Pubblichiamo di seguito una nota satirica di un autore gigliese che ci richiede espressamente l'anonimato in quanto: "in quest'ultimo periodo chi osa non accodarsi alla protesta riceve insulti e minacce di morte ..."

Di Mufloni, Scarafaggi, Ambientalisti, una Canara e Striscia la Notizia

Facciamo finta che la situazione sia questa: facciamo che c’è un uomo, che ha una casa, una moglie e un figlio e un contratto con una ditta di pulizie che ha il compito di tenergli pulita la casa. Prima di firmare il contratto con la ditta, ci sono state molte discussioni all’interno del nucleo familiare. La moglie era contraria: “Ci ho pensato benissimo io stessa, da sola, da anni a mantenere pulita la casa, senza che arrivasse qualcuno da fòri a dimmi quello che posso o non posso fa!” Il figlio anche, aveva protestato: “ecco ora in questa casa non si potrà fare più niente! Non si potrà entrare con le scarpe, fumare in camera, fare i festini, non si potrà più pescare nella tazza del cesso, né coltivare marijuana nella stanza, fare immersioni nella vasca da bagno, non ci si potrà più neanche sedere sul divano e questa casa diventerà come una vetrina dell’IKEA e non ci vorrà vivere più nessuno. Né gli uomini né tanto meno gli animali! Allora io a chi venderò tutta la mia marijuana?” Insomma, dopo un lungo e serrato dibattito il contratto con la ditta di pulizie viene firmato e la casa entra a far parte dell’arcipelago delle case pulite e green della Toscana. Con buona pace di tutte le agenzie di comunicazione, agenzie di promozione turistica, delle istituzioni e della stampa che una volta che il green è diventato un tema sensibile per le nuove generazioni o meglio, per i segmenti di mercato denominati millennnials, generazione X e Z, si è fatta sostenitrice a spada tratta della causa.

La famiglia, ora “felice” nella sua casa pulita o comunque ora indifferente nei confronti di questa ditta di pulizie una volta tanto ostacolata, ha anche una stanza in più che anni prima, molti, 50 anni prima aveva affittato ad un uomo, un imprenditore forestiero a cui piaceva quella casa e voleva utilizzare la stanza, allora vuota, per farci un allevamento di scarafaggi da commerciare con la Cina. All’inizio il commercio va bene e tutti sono contenti. Ad un certo punto, però l’uomo imprenditore si stufa e abbandona l’attività. Lascia l’allevamento incustodito e se ne va. Dopo poco, gli scarafaggi che non trovano alcun ostacolo (né predatori, né insetticidi essendo cresciuti in un ambiente salubre e protetto) si riproducono a dismisura ed invadono tutta la casa, infestando tutte le stanze, le provviste ed impediscono a molte altre specie di animali (tra cui l’uomo, le sue vigne, le sue piantagioni di marijuna e suoi pesci rossi per lo scuba diving in vasca) e soprattutto di piante, di vivere e riprodursi all’interno del loro habitat. Mica lo fanno a posta eh! Sia chiaro, lo fanno e basta perché è nella loro natura riprodursi. Dopo poco anche le case dei vicini vengono infestate. I vicini si arrabbiano e protestano contro il proprietario. La ditta di pulizie inizia un piano di disinfestazione degli scarafaggi e allo stesso tempo, non potendo risolvere il problema in tempi brevi, stanzia degli indennizzi per i vicini di casa che hanno subito danni. Molti dei vicini, uomini umili e pratici più abituati a lavori manuali che d’intelletto, sono diffidenti nei confronti della burocrazia (come dargli torto?), molti non hanno neanche gli strumenti per compilare i complicati moduli di richiesta di indennizzo della ditta, quindi si limitano a protestare con il proprietario di casa e non richiedono nessun risarcimento e “poi quello che conta alla fine, non sono i soldi, ma evitare danni irreversibili, evitare che tanto duro lavoro venga distrutto.”

Quando siamo quasi alla fine della disinfestazione, dopo anni di lotta in solitaria e indennizzi (pochi a dir la verità) lo stato decide di stanziare dei soldi pubblici per sovvenzionare tutti quei progetti eco-green di disinfestazione degli scarafaggi laddove questi causino danni agli habitat naturali originari o mettano a rischio la salubrità e la stabilità delle case. La ditta fa richiesta e riceve i finanziamenti. A questo punto succede che il Padre litiga col figlio per questioni familiari interne (pensiamo che molto probabilmente sia successo che il primo non volesse comprare la playstation al secondo che stava andando male a scuola, queste però sono solo congetture di cui non abbiamo prova). Il figlio arrabbiato con il padre che non gli ha acquistato la playstation inizia una campagna mediatica tra i suoi amici contro l’uccisione di questi scarafaggi, perché: “povere bestie, ma che avranno fatto mai?” “sono pochi, non danno noia a nessuno” “sono lì da 50 anni e solo ora vi danno noia?” “gli animali non si uccidono, sono innocenti!” “io ci abito da 15 anni e mi facevano addirittura compagnia quando andavo a letto. Pensare, che quando ero piccolo mi addormentavo solo con il rumore delle loro zampette che grattavano le pareti, per scavare dei piccoli anfratti in cui nascondersi” dichiara il figlio in un video di Youtube. Coinvolge tutte le associazioni ambientaliste che, accortesi dopo 20 anni dell’esistenza di questi animali e del programma di eradicamento, si schierano in loro difesa. Contro l’abbattimento dei poveri innocenti. Le associazioni animaliste e ambientaliste non si preoccupano affatto di tutte quelle specie di piante e animali che invece a causa degli scarafaggi sono a rischio estinzione. Che ci siano forse animali e piante di serie A e animali e piante di serie B? E se così fosse, l’uomo dove lo mettiamo?

Così la ditta di pulizie, messa sotto pressione inizia a catturare più scarafaggi possibile e a cercare associazioni, allevamenti che vogliano accoglierli. Alcune si trovano, ma non sono abbastanza. Si diffonde nel frattempo la protesta a cui partecipano tutti i vicini e pure quelli lontani, alcuni che prima protestavano contro gli scarafaggi ed avevano anche ricevuto risarcimenti a tal proposito ... adesso li difendono, altri che non se ne erano mai curati ... ora ne diventano strenui difensori quasi come se gli stessero uccidendo il cane ad alcuni che il cane manco l’hanno mai avuto, aumentano e aumentono, aumentano le proteste aumentano, in strada, in piazza, sui social, i quali social hanno bisogno per funzionare di dispositivi elettronici, i quali dispositivi elettronici per essere prodotti hanno bisogno di risorse naturali, le quali risorse naturali vengono utilizzate per creare la nuova economia green, basata sul digital che difenderà proprio le stesse risorse naturali che gli ambientalisti dai loro dispositivi elettronici e dalle loro macchine fulle elettric rivestite in canapa indiana riciclata difendono. Arrivano manifestazioni di sostegno alla causa da parte di importanti Sciamani tibetani della provincia di Viterbo che testimoniano di colloqui avuti con gli antenati i quali sembrano piuttosto arrabbiati per il programma di disinfestazione degli scarafaggi Aurici in corso, si diffondono in tutta la provincia gruppi di canto Temazcal della famiglia delle radici della terra per invocare il perdono delle divinità blattoidee, la notizia si diffonde ancora e la protesta aumenta e dalle tv locali passa a quelle nazionali, anche il Papa nell’Angelus della domenica spende una parola a favore delle blatte che, come tutte le altre sono creature di Dio, finché stanno a casa di qualcun altro altri s’intende (ce la vedo la perpetua del Papa farsi il segno della croce e pronunciare un eterno riposo mentre spruzza il DDT), alla fine arriva pure Striscia la notizia così nel pollaio della commedia all’italiana ci siamo davvero tutti.

Mentre questo teatrino va avanti e la canara del quartiere accusa di omicidio chiunque non le stia simpatico, augurandogli di disciogliersi sotto le piogge acide come punizione divina per il suo vile operato, nel quartiere affianco la stessa ditta, in un’altra casa compie la stessa operazione, che sarebbe poi il lavoro per cui riceve soldi e gli ecoincentivi pubblici, con gli stessi soldi e gli stessi finanziamenti, senza essere disturbata da nessuno, eppure quel quartiere è considerato molto più green del nostro.

Posto che l’unico modo di essere veramente sostenibili e rispettosi dell’ambiente, delle piante e degli animali è vivere come vivevano gli uomini cacciatori e raccoglitori dell’era del Paleolitico (i quali tra l’altro sono considerati dagli studiosi sociologi e antropologi gli esseri umani più felici della storia dell’umanità): nella macchia a piedi nudi, cibandosi dei frutti della caccia e della raccolta, pulendosi il culo con le foglie di vite selvaggia, spontanea e sicuramente green, a volte giallognola, mi chiedo chi siano gli stronzi e gli innocenti di questa storia che più che ambientale mi pare una storia tutta umana.

Dirige il Maestro Peppevessic Chio