quando 22 anni addietro arrivai al giglio, avevo 26 anni, venivo da FIRENZE e prima ancora da MILANO, dove sono cresciuta, le prime cose che notai furono le "mancanze" di alcune situazioni sia di vita quotidiana che di altro sull'isola, e come la cIassica presuntuosa e sciocca che arriva dal continente, pensando di trovare gli indigeni con l'anello al naso, incominciai a dire cosa si doveva  fare per l'isola, affinchè entrasse nel mondo.
con molta pazienza i ragazzi d'allora, oggi uomini e donne adulte come me, mi ascoltarono e mi sopportarono, consci che avrei imparato cosa voleva dire vivere su di un'isola.
il primo anno fù veramente difficile per me, mi mancavano quelle cose che facilmente in città trovi all'angolo di ogni strada, la gente che improvvisamente a fine estate spariva, e per strada riuscivi a contare in quanti eravamo rimasti, il prendere un traghetto, ancora oggi se c'è mare evito di partire, insomma mi sentivo fuori dal mondo. assurdo, ma ciò di cui sentivo la mancanza erano solo cose materiali, di cui mi sembrava che senza di esse non sarei riuscita a sopravvivere
comunque imperterrita continuavo a criticare e sparlavo.
ci sono voluti 2/3 anni perchè non riuscissi a farne a meno di questo posto, del porto dove io vivo e dove mi sento PORTOLANA, quando telefono a qualcuno dell'isola dico sempre" sono la franca del porto, quella delle barche, e loro sanno chi sono.
le critiche d'allora sono diventate la mia ragione di vivere al Giglio, sono il mio benessere, sono diventate la ragione per la quale i miei figli sono cresciuti liberi, e ricorderanno la loro infanzia come uno dei periodi più belli della loro vita, non solo i miei ma tutti i ragazzi dell'isola, campesai, castellani e portolani.
viviamo in tre realtà diverse ma unite, quando il momento lo richiede.
certo ci sono delle difficoltà, come NEL MONDO di là, ma anche qui si possono superare.
questo per far capire anche a chi viene in vacanza, che in quei pochi giorni che vivrete sull'isola sarete degli ISOLANI come noi, che parteciperete alla vita quotidiana proprio come noi.
anche noi andiamo in continente per fare la SPESA GROSSA, e nessuno dei commercianti per questo motivo ci volge le spalle o non ci saluta.
per nostra enorme fortuna noi viviamo in una splendida eterna vacanza, anche se magari lavoriamo dalle 12 alle 17 ore al giorno, e a fine serata spesso troviamo il tempo, togliendolo al nostro riposo, per stare con gli amici che vengono a passare le loro ferie al giglio.
un grazie ai ragazzi d'allora, eravamo in tanti la sera a fare le vasche sul porto, che in tutti questi anni mi sono rimasti amici e vicini.

franca melis