Anno 1959, celebrazione del Premio Nazionale della Televisione "Guglielmo Marconi". Giglio Porto. Serate particolari: quella con Ornella Vanoni, quand'ancora cantava le canzoni della mala; sfilata di moda; premiazioni (1° premio Jole Giannini); targhe particolari: agli "eremiti" di Monte Serra, i controllori della TV di allora e per Elio Veltroni, il padre di Walter, sindaco di Roma e leader del PD; pittori in mostra e vignettisti famosi (il più bravo Tinin Mantegazza).

Serata finale di gara, sempre al Demo's, sulla terrazza che c'era allora, cielo e mare stupendamente clementi: tavola a ferro di cavallo: al centro il Prefetto, al suo lato destro mia moglie Caterina, a sinistra accanto a me, che ero il sindaco e il fondatore del premio, la moglie del Prefetto.

Gli sponsor avevano poi distribuito tutt'intorno i rappresentanti del EPT, degli Uffici Provinciali, della Questura ed altri. In fondo, ai due lati, Enrico Emanuelli, Carlo Bo e Luigi Chiarini (Presidente della Giuria) con rispettive signore, Guido Guarda (ideatore del Premio e Segretario Generale del medesimo), il Prof. Servadio, Carlo Cassola, Enzo Biagi, Achille Campanile.

Gelo: i primi considerati per ultimi. Un'occhiata tra mia moglie e me, mentre Carlo Bo ed Enrico Emanuelli stavano per alzarsi dal tavolo per andare. E lei andò, prese Achille Campanile sottobraccio e si fece seguire dagli altri. Salvò l'ira. Prima del dolce, staccai la spina anch'io, con qualche sconcerto delle "autorità". E corsi da "Meino Pane e Vino". Trovai Carlo Bo, Emanuelli, Achille Campanile ed Enzo BIAGI in piacevole conversazione con Caterina. Io, che leggevo sempre "La Fiera Letteraria" immaginavo questi signori austeri, contenuti, quasi alteri, a parte Achille Campanile che sprizzava ironia dal suo monocolo. Enzo Biagi m'incuteva timidezza. E invece, con lui e con gli altri, conobbi una umanità indimenticabile.