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Il Sindaco e Ancim al Ministero dell'Istruzione
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IL SINDACO E ANCIM AL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE

Il Ministero dell’Istruzione ha ricevuto, venerdì, a Roma il direttivo ANCIM composto dal Presidente Mario Corongiu, segretaria generale Giannina Usai, Sindaco del Giglio Sergio Ortelli ed assessore all’istruzione di Favignana Linda Guarino. L’appuntamento previsto con il Ministro Fedeli, purtroppo, è andato a vuoto per una convocazione straordinaria del Consiglio dei Ministri fissata già dalla mattinata.

Continua l’opera di persuasione da parte di ANCIM sui temi della scuola nelle isole minori portando ininterrottamente sui tavoli che contano i disagi che le famiglie ogni giorno incontrano nel mantenere i propri figli agli studi. Il contesto scolastico delle isole minori è molto fragile e preda di troppe criticità che indeboliscono l’offerta formativa a discapito dei ragazzi che con tanto orgoglio abitano i nostri bellissimi territori. La continuità dell’attività formativa è un obiettivo da raggiungere e mantenere ma, sfortunatamente, non possiamo parlare ancora di adeguata erogazione di un servizio indispensabile che lo Stato è costituzionalmente tenuto a garantire. Né, aggiungiamo, è dignitoso che il sindaco del Giglio ogni anno si “inginocchi” davanti al Direttore Scolastico Regionale per ottenere un livello scolastico che di fatto dovrebbe essere garantito da leggi speciali promosse a favore delle isole.

I temi discussi al tavolo sono sempre gli stessi. Crediamo che la caparbietà e la tenacia del Sindaco Ortelli non abbia eguali nella storia del Giglio nel ribadire in ogni dove la distrazione dello Stato nei confronti del nostro territorio, disagiato come tanti altri nel panorama delle isole minori. Questi gli argomenti discussi:

  1. Reperibilità di organico. Nell’autunno scorso, periodo in cui la cosiddetta “Buona Scuola” avrebbe dovuto produrre i primi effetti positivi, l’apertura del nuovo anno scolastico ha dovuto far fronte, fino a novembre inoltrato, al solito problema delle assegnazioni di organico con quelle incertezze educative proprie di un numero assolutamente insufficiente di docenti. Al personale assegnato nelle isole manca l’attribuzione di un punteggio nel curriculum che garantirebbe la scelta di scuole che di norma vengono scartate per le difficoltà legate al mare.
  2. Obbligo scolastico. Il Decreto Ministeriale 22 Agosto 2007 , n. 139 “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell'obbligo di istruzione, ai sensi dell'articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.” stabilisce che l'istruzione obbligatoria sia impartita per almeno dieci anni e sia finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. Nelle piccole isole, salvo qualche caso raro (Elba, ecc), l'obbligatorietà scolastica è motivo di diseguaglianza da diversi anni perché non supera gli otto anni, nei due livelli base d’istruzione, ed i due anni rimanenti vengono interamente caricati sulle famiglie che, per garantire la continuità scolastica alle superiori, emigrano sulla terraferma con costi esorbitanti a cui lo Stato non mette riparo.
  3. Spopolamento scolastico. La scuola è fondamentale per contrastare lo spopolamento demografico di un territorio. Ma nel caso del Giglio come in altre realtà insulari, la scuola stessa causa provoca l’impoverimento delle classi inferiori. Intere famiglie, cioè, sono costrette ad emigrare a causa della mancanza di livelli di istruzione adeguati portando con loro altri figli e quindi altri potenziali “numeri” della scuola. Va capita, analizzata e combattuta questa drammatica emorragia di alunni con strumenti che solo il ministero o il Governo sono in grado di trovare.
  4. Costituzione di Pluriclassi. C’è forte preoccupazione per il crescere delle Pluriclassi e la Buona Scuola doveva garantire la diminuzione di questo fenomeno. Pluriclassi si? Pluriclassi no? Il dilemma può essere affrontato cambiando il modo di interpretare quello che fino a oggi veniva interpretato come un male per la scuola. Va costruita una seria formazione del corpo docente oggi poco preparato ad affrontare questo diverso concetto di offerta formativa. Se non c’è formazione non possono esserci le pluriclassi. Forse si potrà pensare di introdurle quando il metodo cambierà e la preparazione degli insegnanti sarà tale da accettare questa proposta in linea con le necessità della nuova scuola. Altrimenti va abbandonata la pratica a vantaggio di un sistema che sia compatibile con i numeri che le isole riescono a dimostrare.
  5. Plessi scolastici a norma. La procedura per la messa a norma dei plessi scolastici è lunga e burocraticamente incompatibile con l’urgenza di avere strutture in linea con la legge. Il Comune di Isola del Giglio ha quasi terminato il lavoro sui due plessi ma il tempo impiegato (naufragio a parte) è stato biblico. Insomma è stato faticoso arrivare in fondo. Lacci e laccioli che complicano la vita e quindi è necessario un sistema che snellisca l’iter per mettere a disposizione dei nostri ragazzi plessi sicuri e privi di punti di debolezza.

Quali prospettive? Innanzitutto la Scuola nelle Isole Minori non può essere interpretata come numeri (popolazione scolastica) ma in base alla qualità dell’insegnamento perché questi territori non possono avere i numeri dell’entroterra né è possibile mettere tutti sullo stesso piano. Una proposta di legge in questo senso (Siragusa, Velo ed altri) è giacente alla Camera dei Deputati dal 2011 ma è un documento che risponde ad una sola parte delle esigenze come la certezza dell’insegnamento mentre non corrisponde a tutti gli altri interrogativi che le isole pongono. La proposta di legge reca disposizioni finalizzate a garantire la funzionalità delle scuole delle isole che possiamo sintetizzare come segue:

  • assicurare la parità di trattamento a tutti i minori;
  • garantire l’obbligo di istruzione nei territori svantaggiati;
  • garantire la qualità del sistema scolastico mediante la valorizzazione delle scuole delle isole;
  • garantire sussidi didattici per l’installazione di nuove tecnologie informatiche;
  • precedenza di nomina agli insegnanti che dimorano nelle isole minori;
  • assicurare la stabilità dell’organico del personale docente aggiornato in base al numero delle iscrizioni calcolate nell’arco di almeno tre anni consecutivi;

Su questo ultimo punto ma anche il penultimo, che a parere nostro rappresentano la chiave per il raggiungimento degli obiettivi auspicati, dovremmo aprire una riflessione sul significato dei numeri nelle isole che di anno in anno decrescono sempre più anche per la iniqua applicazione dell’obbligatorietà scolastica.

La conclusione del tavolo ministeriale

Il segretario particolare riferirà puntualmente al Ministro Fedeli avendo recepito le nostre istanze. La proposta di legge dovrà essere perfezionata in funzione del principio di obbligatorietà scolastica che nelle isole minori viene dimenticato da diversi anni. Ogni anno la direzione regionale sceglie il corpo insegnanti secondo le asticelle fissate dalla legge che puntualmente penalizzano i nostri comuni poveri di numeri. L’organico di diritto viene applicato in base ai numeri della popolazione scolastica e, quando va bene, l’organico di fatto risponde sufficientemente alle attese. Lo scenario per il futuro è visto da noi con molto pessimismo tanto che l’Associazione dovrà intervenire in modo forte e deciso.

Detto questo, solo per enunciare il principio portante di quanto vogliamo esprimere, è nostra viva intenzione, di fronte alle criticità evidenziate in queste poche righe, far valere il criterio della compensazione dei costi dei mancati servizi scolastici derivanti dall’obbligatorietà scolastica alla ricerca di uno standard di formazione che ci convinca e che sia in linea con i diritti e le pari opportunità per i ragazzi delle isole. In pratica se lo Stato non finanzia i due anni mancanti al completamento del ciclo di formazione legittima, restituisca (o meglio mantenga perché ad oggi c’è) questo deficit con un organico in grado di soddisfare in pieno diritto dei nostri figli. A vantaggio anche di una situazione economica che non può e non deve far mancare il sacrosanto diritto allo studio.