La Costa Concordia verso la Turchia?

Le parole di Gabrielli alla Camera - Per lo smantellamento del relitto della Concordia "allo stato c'è una soluzione italiana e una turca", la Turchia ha presentato l'offerta più conveniente: "40 milioni di dollari", a fronte di una richiesta di 200 milioni, "fuori mercato" da parte di Civitavecchia. "Nel mezzo ci sono le soluzioni Piombino e Genova". Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera sulla rimozione del relitto della Costa dall'Isola del Giglio.

gabrielli rimozione concordia isola del giglio giglionews"Il porto di Palermo si è reso non più disponibile - ha aggiunto Gabrielli - rimangono Civitavecchia, che ha presentato un'offerta fuori mercato, ha proposto una cifra esorbitante: la soluzione turca implica un esborso per l'azienda di 40 milioni di dollari, quella di Civitavecchia 200 milioni. Nel mezzo ci sono le soluzioni di Piombino e Genova. Il problema di Piombino è che non ha il bacino".

La soluzione turca presuppone l'utilizzo del Vanguard, quella italiana del traino: "Noi - ha detto Gabrielli - ci aspettiamo non solo l'indicazione di una soluzione ma una corposa documentazione che illustri i rischi e le problematiche legate a ciascuna delle due soluzioni".

Dei 30 porti sondati dalla società londinese che ha selezionato anche i consorzi per il raddrizzamento della nave della Costa 13 hanno presentato offerte, ha spiegato, "quattro sono porti italiani: Piombino, Civitavecchia, Genova e Palermo. Ci sono poi la Turchia, la Gran Bretagna, la Norvegia", "l'offerta più bassa è quella Norvegese, non sostenibile per la distanza".

"Noi auspichiamo che sia un porto italiano, anche perché ricordo che dobbiamo ancora trovare un corpo"."E' vero però - ha poi aggiunto - che il prezzo lo deve pagare la Costa, che è sempre una società privata, che può andare a gambe all'aria". "I costi a carico dell'armatore sono stati finora - ha rilevato Gabrielli - 1,1 miliardi"

"Oggi ci scandalizziamo sull'ipotesi Turchia ma è lì che mandiamo le nostre navi militari". "Da 25 anni in Italia non facciamo smantellamento di navi, le nostre navi militari le portiamo in Turchia". "Attualmente in Europa il paese meglio attrezzato è la Norvegia" ha aggiunto rispondendo alle domande dei parlamentari - ma non hanno optato per quel paese per una questione di distanza", anche se l'offerta norvegese era di "prezzi inferiori rispetto a quelli turchi".

Il Ministro dell'Ambiente Galletti - No alla Turchia, "la Concordia deve essere smantellata in Italia. Dalla tragedia, avvenuta nei nostri mari con danni ambientali e vittime, devono esserci opportunità economiche per il nostro Paese''. Così il ministro Gian Luca Galletti interpellato dall'ANSA in merito all'ipotesi dello smantellamento in Turchia della Concordia.

Il Presidente della Regione Toscana Rossi - "Prioritaria è la valutazione di impatto ambientale dello spostamento della Concordia. Dobbiamo quindi valutare bene il progetto che ci verrà presentato. Smantellare la nave in Turchia, ci ha detto Gabrielli, costa meno ma la Turchia è lontana e, almeno da quello che si sa, smantellano le navi non proprio nel rispetto dell'ambiente". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

enrico rossi governatore toscana presidente isola del giglio concordia vanguard giglionews"Noi abbiamo il compito di completare questa operazione nel modo migliore, il che significa che la rottamazione della nave deve avvenire nel rispetto sia l'ambiente che i diritti dei lavoratori. Se la Turchia ci fa correre questi rischi la soluzione non può che essere quella di un porto italiano, o Piombino o Genova", ha aggiunto Rossi.

"Se noi siamo pronti per quando la nave sarà spostata - ha osservato il presidente della Toscana - la soluzione deve essere Piombino, per una ragione di buon senso: si può raggiungere in sole 5 ore di navigazione, mentre per Genova occorrono 5 giorni. E il porto di Piombino, ho fatto una verifica sui lavori anche ieri, sarà in condizioni di ospitare la Concordia a partire da settembre. Come presidente della Toscana sostengo che la nave debba rimossa dal Giglio appena possibile (ma evitando di intrecciarsi con il clou della stagione turistica), e che venga smantellata in Italia, e se il porto sarà pronto a Piombino".

Le parole di Realacci - "Nella tragedia della Costa Concordia e nelle azioni che ne sono seguite sono emerse due Italie. Una sbruffona, inaffidabile, irresponsabile simboleggiata dal comandante Schettino e un’altra rappresentata dall’impegno solidale nei soccorsi dei cittadini del Giglio e dopo dall’eccellente azione di messa in sicurezza del relitto. In questa operazione difficile e per certi aspetti mai tentata, sotto la regia della Protezione Civile, abbiamo dato prova di efficienza e le imprese italiane hanno mostrato il meglio delle loro capacità tecnologiche. Un successo questo che, dopo la tragedia, ha contribuito a riscattare, almeno in parte, il Paese e a restituire onore all’Italia. Positiva poi la conferma che tutti i costi legati alle operazioni di recupero e rimozione del Concordia, attestatisi ad oggi sulla cifra di 1,100 miliardi di dollari, siano a carico della Costa. Importante, inoltre, che sia operativo un monitoraggio ambientale continuo realizzato con il coinvolgimento del Dipartimento di Biologia Ambientale de l’Università La Sapienza, dell’Ispra e dell’Arpa Toscana, che ha dato risultati confortanti. Si tratta ora di portare a compimento questa difficile opera garantendo la massima sicurezza per l’ambiente e utilizzando questa occasione per avviare una filiera per lo smantellamento e il recupero delle grandi navi, partendo appunto dalla demolizione della Concordia in un porto italiano. Saremmo tra i primi in Europa ad attrezzarci per questo, anticipando le normative europee che presto porranno fine allo scandalo di viaggi verso siti, soprattutto in Asia meridionale, dove lo smantellamento avviene senza garanzie né per l’ambiente, né per la sicurezza  dei lavoratori. E’ un’occasione che l’Italia non può perdere” lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commentando l’audizione informale del Prefetto Gabrielli oggi in Commissione Ambiente e la completezza della relazione del Prefetto stesso sull’avanzamento dei lavori di rimozione e smantellamento del relitto della Costa Concordia.

Legambiente, Greenpeace e WWF Italia - “Basta con il triste balletto dei porti cui abbiamo assistito nell'ultimo anno. Auspichiamo che la soluzione individuata per lo smaltimento della Concordia sia un porto italiano idoneo e che questo drammatico incidente rappresenti l’occasione per dotare il nostro paese delle infrastrutture e del processo produttivo necessari allo smaltimento delle navi e mettere così fine alla prassi vergognosa di mandare i relitti dove i costi di mano d’opera e le normative sulla sicurezza sono inesistenti”.

Le associazioni Legambiente, Greenpeace, Wwf Italia commentano così, in una nota congiunta, le dichiarazioni rilasciate oggi dal capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera sulla rimozione del relitto della Costa dall'Isola del Giglio e sull'ipotesi che venga scelto un porto turco per lo smantellamento.

“Chiediamo al governo - proseguono le tre associazioni ambientaliste - di indirizzare Costa nella giusta direzione, affinché la società opti per la soluzione più idonea. Il principio di questa scelta non può essere unicamente la convenienza economica, bensì quello del minor impatto ambientale”.

“Infine e non da ultimo - concludono Legambiente, Greenpeace, Wwf Italia - ribadiamo che la vicenda Costa Concordia non si chiude con la rimozione del relitto, ma con il ripristino dello stato dei luoghi, la bonifica delle opere, la rimozione del cantiere e il risarcimento del danno ambientale come concordato nella Conferenza dei Servizi decisoria del 15 maggio 2012.

Chiediamo pertanto alla Regione Toscana e al Ministero dell’Ambiente di tenere alta l’attenzione su queste questioni e in particolare sul risarcimento del danno ambientale (ad oggi valutato prudenzialmente da ISPRA in oltre 13 milioni di euro), per tutto il tempo necessario dopo la rimozione del relitto”.