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Sos Mufloni: appello alla Regione Sardegna per salvarli
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SOS MUFLONI: APPELLO ALLA REGIONE SARDEGNA PER SALVARLI

Il seguente Appello SOS mufloni è stato inviato e portato a conoscenza dei Presidenti Regione Sardegna e Regione Toscana, Christian Solinas ed Eugenio Giani.

La “popolazione di razza sarda” dell’Isola del Giglio rischia l’estinzione per l’insensato progetto del Parco Nazionale Arcipelago Toscano di “eliminarli”: si tratta di un immenso patrimonio genetico, naturalistico e culturale della Storia della Sardegna che va tutelato. Fermiamo questo scempio!

#GO-GeoturismoOnline lancia un Appello alla Regione Autonoma della Sardegna perchè intervenga d’urgenza, IN TUTTE LE SEDI COMPETENTI, per bloccare il progetto di “eradicazione” (leggi: “sterminio”) dei mufloni di “Razza Sarda” presenti all’Isola del Giglio portato avanti dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Si tratta di un inestimabile e “unico”, come dimostrato da un recente studio scientifico internazionale, patrimonio genetico, naturalistico e culturale della Storia della Sardegna che rischia definitivamente di scomparire. Per aderire all’Appello, basta inviare un messaggio e-mail a geoparchionline@gmail.com oppure via WhatsApp al numero (+39) 329 2633035 con scritto: “Sottoscrivo l’Appello SOS Mufloni”, con nome e cognome, città/paese di residenza e (facoltativo) professione.

POPOLO SARDO ADERISCI E MOBILITATI! AMICHE E AMICI D’ITALIA UNITEVI A NOI! FERMIAMO QUESTO SCEMPIO!

ALLA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA

I SOTTOSCRIVENTI DELL’APPELLO, PREMESSO CHE:

1) Nel 1955, nell’ambito di un progetto scientifico teso a salvaguardare dall’estinzione la popolazione di “Razza Sarda”, venne introdotta all’Isola del Giglio (Toscana) una piccola colonia di mufloni proveniente dal luogo d’origine;

2) Con Legge n. 157/11 febbraio 1992, venne stabilito che (Art. 18 comma 1) “Il muflone, con esclusione della popolazione sarda, è una specie cacciabile nel nostro Paese. A livello nazionale, il muflone è prelevato in regime di caccia in 23 province delle 42 in cui è presente”;

3) Riconosciuto a livello scientifico che “Attualmente si ritiene che le popolazioni sarde conservino ancora una parte rilevante dell’originale diversità genetica attualmente persa o impoverita nei parenti selvatici asiatici e questo fattore suggerisce che debbano essere oggetto di conservazione a differenza delle altre presenti sul territorio nazionale”;

4) Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano (d’ora in poi PNAT), nel quadro di un progetto – che si basa su uno studio effettuato nelle Isole Hawaii – ha deciso “l’eradicazione”, anche attraverso l’abbattimento, dei mufloni presenti al Giglio perchè “popolazione alloctona di razza aliena e invasiva” e pertanto dannosa per la biodiversità autoctona;

5) Per stessa pubblica ammissione del Presidente del PNAT “E’ universalmente noto che nelle isole gli ungulati sono dannosi per la biodiversità, perciò non abbiamo buttato soldi in uno studio specifico sui danni arrecati dai mufloni all’Isola del Giglio”;

6) Tali “danni” negli ultimi 20 anni (dati ufficiali Regione Toscana: richiesta risarcimento) ammontano a 1.200 euro di cui 800 per crollo di un muretto a secco, a fronte del finanziamento di 380.000 euro per l’eradicazione e abbattimento dei mufloni;

7) Nel documento ufficiale inviato all’Unione Europea per ottenere il 60% di finanziamento su un progetto di 1.600.000 euro si parla genericamente di “40/80” esemplari;

8) Nello stesso documento si ribadisce che “Potrebbe sembrare quindi illogico compiere sforzi di monitoraggio se una specie deve essere eliminata…”;

9) Sempre il Presidente del PNAT ha ufficialmente dichiarato che “al momento sono 17 i capi abbattuti e 51 catturati e trasportati sulla terraferma” = 61 esemplari “eradicati”;

10) Con l’accordo del 30 novembre 2021 tra PNAT, LAV (Lega Anti Vivisezione) e WWF Italia si prende impegno di “collaborare alla cattura, trasporto e sterilizzazione” degli esemplari sopravvissuti, secondo le prescrizioni dell’ISPRA (Istituto Superiore Protezione Ricerca Ambientale) fatte – dichiarazione pubblica del responsabile “fauna selvatica” dell’Ente – attraverso “semplici valutazioni tecniche” e senza basi scientifiche a sostegno;

11) Nel frattempo la Regione Toscana, tramite il suo Regolamento Venatorio, ha autorizzato l’abbattimento di altri 37 capi a partire dal 1 ottobre 2022;

12) Lo stesso responsabile dell’ISPRA ha pubblicamente dichiarato che “Spostare questi animali in Sardegna non ha alcun senso in termini di conservazione, e anzi potrebbe comportare effetti negativi sulla popolazione sarda, che sta sostanzialmente bene, conta oltre 6000 individui ed è in crescita”;

13) Uno studio scientifico internazionale indipendente – a cui ha partecipato anche l’Università di Sassari – e pubblicato a luglio 2022 su una delle più prestigiose riviste scientifiche del mondo e quindi riconosciuto e acquisito dalla comunità scientifica mondiale, ha invece dimostrato che la popolazione di mufloni del Giglio ha mantenuto i “tratti genetici ancestrali” andati nel frattempo persi per la quasi totalità della stessa popolazione “sorgente” sarda, e quindi rappresenta un unicum a livello mondiale;

14) Malgrado ciò, sempre il responsabile dell’ISPRA ha ufficialmente affermato che “lo studio citato non ha introdotto elementi tali da modificare le valutazioni già espresse” (e così facendo il PNAT può incassare i finanziamenti europei, tra cui i 25.000 euro all’ISPRA per “Accordo di coordinamento scientifico con ISPRA per l’elaborazione del Piano di eradicazione”, pag. 138 del “Piano Finanziario” inviato all’Unione Europea);

15) Come scientificamente appurato, i mufloni dell’Isola del Giglio rappresentano un inestimabile patrimonio genetico, naturalistico e culturale della “Storia Ancestrale” della Sardegna e un “unicum” della biodiversità a livello mondiale, e quindi “anche” dei Sardi tutti, da tutelare e proteggere ai sensi della Legge 157/1992. Premesso ciò:

16) SI CHIEDE ALLA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DI INTERVENIRE CON URGENZA, IN TUTTE LE SEDI COMPETENTI

1) Per tutelare e salvaguardare i rimanenti mufloni ancora presenti all’Isola del Giglio; 2) Per bloccare l’inevitabile “mattanza” prevista a partire dal 1 ottobre 2022, così da evitare la definitiva scomparsa di questo patrimonio; 3) Per predisporre un “tavolo di lavoro” con tutti gli Enti e Organizzazioni coinvolte, comprese le autorità scientifiche e le associazioni indipendenti, al fine di trovare un’adeguata, sensata e giusta soluzione della vicenda.

Alessandro Baldasserini
(Web Editor di il BloGo / #GO-GeoturismoOnline)