giglio castello isola del giglio giglionews
In ricordo di Beppino Ulivi
I contenuti dei post nella rubrica "Dite la Vostra" di questo giornale sono opinioni personali ed informazioni non verificate provenienti direttamente dai rispettivi autori che se ne assumono totalmente la propria responsabilità. La redazione GiglioNews si dissocia preventivamente dai contenuti che dovessero offendere o ledere la dignità di soggetti terzi, fermo restando il diritto di rettifica ai sensi della legge n. 47/1948. (n.d.r.)
In ricordo di Beppino Ulivi

Alle care Caterina e Loredana Ulivi,

scrivo dopo che gli impegni derivati dalla morte di Beppino vi hanno lasciato un po’ di respiro, perché anch’io (come mia moglie Biancamaria) desidero esprimervi la nostra partecipazione al dolore che segue ogni doloroso addio alla persona amata, dopo tanti anni vita comune.

Credo di fare un onesto atto di riconoscenza a Beppino e, ovviamente, a voi, se dico che tutti abbiamo addosso i segni del tempo identificabili nei ricordi, che ci portano indietro, nelle speranze, che ci spingono in avanti. Le persone lasciano tracce in chi è loro vicino, in chi cerca di ascoltarle ed osservarle. Per me, ma non solo, Beppino è stato di aiuto quando ne ho avuto bisogno, ma anche esempio da ammirare e quindi da imitare nel modo di porsi verso gli altri, di stabilire e mantenere relazioni rispettose della individualità delle persone. Fin da ragazzo, quando avevo circa 10 anni ed andavo da lui a “ripetizione” (allora abitava al Semaforo), lo ricordo riservato, paziente, rispettoso della persona, quasi entrasse in punta di piedi nello stabilire relazioni interpersonali. Tale percezione l’ho avuta anche in questi ultimi anni, quando, ormai non avendo più fermo il piede, è venuto a pescare con me: sembrava volesse dire che non voleva disturbare. Mi rendo conto ancora una volta, che la sua morte me ne dà l’occasione, che non è facile trovare persone così sensibili in un mondo caotico, che corre continuamente (ma dove?), sopraffacendo tutti e tutto spesso con violenza e disprezzo.

Anche ora, Beppino, sono a “ripetizione”: il tuo comportamento mi è d’esempio, motivo di speranza per continuare ad aiutare chi ha bisogno, come tu hai fatto.

A te dico arrivederci e non addio.

Alberto Centurioni