Il testo pubblicato ieri da Legambiente è veramente un’offesa per tutti i suoi bravi e onesti ambientalisti che operano da anni alla base dell’organizzazione, per tutti quelli che la sostengono e che credono nell’ambiente vero e  nell’ambiente serio, convinti di appartenere ad una associazione mossa da principi nobili, senza lucro politico, ma con il solo scopo di difendere il bene supremo della nostra sopravvivenza: l’ambiente. E’ un’offesa anche per noi gigliesi che per anni abbiamo pensato questo.  E questo l’abbiamo sostenuto anche quando abbiamo raggiunto l’ambito traguardo delle 5 vele solo perché a governare l’isola c’era un’amministrazione di sinistra che,  ironia della sorte, fino a quel momento non aveva ancora fatto nulla di buono. Noi sinceramente pensavamo fossero un esempio da seguire per noi stessi e per i nostri figlioli.

Non è purtroppo così.

A noi gigliesi, residenti e non, gli attacchi politici a Bosi, a Matteoli e le diatribe politiche nazionali non interessano. Legambiente e Tozzi devono rispondere a noi gigliesi perché stanno trattando una materia che incide sulle nostre vite e sul nostro futuro.  Il Presidente del Parco Tozzi che “concorda fino all’ultima virgola con quanto scritto da Legambiente ….” rappresenta oramai per noi isolani un cattivo esempio di gestione imprudente di una carica ministeriale, ora trasformata spudoratamente in una esaltata espressione politica (in quanto condivide le tesi Legambiente) con sfondo un fondamentalismo incettatore   che vuol metter le mani sulla gestione amministrativa del nostro meraviglioso scoglio senza avere né il consenso popolare né un’attribuzione elettorale bensì un incarico di parte politica, ripeto, da parte di un Ministro con i giorni contati (Pecoraro Scanio), più integralista di tutti e forse al tramonto di una compassionevole carriera.

Per noi isolani il cosiddetto Parco Marino è come se per contingentare le nascite, invece di adottare misure contraccettive, ironia della cura, ci si tagliasse lo “strumento”.  

E ancora leggiamo il Presidente Tozzi: “la conservazione  dell’ambiente è la grande assente dal dibattito su questi temi..” perché finalmente si è capito che le aree marine protette, pensate in questo  modo vessatorio, oltranzista e antiscientifico, decrementano fortemente il processo di salvaguardia. Non dobbiamo dimostrare nulla di quanto è risultato dalle ultime esperienze sul campo: da circa vent’anni Giannutri e Pianosa, con i crolli e il degrado dimostrati dalle tv recentemente, rappresentano il risultato più amaro di una operazione squisitamente politica. Su Giannutri abbiamo anche visionato il reportage che ha prodotto l’associazione CAPADEM di Porto S. Stefano che ha messo in evidenza uno stato di abbandono dell’isola preoccupante per non dire da terzo mondo (con tutto il rispetto).

C’è poco da ridere. Noi siamo gigliesi tutto l’anno, pieni di problemi dovuti alla nostra insularità, che Tozzi e l’AMP non sono in grado di risolvere.

Ma se vogliamo fare politica allora bisogna dire la verità. 

Per quanto riguarda la sterile polemica pre-elettorale, vorrei ricordare agli smemorati catodici che in cinque anni del precedente governo i rischi di un progetto marino scriteriato non ci sono stati  perché “quel dicastero” di Matteoli rispettava la volontà dei gigliesi.

Non solo. “Quel dicastero” di Matteoli a cui si fa riferimento finanziava circa 2 milioni di euro (tramite accordo stato/regioni) per interventi direttamente destinati alla qualità dell’ambiente e, nella fattispecie, alla depurazione degli scarichi a mare dei liquami dell’Isola del Giglio, per Porto e per Campese. Oggi quei fondi, nonostante i miei inutili sforzi, sono stati dimenticati da un’Amministrazione Comunale incapace di capire a cosa fossero destinati.  E si ergono a tutori dell’ambiente!

I gigliesi godono oggi di indipendenza idrico-potabile grazie agli impianti di desalinizzazione finanziati con fondi elargiti in parte da “quel dicastero” di Matteoli che ha creduto (assieme alla Regione Toscana che ha fatto un’ottima figura)  alla dissalazione creando al Giglio quell’autonomia idrica necessaria al fabbisogno dei cittadini e sinonimo di migliore qualità della vita che certamente si interseca con una migliore qualità dell’ambiente. Oggi, la nostra amministrazione così presumibilmente attenta all’ambiente nostrano, si è perfino dimenticata di installare il dissalatore di Giglio Campese, disponibile da ben quattro anni!

Allora parliamo dell’ecomostro di Giannutri e di tutte quelle strutture costruite abusivamente  negli anni passati (così affermava l’On. Bordon, un precedente Ministro dell’Ambiente) e che spero quanto prima vengano demolite in ossequio alle nostre sane battaglie contro la cementificazione ed alla tutela del territorio. O devono rimanere in piedi, Presidente Tozzi?  Perché non se ne parla?

Leggendo Tozzi “ …proteggere un ambiente naturale pieno di problemi e gravemente compromesso da anni di incuria e speculazione, un ambiente per il quale tutti ci dovremmo battere e che, invece ci vede tristemente divisi a causa di chi vuole ancora continuare a rosicchiarlo fino al midollo, fino a quando non ci sarà più polpa per nessuno

Ma noi, indigeni sopravvissuti, grazie ad una sciagurata politica locale di immobilismo sulle opere, la polpa l’abbiamo già persa ma adesso, a fronte di questa assurda ed incredibile situazione, rischiamo di perdere anche le ossa!