Mercoledi 22 marzo, la Soprintendenza Archeologica è giunta sull’Isola, per un lavoro programmato a Giglio Porto, in seguito al ritrovamento di marmi policromi sulla strada del Castellari, antica sede della villa dei Domizi Enobarbi. Durante l’apertura del tratto di strada per il ritrovamento dell’opus sectile, affioravano via, via, pezzi di affresco, che ricomposti hanno rivelato il volto probabilmente del dio Ares, con tanto di elmo in testa. L’emozione è stata intensa, non solo per gli addetti ai lavori già abituati alle meraviglie che questo luogo continua ad offrire, quanto per le persone che erano lì presenti, alcuni di essi hanno ricordato come da bambini fossero numerosi ed evidenti larghi strati di mosaici, che diventavano occasione di giochi nuovi ed affascinanti.

Durante i lavori man mano venivano alla luce  gli opus  già disegnati nel 1917  si è potuto quindi osservare la pregevolezza di tali reperti che testimonia la magnificenza della villa di cui facevano parte, purtroppo i mosaici continuano sotto il muro di recinzione di una  villa, e lo sguardo si è dovuto interrompere riportandoci alla realtà circostante…

Ci auguriamo che questi nuovi ritrovamenti siano occasione di interventi che riportino alla luce e nella loro completezza  tali tesori e vengano accertati possibili danni  al patrimonio archeologico e le eventuali responsabilità.

Ricordiamo che al tempo della costruzione della villa contigua, furono  fatte segnalazioni sulla presenza di reperti archeologici e che nell’area insiste un vincolo archeologico datato 1954

Quanti altri reperti si trovano ancora sotto poche decine di centimetri di terra lo dimostrano non solo gli scavi , ma un semplice acquazzone,  e più  volte è stata segnalata la presenza su  tutto il colle del Castellari di materiale di grande pregio come marmi, croste affrescate, tasselli di mosaico, laterizi con bolli  ed anche notevoli strutture murarie.

Questo per sfatare un certo  comodo dire che della villa non è rimasto niente e si possa  infine porre termine alla cementificazione sul colle.

Chiediamo fermamente che venga posto un più ampio vincolo e si possa iniziare la valorizzazione di ciò che è rimasto.

Sperando che gli studi e gli interventi della  Soprintendenza possano darci maggior conforto , augurandoci che anche l’Amministrazione Comunale si ponga a tutela e difesa del nostro patrimonio, rimaniamo in attesa  di nuovi eventi.

Gruppo Archeologico “Isola del Giglio”