Ho passato sabato pomeriggio e domenica mattina ad accompagnare il Presidente della Commissione Ambiente della Camera in visita al Parco dell’Arcipelago Toscano per confrontare le idee e  rispondere alle domande. Una breve visita in cui l’on. Alessandri ha detto molte cose sul turismo, sull’abolizione di prefetture, sulla trasformazione in fondazione dei parchi e sugli extracomunitari più o meno compatibili. Un piccolo drappello di leghisti locali ha dato il benvenuto all’ospite e alla mia stretta di mano di saluto, uno ha ritenuto di presentarsi dicendo che era inutile salutarci tanto mi avrebbero mandato subito a casa.

Mi sono chiesta cosa potevo fare per presentare il lavoro di quest’anno e le azioni che avevamo avviato per ridurre i cinghiali, gli impegni dell’Ente per sistemare la sede e per fare approvare il Piano del Parco. Ho lasciato qualche piccolo documento, un CD con tutti gli atti votati dal Consiglio e qualche depliant, materiale leggero per poter essere visionato in modo tranquillo.

Nel tardo pomeriggio dopo una breve sosta avrei dovuto raggiungere Marciana per un  incontro con alcune persone di origine svizzera che hanno scelto di vivere all’Elba perché affascinati dall’isola.

Ho scelto di passare da Monte Perone per godermi il fresco dei castagni verdissimi. Stavo salendo in macchina lungo i tornanti e guardavo il versante verso S.Ilario che si stagliava nitido nella giornata tersa dal vento. All’improvviso dalla parte opposta del tratto di strada, oltre la vallecola,  ho visto un filo di fumo chiaro e subito dopo una colonna di fuoco che si innalzava al cielo. Contemporaneamente due auto in prossimità del principio di incendio continuavano la loro salita e non si fermavano. Mi sono precipitata subito sul posto chiamando in contemporanea l’ing Chiavacci del CTA-CFS. Il fuoco cresceva a vista d’occhio, davanti a me era ferma una macchina con due persone che scendendo dal Perone avevano incontrato l’incendio e avevano avvisato i Vigili del fuoco e Gentini della Protezione Civile.  Impotenti senza niente in mano guardavamo il fuoco che avvolgeva le robinie, divampava verso l’alto dal bordo della strada. In pochi minuti è arrivata la prima camionetta della Protezione Civile. Sono scesi veloci protetti dalle tute arancioni. Ho visto un gigante nero, che si è avventato sul fuoco, urlava, per srotolare la pompa dell’acqua  più in fretta possibile. E’ entrato sotto i rami roventi, in mezzo alle esalazioni che chiudevano la gola a me che stavo sulla strada. Poi sono arrivati tutti gli altri, rapidissimi, pompe, idranti, ricetrasmittenti, giovanissimi e attempati. Ognuno ha aggredito il fuoco sapendo cosa fare, l’elicotterista, abilissimo, caricava il cestello a breve distanza e rovesciava acqua con precisione infallibile sul rogo che cominciava a fumare sempre più chiaro. Decine di angeli: volontari e dipendenti pubblici  dei corpi dello Stato e degli Enti locali hanno rapidamente combattuto un gesto volgare e prepotente restituendo alla collettività  un lembo di paesaggio stupendo e una terra che non merita questa vigliaccheria. La prepotenza di chi pensa che sfregiare il territorio per farsi sentire sia un linguaggio dovuto per un personale beneficio,  per intimidire e dissuadere chi opera nell’interesse pubblico dal prendere decisioni utili a risolvere i problemi di questi versanti. Le indagini andranno avanti anche per capire il filo che lega questo gesto al secondo fuoco appiccato a breve distanza.

Non ci sono parole per ringraziare tutti e per sentire che questa isola ha un gruppo di angeli straordinario. Ma non posso dimenticare Abdoul e i suoi occhi grondanti di sudore che da oltre 10 anni presta la sua energia per questa isola e … pensare che mi avevano detto al mattino che uno come lui era assolutamente incompatibile ...

Il direttore del Parco - Franca Zanichelli