Rischio inquinamento dai materassi di cemento

COSTA CONCORDIA - GRAVE RISCHIO DI INQUINAMENTO AMBIENTALE SUI FONDALI DELL’ISOLA DEL GIGLIO DOPO LA RIMOZIONE DEL RELITTO

Mentre tutti gli sguardi sono rivolti a quello che succede nei ristoranti di Genova affacciati sul cantiere della demolizione della Costa Concordia si trascura la situazione sui fondali dell’isola del Giglio tutt’altro che risolta.

sacchi cemento rimozione concordia isola del giglio giglionewsLa fase WP9 del crono programma di rimozione del relitto della Costa Concordia e della bonifica dei fondali è infatti, detta dello stesso Ministero dell’Ambiente, la fase a più alto rischio di inquinamento e di impatto ambientale di tutte le operazioni fin qui svolte.

Accantonando per un momento l’idea della rimozione delle piattaforme sommerse della Rosetti di Ravenna, che i sommozzatori dell’Associazione Nazionale Memoriale della Concordia e con noi anche la Giunta Comunale dell’Isola del Giglio, vorrebbero rimanessero in loco per una serie di motivi che vanno non solo dall’interesse turistico al rispetto per la memoria, ma anche ad evitare tutti i danni ambientali che la loro rimozione provocherebbe, occorre in questa fase concentrare l’attenzione sulla previsione di recupero dei materassi di sabbia, malta cementizia e additivi chimici utilizzati per riempire il falso piano fra la parete rocciosa e le piattaforme metalliche.

Vogliamo ricordare che questa notevole quantità, di enormi sacchi pieni di materiale altamente inquinante vennero dotati in progetto di occhielli, così da poter essere agganciati e rimossi durante la fase di bonifica a lavori ultimati. Una previsione che non deve e non può avvenire con quelle modalità, dato che, citando di nuovo il Ministero dell’Ambiente uno dei rischi e la rottura dei sacchi durante la rimozione.

Un rischio che, ad avviso dell’Associazione, è più che mai una certezza dopo che i materassi in questione sono stati stressati, durante la fase di ribaltamento della Costa Concordia, dallo strofinamento con lo scafo danneggiato di una nave di 114.500 tonnellate di stazza, appoggiati su un fondo roccioso e quindi verosimilmente danneggiati sia sul lato dello scafo che sul lato della parete rocciosa.

L’Associazione Nazionale Memoriale della Concordia ritiene quindi opportuno concentrare l’impegno e le risorse per un recupero di quei materassi e del loro contenuto adeguatamente organizzato nei tempi e nei modi evitando che in fase di recupero, magari in prossimità della superficie uno di quei sacchi si rompa liberando una nuvola di malta sabbia e prodotti chimici che si distenderebbe inesorabilmente sia sul Memoriale che sulla declivio della parete rocciosa fino al fondo coprendo e uccidendo ogni forma di vita sul suo passaggio.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEMORIALE DELLA CONCORDIA Luigi Ruggeri