E’ la mattina di venerdì 14 aprile, alle 8:00 del mattino il Porto è già sveglio, tutto in fermento, con i traghetti che arrivano e ripartono, per la freneticità delle vacanze pasquali. Un caldo sole, auspica ad una bellissima giornata primaverile. Il mare, come si dice in gergo è “una tavola” ... uno scenario perfetto per “L’ULTIMO VARO” ...
Quattro ragazzi si ritrovano sulla spiaggia del Porto con i visi assonnati e falsamente divertiti da quella situazione un po’ insolita; per un momento si guardano, poi….all’opera.
Ormai è giunto il momento, non si torna indietro, per le tre barche in legno, che per trentasette anni hanno solcato fiere “il mare del porto”, è giunto il momento della pensione e del meritato riposo.
L’impossibilità di ripararle, ha reso necessario questo gesto, che non deve essere inteso come un qualcosa che finisce, ma come un nuovo punto di inizio da cui ripartire, per continuare a preservare le nostre tradizioni, affinché durino ancora a lungo nel tempo; questo è l’impegno primario che si è assunto il Comitato San Lorenzo, sin dall’inizio di questa sua nuova gestione.
E’ stata una strana sensazione vederle scivolare dolcemente sull’acqua, proprio come le vedevo da bambino, quando mio padre mi portava al timone con lui, ed assistevo appassionato all’allenamento di quattro uomini, che riversavano su un reme tutta la loro voglia di vincere una gara, che il 10 agosto gli avrebbe portati quasi come sul tetto del mondo.
Una ad una, man mano che “entrano” in acqua, obbedienti come sempre, rimangono alte sull’acqua, quasi a dimostrare che hanno ancora voglia di gareggiare, di sentire su di loro, i colpi potenti dei vogatori, che le spingevano veloci sull’acqua, di provare l’ebbrezza di superare nuovamente un’onda alta, per tuffare la prua sott’acqua, quasi come un gioco di delfini ...
Una volta in mare, ormeggiate per un attimo alle prime boe della catenaria, prima una, poi un’altra, ed infine un’altra ancora, sono state portate al pontile e di lì prese con un gancio e caricate su un camion che le ha portate via…chissà dove ...
Non ho nemmeno voluto assistere a quest’operazione, vederle sollevate dall’acqua e “distrutte” da quel gancio, sono tornato a casa rivolgendo alle barche un’ultima occhiata “affettuosa” e mentre le osservavo, mi accorgevo con rammarico che ormai veramente non c’era più altro da fare ... già una era sott’acqua per metà e un’altra stava per seguirla ... come una sorella che non la vuole abbandonare da sola al suo destino ...
I ragazzi del comitato volevano cogliere l’occasione di ringraziare anche Ido e “Gamboni”, che si sono ben disposti a darci una mano per portare via le barche.