sono 68 km. Suonano le 17:00 e non ho neanche tre ore di luce per arrivare a Sawtell.
<<Forza Ale, ce la devi fare>>.
La strada e' ruvida. il vento contrario... ma sono felice e mi sembra di volare sui pedali.
I chilometri passano rapidi, il paesaggio e' strepitoso... sento la salsedine smossa dalle oonde.
-Pronto? Sono Alessandro... mi ha dato questo numero Lise a Sydney...- La linea cade e non ho piu' monete... maledizione!

21/02/06
Stanotte e' piovuto tantissimo. Amo dormire con la poggia. Ho fissato la tenda in un parco, a pochi metri dalla scogliera.
L'Oceano... ragazzi!!!
L'Oceano sulla porta!!!
Ma nonostante questo scenario ero sconfortato... Avevo corso sosi' tanto per conoscere queste due persone... invece nulla.
Ma non e' solo questo.
L'ultima saldatura da segni di cedimento... non reggera' molto. Il copertone nuovo e' difettoso. Neanche un giorno di viaggio e gia' mostra una gobba...
I cavi dei cambi iniziano a sfilacciarsi e le guaine che li avvolgono sono arrugginite.
Il mio progetto di attraversare l'Australia inizia a scontrarsi con la realta'.
Prossima tappa Byron Bay, 300 km.
E' il secodo indirizzo che mi ha lasciato Lise.
Una brutta strada, il sole spacca le pietre ed il morale e' basso.
Ogni giro di ruota e' una scommessa: <<Reggera' fino al prossimo paese?>> La risposta l'ho avuta a 30km da Coflin.
<<No. Non ha retto>>
Un'esplosione! Un buco largo un dito! <<Su, forza d'animo... ragazzo>> penso tra me e me.
Un po' di colla, plastica trovata tra l'erbae tre toppe... Waw, regge!!!
...si... ma solo altri cinque km.
Sono le 14:00 quando inizio a camminare. Non c'e' ombra e le auto invece di fermarsi mi suonano il claxon.
Poi... una si ferma.
-No, non e' tutto a posto- Rispondo ad un uomo. -Ho una ruota rotta.- Lui si chiama Steve. sta tornando a Brisbune con la moglie. Guardo la macchina ed e' carica di valige... non c'e' posto per darmi un passaggio.
-Sto' attraversando l'Australia in bici- dico.

-Stai facedo una cosa molto bella. Anche io avrei voluto partire, ma non ho trovato mai il coraggio. Adesso vado in bici solo il fine settimana...- Cosi' dicendo apre il bagagliaio. All'interno la sua bici!
Prende una ruota e ne toglie il copertone.
-Un regalo. Tieni.-
E' gialla. Nuova e di buona marca.
Mi aiuta a sistemarla... qualche mosca, un litro di sudore e una stretta di mano. Anche lui mi lascia l'indirizzo... Di nuovo in sella!
Grazie steve... per la ruota... perche' mi hai dato nuova forza con la tua fiducia.
Forse e' il caso di prendere un'agenda per raccogliere gli indirizzi ed i pensieri di chi incontro.
Come il sole, cosi' la pioggia... I tropici offronodoni inattesi...
Un attimo stai guardando un arcobaleno appena nato e l'attimo seguente un acquazone ti toglie il respiro.
Il cielo si scurisce improvvisamente, l'aria umida arriva come polvere in forti raffiche di vento.
TIC, TAC, TIC sempre piu' fitti e non vedi piu' nulla. Sulla pelle schegge di vetro ed al passare dei camion si alzano onde da chiudere gli occhi...
Dieci minuti anaspando senza respiro poi d'un tratto riappare il sole... si asciugano i vestiti ed evaporano le pozzanghere, come se non fosse mai piovuto. E quasi si rimpiange il fresco sulla pelle bagnata.
Mah... i tropici..."

CAPITOLO 19 (La notte) :
"22/02/06
Il buio durante il viaggio non mi ha dato mai preoccupazioni.
Che dormissi su una spiaggia, in un fienile o in un bosco di lunghi arbusti, mi sono sempre sentito al sicuro, come protetto.
Questa notte invece... non riuscivo a dormire.
Lungo la strada si estendeva una vegetazione intensa ed un sentiero si perdeva al suo interno. Non so fin dove arrivasse, mi son fermato dopo un centinaio di metri, al primo spazio adatto per la tenda.
Dall'interno del sacco a pelo sentivo quella sinfonia di suoni ormai familiare... gli uccelli notturni, cicale ed insetti che fanno frizzare l'aria con vibrazioni regolari, come dei cavi a contatto con la corrente elettrica.
Avevo gli occhi chiusi ormai quando... passi tra l'erba! Beh, passi e' la prima cosa che ho pensato.
Attorno improvvisamente silenzio. E forse proprio questo silenzio mi ha atterrito.
Il centro abitato era a quaranta km... <<Chi puo' essere?>> Occhi spalancati come lune piene, muscoli irrigiditi.
Tenebre. Null'altro.
Attimi di terrore.
<<E' solo la tua immaginazione. E' solo la tua immaginazione>> mi ripeto.
Provo a chiudere gli occhi... di nuovo quel rumore! Altri due passi!
Miseria!!!
<<Calmo calmo calmo...>> gli aborigeni non sono tutti pericolosi... e poi non ci sono in questa zona...
Coccodrilli? No, qua non c'e' acqua.
Dingo? Ma no, sono animali timidi, non attaccano.
Nella testa mi risuonavano tutte le raccomandazioni delle persone incontrate... tutte le storie di gente trovata a brandelli, casi finiti con un punto interrogativo, e raccolti sotto la voce "misteri d'Australia".
Paura. Fuori al telo della tenda c'era la bici, il silenzio e... qualcosa che non so.
Batto le mani.
<<Se e' un animale fuggira'>> penso.
Invece Nulla. Nessun rumore.
Ho vissuto ogni giorno di questo viaggio come in un film. Con la certezza che la storia non puo' interrompersi a meta'.
Adesso invece il mondo e' un castello fatto a triangoli di carte, precario.
L'unica certezza era l'innaturale silenzio che aleggiava attorno.
Minuti con il fiato sospeso...
In mano il coltello...
Poi un uccello urla... una cicala gratta...
Ricomincia, come un grande respiro, il sussurro della notte.
<<Buona Notte Ale>> e crollo in un sonno profondo.
"

CAPITOLO 20 (Il senso del Mare) :
"Sono a Byron Bay ed e' primo mattino... il mare, oggi voglio scrivere di mare.
Sorvolero' quindi sulla bellezza del paese, sull'esercito di serfisti che arrivano da ogni parte d'Australia. Ragazzi altissimi camminano scalzi, lungo costume e capelli scompigliati scendono su spalle abbronzate. Tavole da surf e fisici perfetti.
Qualcosa mi ricorda il Giglio...
Bianca dalle sfumature ocra, la spiaggia si perde dietro il verde del promontorio. Due gabbiani sbattono le ali vociando acute AH.. litigano qualcosa...
Seduto sulla sabbia la mente dilaga nell'Oceano. Tre ragazze corrono sul bagnasciuga, sotto il braccio tavole da Surf. Sono bellissime... ma non importa, io osservo la loro corsa... di esseri liberi verso le onde, verso una dimensione che si allontana dalla materialita' dell'apparire.
C'e' un'isoletta nel mezzo della baia, e' poco piu' che uno scogliio... e circa due miglia di azzurro ci separano.
Siamo figure in transito...
Dietro ogni portale, che sia aereoporto o nave, che sia scalare montagne o deserti, dietro ogni portale noi poniamo i sogni.
La ricerca della "camera verde", del eden, l'appagamento della curiosita', il brivido che i sensi anelano... E' tutto la', dietro un ermo colle.
Il mare e' il piu' grande tra i portali. E' l'instabilita', e' l'infinito che non si puo' contenere neanche con lo sguardo. E' possibilita' ed impossibilita' allo stesso tempo.
La magia non sta' nel riflesso delle onde ne' nell'odore di sale e conchiglie, non e' il filo di seta che si amatassa nell'alba...
...c'e' un respiro che ti entra dentro con infiniti significati e che talvolta non si contiene... il mare e' salato di queste lacrime.
Siamo figure in transito... e quell'isoletta mi chiama. Mi attira la distanza che ci separa, il bianco che corona la sua fronte... ed inizio a camminare. Sirene cantano nelle sue scogliere... non posso vederle ma la loro voce mi trascina verso quello scoglio. Passo dopo passo... il fondale e' sabbia morbida, cammino nell'acqua che si mantiene bassa. Le ginocchia si bagnano, il mare lentamente sprofonda verso l'abisso... poi un'onda quasi mi sommerge.
Scuoto la testa, i capelli sono bagnati... <<Ma che sto facendo?>>. Volto lo sguardo... sono lontano dalla riva, in maglietta e pantaloncini.
Talvolta si fanno cose sensa senso... il senso del mare.
"

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