Giorni orsono è apparso sulla stampa locale un articolo dal titolo “Isole blindate, danni al turismo nautico” sul quale vorrei fare alcune considerazioni.
Prima di tutto mi sembrerebbe ovvio, ma forse non lo è così tanto, che coloro i quali parlano e coloro che scrivono, avessero prima l’umiltà di documentarsi. Non è affatto vero che l’Amministrazione dell’Isola del Giglio vuole trasformare l’isola in AMP (Area Marina Protetta), ma la stessa ha recepito una volontà del Governo Nazionale del quale anche tutti i nostri cugini del “Comprensorio” fanno parte ed ha valutato il da farsi.
Con una forma di democrazia, almeno al Giglio mai vista, l’Assessore Feri ha convocato tutte le categorie economiche dell’isola ed insieme hanno elaborato proposte che di concerto con l’Amministrazione Comunale sono state presentate al Ministero competente.
In precedenza c’era stata un’assemblea pubblica in Giglio Castello alla quale oltre a gran parte della popolazione gigliese e il Presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano dott. Tozzi, avevano partecipato rappresentanti dell’isola di Giannutri, amministratori del Comune di Porto S. Stefano ed altri soggetti del comprensorio e a tutti fu permesso di dire la loro.
Mi sembra giusto, logico e doveroso che ciò che riguarda il Giglio lo decidano i gigliesi. In quanto all’idea di limitare l’acceso a Giannutri per arginare il degrado ambientale e far pagare un biglietto d’ingresso non mi sembra ci sia niente di scandaloso.
Vista la precarietà di attracco ai pontili di Giannutri e dello smaltimento dei reflui, addirittura bisognerebbe, forse, impedire di viverci anche ai legittimi proprietari di casa.
Detto questo poco comprendo tutte le preoccupazioni degli operatori del comprensorio che criticano senza mai proporre soluzioni. Il Sindaco Brothel ha avuto il coraggio di fare delle proposte e per contro ha ricevuto solo e sempre critiche.
Incredibile poi la convocazione dei sindacati da parte dell’armatore, ma chi? La Confitarma o il sindacato dei lavoratori del mare? E ancora chi sono gli armatori, e le tabelle di armamento sono rispettate? E ai marittimi è riconosciuto il giusto salario?
Spero che i sindacati tanto solerti a partecipare alla convocazione dell’armatore, si siano fatti questa serie di domande.
Se al Giglio, a Giannutri e in tutto il “comprensorio” vengono moltissime persone, un motivo ci deve pur essere; non è certamente per la competitività dei nostri prezzi e per i servizi che offriamo.
Ci viene, credo, riconosciuta la nostra sensibilità nei confronti della natura e del mare che sempre abbiamo trattato con grande rispetto.
Lo sa il preoccupato armatore della costa che l’isola subisce tutti i sabati e le domeniche di luglio e agosto l’assalto indiscriminato di centinaia e centinaia di barche che ci lasciano solamente l’acqua oleosa delle loro sentine e dei loro liquami ?
Lo sa l’armatore della costa che l’isola subisce l’invasione di centinaia e centinaia di subacquei del “comprensorio”  che la fanno da padroni e che sono senza controllo?
Mi sarebbe piaciuto che la parola “comprensorio”, oggi tanto di moda fosse venuta fuori anche quando furono costruiti i porti di Cala Galera, di Punta Ala, di Marina e Scarlino; mi sarebbe piaciuto che qualcuno del “comprensorio” ci avesse chiesto se fossimo attrezzati per accogliere tutte quelle barche e tutti quei subacquei.
Ma lo sa l’armatore della costa che per far attraccare le sue navi, ma sono veramente sue, perdiamo spazio che potremmo utilizzare per ospitare altre barche paganti?
Non parlatemi dei traghetti, quello che ci viene dato dal “comprensorio” è certamente in termini economici meno di quello che il Giglio dà al “comprensorio”.
Spero veramente che tante cose presenti nell’articolo di cui all’inizio, siano state dette pensando alle prossime elezioni che si terranno a P.S. Stefano e dette da chi forse si sente già assessore al turismo della nuova giunta.

Giovanni Andolfi