piattaforme concordia convegno isola del giglio giglionews
Piattaforme: resoconto del convegno genovese
Piattaforme: resoconto del convegno genovese

Si è svolta lo scorso 25 Novembre presso l'Acquario di Genova la conferenza dal tema "BARRIERE ARTIFICIALI SOMMERSE RISORSE PER L'AMBIENTE, RICCHEZZA PER L'ECONOMIA" organizzata dall'ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI SCIENZA E TECNICHE SUBACQUEE di ROMA.

piattaforme concordia convegno isola del giglio giglionewsAlle 16, come da programma, sono iniziati i lavori e dopo un breve saluto da parte del padrone di casa A.D. di COSTA EDUTAINIMENT S.P.A., Giuseppe Costa, ha preso la parola il Sindaco dell'Isola del Giglio Sergio Ortelli che ha dato una panoramica di tutto quello che ha comportato per l'ISOLA DEL GIGLIO e i suoi abitanti il naufragio Costa Concordia: i primi lavori di debunkering, i successivi lavori per il parbuckling e la fase di refloating che ha portato via la nave dalle coste dell'isola e per finire la fase finale, che deve essere ancora realizzata, riguardante la pulizia totale dei fondali. Le conclusioni del suo intervento sono state una serie di considerazioni e quesiti che riguardano la possibilità di mantenere le piattaforme sottomarine (installate all'epoca per consentire la rotazione della nave) in loco analizzando il quadro normativo attualmente in essere e i possibili scenari giuridici che potrebbero conseguirne, dopo un iter da stabilire per portare alla modifica di ciò che è stato detto e scritto nella conferenza dei servizi del 20 gennaio 2012 in rispetto della normativa Comunitaria su disastri ambientali per cui tutto deve essere riportato allo stato pre-esistente.

La conferenza è proseguita in ambito tecnico-scientifico con l'intervento del prof. Giulio Relini (già professore ordinario di Ecologia all’Università di Genova e già presidente della Società Italiana di Biologia Marina) che ha spiegato cosa sono le barriere artificiali sommerse, le loro funzioni e i loro scopi oltre ad una panoramica mondiale sull'uso di questi manufatti. Il professore, nelle sue conclusioni, ha spiegato le analogie tecnico-scientifiche tra questi manufatti e le piattaforme presenti al Giglio che, a suo dire, dovrebbero essere implementate, per avere una più specifica valenza come barriere artificiali, di tubi o altre estensioni atte a creare anfratti che attualmente non sono presenti nelle strutture presenti sui fondali dell'isola.

Ha poi preso la parola il prof. Attilio Rinaldi (già direttore dell’ICRAM- Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica applicata al Mare) che ha illustrato l'esperienza della piattaforma "JACK UP" di perforazione il "PAGURO" che in seguito ad una eruzione di metano del pozzo che stava perforando 11 miglia dal porto di Ravenna è affondata su un fondale di 27 mt nel 1965. Le foto mostrate e la relazione del professore dimostrano che anche su un fondale fangoso, come quello della zona in cui il Paguro è affondato, una costruzione "ALIENA" all'ambiente marino ha potuto creare una zona unica per varietà e quantità di specie marine; chiaramente le analogie con i manufatti della Concordia sono evidenti. Inoltre Rinaldi ha spiegato come il sito, divenuto SIC (Sito di Interesse Comunitario) nel 2010, sia gestito da una fondazione nata nel 1995 (dal nome omonimo) che fin dalla nascita regolamenta e disciplina le immersioni nella zona del PAGURO.

Il successivo relatore è stato il prof. Giandomenico Ardizzone (professore Ordinario di Ecologia alla Sapienza di Roma e consulente per il piano ambientale all’Isola del Giglio) che molti Gigliesi hanno conosciuto in questi anni in quanto, per conto dell'università romana, ha effettuato tutti i controlli e le mappature dei fondali nell'area di cantiere della Costa Concordia rilevando e controllando tutte le variazioni e le possibili azioni (vedi spostamento pinne nobilis sotto la parte centrale del relitto) per tutelare l'ambiente marino circostante e altresì verificare la presenza di sostanze inquinanti. Le fotografie, scattate e mostrate durante la sua illustrazione, sono state molto eloquenti riguardo la rapidità con cui la vegetazione marina ha attecchito su tutta la struttura delle piattaforme creando un humus vitale per lo sviluppo della flora e della fauna marina (ricciole, dentici, boghe, mendole e altri pesci presenti nel mare gigliese dalle foto sono presenti in grandi quantità). Il professore ha portato poi all'attenzione dei partecipanti una serie di immagini che evidenziano crateri di diversi millimetri sulle strutture metalliche delle piattaforme sintomo di un diffuso, anche se non concentrato, inizio di corrosione dovuto, probabilmente, alle correnti galvaniche. Le sue conclusioni, alla luce proprio di questi fenomeni corrosivi legati alla natura delle piattaforme (non costruite e protette per rimanere a lungo immerse), pongono dei seri interrogativi, già espressi dal sindaco Ortelli, sui costi che si dovrebbero sostenere per la loro manutenzione e sui soggetti o istituzioni che li dovrebbero sostenere. La parola è poi passata al prof. Francesco Cinelli (già professore ordinario di Ecologia all’Università di Pisa) spiegando i suoi studi e realizzazioni di riforestazione marina di posidonia e la possibilità che la zona delle piattaforme possa diventare una palestra scientifica per lo studio della ricolonizzazione naturale. "In questo momento – ha dichiarato poi il prof. Riccardo Cattaneo-Vietti, (professore ordinario di Ecologia all’’Università Politecnica delle Marche) - l’Italia ha la possibilità di ritrovarsi, senza alcun costo, una barriera artificiale già costruita e posizionata. Un’opportunità fortuita, offerta dalle piattaforme subacquee costruite all’Isola del Giglio su cui è stato posizionato il relitto della Concordia, prima di procedere al suo rigalleggiamento. Demolire queste strutture, oltre all’evidente costo, può essere ancora una volta una fonte di inquinamento per quelle acque. A questo punto, è meglio lasciar fare alla natura". La “parabola” della Haven è stata infine raccontata, nella fase conclusiva della conferenza, da Lorenzo Del Veneziano del Centro Sub Tigullio. Partendo dai due giorni di agonia della petroliera che nel 1991 bruciò al largo di Arenzano disperdendo decine di migliaia di tonnellate di greggio, oggi il sito è diventato un paradiso per tutti gli appassionati di subacquea. Il tonno è stanziale da maggio a ottobre e si contano 20mila immersioni “regolamentate” all’anno con un indotto di circa 300 posti di lavoro.

Non erano presenti, anche se invitati, il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti e il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi.