Al Presidente della Provincia di Grosseto 
Al Sig. Sindaco del Comune di Isola del Giglio
All’Assessore Regionale all’Agricoltura
Al Presidente dell’Ente Parco Arcipelago Toscano
Al Direttore Regionale WWF
Al Comando Provinciale del Corpo Forestale
Al Giornale on-line Giglionews
Alla Stampa locale

Oggetto: Aggressione del WWF agli agricoltori del Isola del Giglio (lettera WWF del 20/5/2008 sul giornale On-line Giglionews)

Nell’esame della grave problematica che sta affliggendo l’Isola del Giglio, come per tante altre piccole isole italiane, che è il vistoso e progressivo calo demografico degli abitanti nei periodi dell’anno fuori dalla stagione estiva, sta prendendo consistenza la necessità di individuare un piano di sviluppo rurale, attraverso appunto la rivalutazione delle attività agricole.

Mentre la stagione estiva riesce ad occupare il tempo degli isolani in una intensa attività lavorativa, dal mese di Ottobre in poi la metà dei residenti si sposta in continente, famiglie intere, provocando a catena una desertificazione dei servizi sociali (chiusura delle scuole, pluriclassi, chiusura delle attività commerciali, diminuzione di interessi ricreativi e culturali e di servizi sociali, fra quali i collegamenti).

Come è possibile immaginare, questo causa tutta una serie di problematiche soprattutto di aspetto sociale e anche depressivo che interessa tutta la popolazione, dai più giovani agli anziani.

Prima dell’avvento del turismo sull’isola la comunità era assai più numerosa di quella attuale durente tutto l’anno, a quell’epoca l’economia locale era basata sull’agricoltura e sull’attività estrattiva.

Avendo quindi individuato che è l’attività occupazionale, la risorsa che può aiutare la nostra comunità a non abbandonare l’isola, non potendo riaprire le miniere (anche perché nessuno ci andrebbe a lavorare!) rimane l’attività agricola, quella realtà occupazionale da stimolare e incrementare, anche se solo a livello di hobby, per invertire l’attuale tendenza di abbandono dei vigneti, orti e allevamento di bestiame.

Recentemente alcuni giovani hanno riscoperto questa potenzialità per non lasciare l’isola di inverno, con l’allestimento alcune porcilaie, con il recupero di vigneti abbandonati.

Ha preso vita una Cooperativa che ha impiantato nuovi vigneti, nuovi siti per il miele, sta progettando un giardino botanico, è già al secondo anno di produzione di vino, con un valido obbiettivo di occupazione giovanile. Interessante è stato anche l’investimento di un privato gigliese per un nuovo impianto di vigneto (circa 4 ettari) che ha creato nuovi posti di lavoro, prodotto un ottimo vino e meritato il premio di “Viticoltore eroico” all’ultimo Vinitaly di Verona.

Il ritorno all’agricoltura quindi, sia in termini professionali che di hobby, in grado anche di completare l’offerta turistica (degustazioni, visitazioni, etc.), per noi fattore determinante contro l’estinzione della nostra comunità ed il definitivo abbondono dell’isola nei periodi invernali e di bassa stagione.

MA AD UN CERTO PUNTO ARRIVA LA GENTE DEL WWF (
VISUALIZZA LETTERA), entra nelle nostre proprietà (alcuni proprietari di vigneti hanno sporto denuncia per aver trovato divelte le lore recinzioni e segni di invasione nei loro terreni, proprio nei giorni che i signori del WWF hanno “visitato” l’isola, hanno denominato attività di “bracconaggio” le trappole per topi all’interno di orti e vigne (loro le chiamano “stiaccine” per uccelli, dimostrando la loro incompetenza), come pure i “lacci” per conigli, unico animale, dannosissimo per i vigneti, presente sull’isola.

Sono venuti qua da noi, dove da secoli, fino ad oggi, l’ambiente è stato davvero conservato bene, ci chiamano “bracconieri” e chiedono interventi delle autorità per obbligare gli agricoltori a non usare più gli “unici” (soprattutto dal punto di vista biologico) strumenti di difesa dagli animali dannosi, pertando determinado l’abbandono della coltivazione e quindi di tutto quel processo prima esposto che ci può aiutare a non estinguere l’altro importante animale che vive su questa isola: “l’uomo”.

Esitono animali che “purtroppo” vanno combattuti quando rappresentano una minaccia per l’umanità (zanzare, mosche, topi, etc. e … per noi isolani, i conigli): questi possono essere definiti “animali dannosi”.

Signori “ambientalisti contraddistinti da un logo”, se volete, venite qua ad imparare come si difende l’ambiente, l’Isola del Giglio può essere davvere una grande “università” per voi “professori”. Aiutateci magari a difendere il nostro ambiente con il finanziamento di depuratori, di progetti finalizzati al rimboschimento autoctono e allo sviluppo rurale, al recupero della sentieristica e a tutte quelle attività che permettano all’umanità di “visitare” i grandi tesori naturalistici che sono di tutti.

Con ossequi

Il Presidente della Pro Loco dell’Isola del Giglio
Walter Rossi