Credo sia doveroso intervenire sull'articolo apparso su questo giornale inerente la premiazione ai due Carabinieri in merito al salvataggio dei componenti dell'equipaggio di Pegaso.
Senza nulla togliere ai due Carabinieri mi limito solo a raccontare i fatti per come sono avvenuti.
Il giorno, come tutti ricorderanno, era Sabato 24 Novembre: verso le ore 18 viene chiamata l'Ambulanza della Misericordia per un caso di un paziente con la pressione alta; dopo scambi di opinioni con il 118, intorno alle ore 20, si decide di intervenire per trasportare il paziente all'Ospedale di Grosseto. L'Ambulanza carica il paziente e si dirige come al solito verso la piazzola, verso le 20.30 Pegaso dà il segnale del finale (ciò vuol dire che nel giro di venti/trenta secondi arriva in piazzola). Passano interminabili secondi ma Pegaso non arriva, a quel punto i volontari della Misericordia incominciano ad impensierirsi; infatti, contattata immediatamente via radio la base di Grosseto, si capisce subito che qualcosa è andato storto.
Nel frattempo Silvia e Matteo, figlia e genero del paziente, sono sul terrazzo della propria abitazione e avvistano in lontananza l'arrivo di Pegaso. E' proprio davanti ai loro occhi che si consuma il dramma: ad un certo punto vedono ciò che non riescono a credere ovvero Pegaso che precipita giù in mare come un macigno.
A quel punto Matteo, senza esitare un attimo, prende la sua moto e si precipita a Giglio Porto; va alla Capitaneria di Porto ma lì non risponde nessuno, allora si mette ad urlare e chiedere aiuto correndo come un pazzo; trova per caso Ido Cavero che, oltre ad essere membro della Protezione Civile, gestisce la catenaria di Giglio Porto. Prendono una barca ma si accorgono che il faro non funziona, allora si precipitano sulla barca da pesca e finalmente riescono a partire. E' accertato che il primo mezzo di soccorso partito da Giglio Porto è stato quello.
Nel frattempo Silvia, rimasta a casa, con il suo cellulare chiama i Carabinieri ed il sottoscritto. Rimango incredulo, penso ad uno scherzo ma lei insiste; esco immediatamente, guardo l'orologio: sono circa le 20.40. Mi dirigo verso Giglio Porto, mi vedo sfrecciare ad alta velocità la macchina dei Carabinieri.
Arrivo a Giglio Porto e noto con orgoglio che ormai la macchina dei soccorritori era scattata immediatamente ed imponente.
Per non dilungarmi tralascio tanti altri piccoli particolari e mi soffermo su quale è il mio pensiero ed ognuno che leggerà si farà certamente il suo: è pur vero che un grazie va ai due carabinieri i quali, appena avvertiti, si sono subito prodigati senza alcuna esitazione, ma soprattutto a Matteo e Silvia che, con la loro immediatezza e prontezza di idee hanno messo in moto la macchina dei soccorsi.
Non ci si può comunque dimenticare di tutti gli altri che hanno preso parte all'operazione di salvataggio: da Massimo che ha preso a bordo dei naufraghi a Brighitte che dall'Arenella urlava come una pazza, all'equipaggio della Toremar che ha fornito le coperte, a chi ha portato delle bevande calde, al Dott. Schiaffino e tutti quelli che si sono prodigati ed alla popolazione che è rimasta trepidante sul pontile nella speranza di non dover assistere ad una seconda tragedia.
Per ultimo, ma non ultimo, il buon Dio che ha messo insieme una miriade di combinazioni per far sì che accadesse il Miracolo perchè Miracolo è stato.
Questi sono i fatti.
(Un ultimo particolare nell'operazione di recupero dell'Elicottero, viste le difficoltà oggettive dell'individuazione del punto esatto di ammaraggio, è stata chiesta la collaborazione di Matteo dagli ispettori dell'ENAC e dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco) 

Modesti Giuseppe 
Presidente della Confraternita di Misericordia di Isola del Giglio

A margine di questa nota, ci piace aggiungere il ringraziamento che molti cittadini ci hanno chiesto di rivolgere al medico di Guardia Medica in servizio quella notte: la dottoressa Domitilla Ordini. "Lei, ci dicono i cittadini, è stata il primo medico ad intervenire passando di barca in barca e la prima a prestare assistenza sanitaria ai naufraghi stando al loro fianco anche durante la traversata del traghetto che li ha accompagnati a Porto Santo Stefano". "Una dimostrazione, aggiungono con tono di protesta polemica, che non solo la Guardia Medica è utile ma anche che è assurdo pensare alla sua dismissione!"